ACQUA DI FINE ANNO

Fonte
www.marioagostinelli.it


ACQUA DI FINE ANNO
di Mario Agostinelli
Capogruppo RC in Consiglio Regionale Lombardia



17/12/2007


ACQUA DI FINE ANNO. LAVORI IN CORSO: DAI MOVIMENTI, AI TERRITORI, AI COMUNI, AL CONSIGLIO REGIONALE

Il 2007 si è caratterizzato per una grande ed estesa presa di coscienza dell’intera polazione italiana sul problema della proprietà e gestione pubblica dell’acqua. 500.000 firme per la legge popolare e una grande manifestazione nazionale il primo di Dicembre a Roma hanno accompagnato centinaia di assemblee nei comuni della Lombardia e un referendum popolare contro la legge 18 della giunta Formigoni che privatizza il servizio. Nel frattempo, Rifondazione Comunista ha dato una intensa e ferma battaglia nel Consiglio Regionale per cambiare gli orientamenti privatistici e commerciali che il centrodestra vuole imporre per il governo del servizio idrico. Dopo l’impugnativa da parte del Governo Prodi della legge 18 della Lombardia, deve ripartire una iniziativa ancora più sostenuta e, possibilmente, ancora più unitaria per concludere una battaglia decisiva e anticipatrice per il riconoscimento dei beni comuni anche nella nostra regione.

Proprio per allargare il consenso a questa battaglia, diamo qui di seguito alcuni ragguagli sui consumi, lo stato degli acquedotti, la qualità della risorsa, lo scontro tra maggioranza e opposizione.

LA SITUAZIONE DEI CONSUMI E DELLE RETI IDRICHE LOMBARDE

Nonostante i 55.000 km di tubazioni degli acquedotti, secondo una indagine Istat, nel 2001 le famiglie lombarde che lamentavano discontinuità nell’erogazione erano pari al 7,9% (contro una media nazionale del 16,3, ma considerando che la crescita di carenza d’acqua in Lombardia si è molto evidenziata solo negli ultimi 6 anni). Inoltre si stimano perdite medie alle reti del 27%, con punte oltre il 40% molto frequenti fuori dell’area milanese.

Benché la copertura delle reti fognarie (35.000 km) sia pressoché totale, con una popolazione residente servita per circa il 90%, solamente il 50-60% delle reti risulta collegato ad un impianto di depurazione.

Le perdite delle reti fognarie, responsabili di estese situazioni di degrado della falda, sono difficilmente stimabili, ma sono molto elevate e da mettere in relazione con l’età, lo stato di manutenzione e l’adeguatezza ai carichi crescenti di reflui urbani.

Per quanto riguarda gli impianti di depurazione – circa 1275 nella regione - solamente il 40% è dotato di fasi di trattamento appropriato e ben l’80% necessita di adeguamento.

Il bilancio idrico regionale è negativo ed i consumi di acqua sono in costante aumento:

  • i volumi di acqua concessa in regione Lombardia ammontano ad oltre 130 miliardi di metri cubi all’anno – cioè maggiori di 5 volte l’afflusso meteorico che è stimato in 27 miliardi di metri cubi all’anno
  • le concessioni riguardano prevalentemente gli usi agricoli e produttivi, ed in particolare: i prelievi per la produzione di energia idroelettrica ammontano al 67% del totale, l’irrigazione al 23% e l’industria al 7% mentre per scopo civile si usa il 2-3% della risorsa;
  • al netto dell’acqua utilizzata a scopi idroelettrici, l’uso preponderante è quello irriguo, 81%, seguito da: civile potabile 8%; industriale 5%; civile non potabile 3%; piscicoltura 3%;
  • le fonti di approvvigionamento interessano per il 93% le acque superficiali e per il restante 7% le acque sotterranee (pozzi e sorgenti);
  • i settori maggiormente idrovori, irriguo e industriale, impegnano in prevalenza acque superficiali, mentre il comparto civile è coperto per l’84% da pozzi;
  • il consumo medio giornaliero procapite in Lombardia è di 358,3 litri di acqua, nettamente superiore alla media nazionale di 286 l/ab/.

UN FUTURO COMPROMESSO E MOLTO PROBLEMATICO


la disponibilità quantitativa di risorsa idrica è sempre minore:

  • la fascia alpina ha costituito storicamente la zona più piovosa d’Italia (come emerge dal confronto delle precipitazioni medie nazionali dal 1961 al 1990) ma, dal 1990 ad oggi, i climatologi hanno verificato una inversione di tendenza con una netta diminuzione dei quantitativi di pioggia e dei relativi afflussi nella pianura padana
  • contestualmente si è verificato un aumento delle temperature medie che a sua volta ha determinato: da un lato il ritiro dei ghiacciai; dall’altro, l’anticipazione dello sviluppo della vegetazione e quindi della stagione irrigua per il comparto agronomico
  • la qualità dell’acqua dei corpi idrici superficiali, nella maggior parte dei casi, è classificata come pessima, scadente o sufficiente; in pochi casi i fiumi e i laghi si trovano nello stato ecologico definito “buono” e mai in quello di “ottimo”:
  • le acque sotterranee in Lombardia sono la principale fonte di approvvigionamento per scopo potabile ma, in generale, non sono mai buone le caratteristiche del primo acquifero, interessato da inquinamenti legati sia all’attività industriale ed agricola, sia a quella civile a causa del cattivo funzionamento del sistema fognario. I fitofarmaci (in particolare i diserbanti) sono la principale causa di contaminazione nelle falde sottostanti le zone agricole ed i composti organoalogenati (in particolare solventi clorurati) nelle aree più industrializzate.

COSA FA FORMIGONI? E QUANTE BUGIE DALL’ASSESSORE BUSCEMI!

Come al solito, anche per l’acqua la Giunta si è preoccupata degli interessi privati e, così, è stata imposta la notissima legge 18, quella che ne privatizza l’erogazione e sottrae ai comuni la titolarietà sulle modalità del servizio. Una legge impugnata dal Governo Nazionale per illegittimità e contrastata ora dai comuni lombardi che ne chiedono l’abolizione per referendum.

Ma nel frattempo:

  • nella legge n°222 del 29 novembre 2007 è stato introdotto dal Senato un articolo che vieta nuovi affidamenti del servizio idrico integrato fino all'emanazione delle disposizioni del decreto Lanzillotta (che sancirà il carattere pubblico di tutto il servizio idrico) e, in ogni caso, entro e non oltre Dicembre 2008.
  • entro Febbraio 2008 si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale per l’incostituzionalità di alcune parti della legge regionale;
  • il Ministro Lanzillotta ha risposto ad una interrogazione presentata da alcuni Senatori lombardi esprimendo un parere negativo sull’obbligatorietà di gara per l’erogazione del servizio e su altri aspetti della legge lombarda propugnata dall’assessore Buscemi come la migliore d’Italia!
  • A oggi 117 Comuni hanno approvato nei Consigli comunali la proposta di referendum per l’abrogazione delle disposizioni della l.r. 26/03 così come modificata dalla l.r. 18/06.

Intanto, incredibilmente, la Giunta nell’assestamento al Bilancio 2007 ha operato un taglio di oltre 22 milioni di €uro per gli ATO per la realizzazione di opere necessarie ai servizi idrici!

GLI O.d.G. PRESENTATI IN CONSIGLIO REGIONALE DA RIFONDAZIONE COMUNISTA

In occasione della discussione del bilancio per il 2008 RC presenta tre ordini del giorno sulla questione dell’acqua per chiedere:

  1. la promozione e la realizzazione di azioni concrete e significative finalizzate alla riduzione dei prelievi idrici e dei consumi in tutti i settori, ma soprattutto in quelli produttivi e agricoli
  2. di prevedere sistemi di monitoraggio e di verifica dell’efficacia delle azioni intraprese al fine di ridurre i consumi idrici.
  3. di intraprendere le azioni necessarie a conseguire le prescrizioni indicate nella direttiva 2000/60/CE
  4. di realizzare gli investimenti necessari alla realizzazione delle reti e degli impianti del ciclo idrico integrato così come richiesto dalle Autorità d’Ambito
  5. di attuare la promozione e la realizzazione di azioni finalizzate alla riduzione dei prelievi idrici e dei consumi in tutti i settori, ma soprattutto in quelli produttivi e agricoli
  6. di incrementare i contributi da erogare alle Autorità d’Ambito affinché vengano realizzate le opere necessarie a migliorare la qualità del servizio reso agli utenti nonché lo stato qualitativo dei corpi idrici superficiali e sotterranei
  7. di finanziare le azioni necessarie a conseguire le prescrizioni indicate nella direttiva 2000/60/CE
  8. di adeguare la l.r. 26/03 così come modificata dalla l.r. 18/06 alla normativa comunitaria e nazionale, al fine di garantire il governo, la gestione e l’erogazione in mano totalmente pubblica del servizio idrico integrato.
Il 2008 si aprirà probabilmente con l’ammissibilità del referendum Regionale, con l’esecutività del decreto Lanzillotta, con la rimessa in discussione della legge lombarda N° 18. E, allora, Buon Anno Nuovo, amici dell’acqua!!

Sicurezza: Tradate è sulla strada giusta

Fonte
La Provincia

Sicurezza: Tradate è sulla strada giusta
Assegnato al Comune il «Volante d'oro 2007» per l'attenzione dimostrata contro gli incidenti L'associazione vittime: «Varesina sicura grazie alle rotonde». Bacchettate Busto e Venegono Superiore
di Alessandro Madron


7- 11- 2007


TRADATE - A Tradate le strade sono sicure e l'associazione "Familiari vittime per una strada che non c'è" promuove l'amministrazione comunale con il "Volante d'oro". Il riconoscimento istituito dall'associazione che si batte contro gli incidenti, è stato consegnato ieri mattina al sindaco Stefano Candiani davanti ad un gruppo di alunni delle scuole medie, in occasione dell'inaugurazione della mostra fotografica che raccoglie e racconta tutte le situazioni di pericolo che sono in agguato in Provincia. Si tratta di una mostra itinerarite che, dopo Tradate, proseguirà il suo tour provinciale.
«Quest'anno abbiamo pensato di dare un voto alle amministrazioni - spiega il presidente dell'associazione Ernesto Restelli - così abbiamo ideato il Volante d'oro. Abbiamo scelto Tradate perché qui abbiamo trovato sempre degli amministratori pronti ad ascoltarci, qui le nostre proposte sono state messe in pratica o, quantomeno, discusse. Perché Tradate è stato il primo comune ad accendere i semafori anche di notte e perché prima di questa amministrazione comunale la Varesina era un cimitero, con proposte sono un morto ogni 80 metri. Oggi la Varesina è più si cura anche grazie alle sei rotonde che rallentano il traffico e lo rendono più sicuro». L'associazione non ha consegnato il volante nero: «Non abbiamo potuto farlo - continua Restelli -, perché il nostro legale ce lo ha sconsigliato. Comunque le nostre critiche non sono segrete. Anzi. Sono qui da vedere in fotografia. Ad esempio quando l'anno scorso abbiamo chiesto un incontro con il sindaco di Venegono Superiore non ci è stato concesso. Avremmo volentieri detto la nostra opinione sullo stato della via Cesare Battisti».
Restelli ha poi tirato le orecchie anche al comune di Busto Arsizio, reo di non fare abbastanza per contrastare la proliferazione selvaggia dei cartelli pubblicitari: «Rappresentano un pericolo, distraggono, coprono la visuale. Sono pericolosi. Anche in questo il comune di Tradate ha dimostrato che si può vincere. A maggior ragione dovrebbe farlo una realtà come Busto, dove però non sembra esserci interesse ad ascoltare le nostre proposte». Il premio è stato ritirato dal sindaco Candiani: «Per noi è uno stimolo a fare meglio».




Nella cassetta delle lettere

Abbiamo trovato nella cassetta delle lettere questo volantino, che molto probabilmente avrete ricevuto anche voi.
Ritenuto giusto pubblicarlo in quanto documento indirizzato ai Venegonesi e distribuito nella loro cassetta delle lettere.

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Venegono Superiore 01 dicembre 07

Dal consiglio comunale ultimo 29 novembre
OK assessore Manna!
Il 2006 è stata un’annata eccezionale
per l’acquedotto
Venegonese
Questo aumenta i dubbi e i sospetti
per la gestione dell’anno 2007


Cerchiamo però di sottolineare le cose certe emerse, quelle che hanno precluso un servizio ottimale per tutti i venegonesi e quali costi maggiorati per la comunità venegonese

Un pozzo che dava 2 lt./secondo, sufficiente al fabbisogno di oltre 500 persone,
ci è costato € 180.000,00 + € 10.000,00 per la sua chiusura
Per la crisi idrica “ solo in alcune zone del paese”, ci siamo allacciati all’acquedotto provinciale, che continua a fornirci, 2 lt./secondo, come il pozzo chiuso.
Naturalmente l’acquedotto provinciale ci presenterà il conto

Quanto verrà a costare ai venegonese questo errore?

La mancanza di regolare pulizia e manutenzione dei serbatoi del Mirabello, ci ha portato altresì ad effettuare un intervento straordinario che è certamente costato di più di una manutenzione ordinaria.
Il clima di sospetto e incapacità ha richiesto l’intervento di tecnici di una ditta esterna, quanto ci costerà tutto questo assessore Manna?
Quanto ci costerà questa annata eccezionale dell’acquedotto, che sarà sicuramente ricordata molto più della precedente?
Quanto denaro sarebbe potuto essere usato in modo diverso e più utile?

Lo sa assessore che in qualsiasi paese”sano”, di questo mondo, lei sarebbe
Licenziato!


Gruppo di venegonese presenti in consiglio comunale

40’000 persone in piazza per l’acqua pubblica


Grande Manifestazione nazionale:
40’000 persone in piazza per l’acqua pubblica


Oggi il popolo dell’acqua - e non solo - scenderà in piazza a Roma

Oggi il popolo dell’acqua - e non solo - scenderà in piazza a Roma. Per "ripubblicizzare l’acqua e difendere i beni comuni", come recita l’appello di convocazione del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Per le decine di migliaia di persone che parteciperanno sarà l’occasione di conoscere un movimento inedito, capace nell’arco di un biennio di far divenire l’acqua e i beni comuni una vertenza nazionale, e di incidere sull’agenda politica istituzionale.

Sarà l’occasione per conoscere le migliaia di famiglie di Aprilia (Lt), Nola (Ce) e Leonforte (En), che da anni si oppongono alla privatizzazione dell’acqua, autoriducendosi le bollette; le comunità del Rio Fergia in Umbria, di Agrigento in Sicilia e di Rionero in Vulture in Basilicata, che si battono contro l’espropriazione di acqua a favore delle multinazionali dell’imbottigliamento; i lavoratori di Pubbliacqua Spa di Firenze, di Acque Spa di Pisa, e di Abbanoa Spa in Sardegna che lottano per l’acqua pubblica, un servizio di qualità e un lavoro dignitoso e stabile.

O, ancora, i sindaci lombardi e siciliani, che, assieme a quelli piemontesi e pugliesi, hanno compreso come la messa sul mercato dell’acqua e dei beni comuni azzeri il loro ruolo e, con esso, la democrazia municipale. Insieme a loro - e a molte altre comunità territoriali in lotta contro la privatizzazione dell’acqua- ci saranno le associazioni di movimento e di cittadini, diverse organizzazioni sindacali di categoria confederali e di base, parrocchie e centri sociali, le associazioni ambientaliste e i partiti della sinistra che hanno appoggiato la campagna per l’acqua.

Sarà una bella manifestazione, una nuova tappa dopo la straordinaria campagna per l’acqua, che ha permesso, nel luglio scorso, di consegnare oltre 400.mila firme in calce ad una legge d’iniziativa popolare per la totale ripubblicizzazione dell’acqua.

Sarà una manifestazione festosa e popolare, di una molteplicità di saperi e di idiomi che hanno saputo coniugare il forte e diffuso radicamento territoriale con la capacità di connettere le diverse lotte in una piattaforma nazionale e generale, per chiedere l’immediata approvazione della legge d’iniziativa popolare, un provvedimento di moratoria su tutti gli affidamenti nuovi e in corso a Spa a qualsiasi titolo, misure nella legge finanziaria in favore del risparmio idrico in industria ed agricoltura, e un fondo nazionale per il riammodernamento degli impianti e delle reti idriche.

Un movimento che ha saputo mettere in campo una forte capacità di resistenza alle politiche liberiste di privatizzazione e, nel contempo, una forte capacità di proposta e di soluzioni praticabili nell’interesse della collettività.

Un movimento che ha saputo praticare una vera autonomia, tenendo la barra sull’obiettivo della ripubblicizzazione totale dell’acqua e permettendo l’aggregazione di una pluralità di culture, esperienze e realtà, che ne fanno un’esperienza inedita e feconda.. Una manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua, dunque. Ma non solo.

Perchè l’acqua, bene comune e diritto umano universale, è anche un paradigma di una ben più estesa esigenza: quella di rifondare la democrazia, a partire dai beni comuni naturali e sociali, dalla lotta per la loro sottrazione al mercato, dalla proposta per una loro nuova gestione pubblica e partecipata dai lavoratori e dalle comunità locali. Per questo, la manifestazione di oggi vuol anche essere lo spazio pubblico delle tante vertenze in difesa dei beni comuni e del territorio, della salute e dei diritti sociali, contro le privatizzazioni e le esternalizzazioni dei servizi pubblici, il proliferare di grandi opere e centrali termoelettriche, impianti e servitù militari, che hanno l’unico obiettivo di riprodurre un insostenibile modello di produzione e di consumi e di annichilire la democrazia.

Di questo parleranno le decine di migliaia di donne e uomini che oggi scenderanno in piazza.

Avendo chiaro, nelle loro menti e nei loro cuori, che qualsiasi idea di trasformazione della politica da qui dovrà necessariamente partire. O semplicemente non sarà.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Rassegna stampa

Rassegna fotografica a cura del Comitato di Nola

Video:


Speciale manifestazione 1 dicembre a cura di Agenzia Multimediale Italiana.

Video
a cura di www.liblab.it.

Video a cura di Comunicalo.it

Video a cura Pollinokombat (Comitato di Rotonda - PZ)

Rifugiati politici No grazie

Fonte
La Settimana


La vicenda tieni banco durante l'ultimo consiglio comunale
«Rifugiati politici No grazie»
La Caritas ambrosiana aveva chiesto di attivare un progetto di accoglienza dai Comboniano
Serena D'Angelo


VENEGONO SUPERIORE - Stupore. e agitazione in consiglio comunale per un'interpellanza a sorpresa. Rifugiati politici e richiedenti asilo a Venegono Superiore, una richiesta negata, ma che ancora fa discutere. Ad appesantire maggiormente i toni dell'ultimo consiglio cittadino, svoltosi tra accuse e brusii, un'interpellanza da parte dei consiglieri Bruno Zoccola e Alessandro Limido in rappresentanza del gruppo «Il polo per Venegono». In oggetto la richiesta di informazioni dettagliate inerenti una missiva pervenuta all'Amministrazione venegonese nello scorso mese di giugno da parte della fondazione Caritas ambrosiana. Tale missiva conteneva infatti la richiesta di attivazione di un progetto di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati politici nella struttura dei missionari Comboniani di Venegono Superiore, alla quale il primo cittadino Mariolina Ciantia aveva a suo tempo risposto negativamente. «Ci chiediamo se la risposta negativa del signor sindaco sia legata soltanto al corrente anno o se negli anni a venire la posizione potrebbe mutare affermano nell'interpellanza i consiglieri - e se sono state valutate le conseguenze di una tale soluzione. In merito esprimiamo la nostra perplessità in quanto un fatto che interessa direttamente i nostri concittadini e il territorio limitrofo non sia stato portato in consiglio comunale per un dibattito approfondito». Immediata la risposta del sindaco Ciantia, anche se per quella ufficiale bisognerà attendere il prossimo consiglio comunale, che ha dichiarato le ragioni di una risposta tanto tempestiva quanto di polso: «A causa delle tempistiche ristrette di un possibile finanziamento ministeriale, del quale si sarebbe potuto usufruire in caso di risposta positiva al progetto, mi sono trovata a fare fronte alla questione in prima persona, senza poter contattare giunta e opposizione». Aggiungendo inoltre un'importante dichiarazione: «Nel caso in cui la fondazione Caritas ambrosiana ci riproponesse il progetto, questo verrà portato in consiglio comunale per una accurata analisi e discussione, e solo raggiungendo l'unanimità si potrà procedere con l'adesione». Spiegazioni esaurienti, che lasciano ancora aperto però uno spiraglio che molti cittadini osservano con sospetto e ancora una volta agitazione. Per poter approfondire l'argomento, di rigore la partecipazione al prossimo, e certamente affollatissimo, consiglio comunale.





La finanziaria che fa acqua...

Fonte


La finanziaria che fa acqua...




Nella finanziaria 2007 in discussione in questi giorni al parlamento ci sono numerose questioni che riguardano l’acqua e i servizi pubblici e può essere utile trattarle per punti, anche se sono collegate tra loro.

Di seguito una nota a cura di Corrado Oddi.

1)Moratoria
La moratoria è stata inserita nel decreto fiscale collegato alla Finanziaria al Senato. Ora il decreto fiscale è in discussione alla Camera, dove è praticamente certo che verrà modificato sul tema relativo al bonus per gli incapienti e quindi tornerà in Senato. In ogni caso, poiché stiamo parlando di un decreto, esso deve essere convertito in legge entro 60 giorni, pena la sua decadenza. Il sessantesimo giorno scade proprio il 1° dicembre: speriamo quindi di poter annunciare dalla piazza della manifestazione di avere definitivamente la moratoria. Nel merito del provvedimento della moratoria, se è vero che esso non risponde a tutte le questioni aperte, è altrettanto evidente che con esso realizziamo l’obiettivo che ci eravamo prefissi, e cioè di bloccare tutti gli affidamenti per un anno o fino a quando ci sarà una nuova normativa sulla gestione del servizio idrico. Non parliamo di poca roba, perché su 91 Ato titolari degli affidamenti, ad oggi ben 27 non hanno ancora affidato il servizio: è quello che può fare la differenza per evitare che il processo di privatizzazione giunga ad un punto irreversibile, oltre il quale diventa sempre più complicato realizzare la ripubblicizzazione.

In quest’anno è evidente che la partita entra nel vivo ed è per questo che diciamo che va accelerato l’iter di discussione della nostra proposta di legge di iniziativa popolare, la sola che può rispondere compiutamente all’insieme delle questioni aperte. Del resto, che la moratoria sia una nostra prima vittoria lo dimostra “ a contrario” la reazione della Lanzillotta: abbiamo notizie abbastanza precise, su cui torniamo più avanti, che la ministra pretende di inserire, e con contenuti peggiorativi, il suo disegno di legge di privatizzazione dei servizi pubblici locali nella Finanziaria, nel momento in cui la discussione della Finanziaria passerà alla Camera.

2)Ridefinizione degli ATO
Il Senato ha approvato un emendamento presentato dalla maggioranza all’art. 15 della Finanziaria che ridefinisce gli ATO. Il testo presentato inizialmente era ancora peggiore di quello che poi è stato approvato. Il primo testo prevedeva il puro e semplice passaggio delle funzioni dagli ATO alle Province, cosa per noi inaccettabile, visto che così facendo, in un colpo solo, spariva ogni riferimento ai bacini idrografici e si esautorava il ruolo dei Comuni. Il testo approvato non va ancora bene, anche se viene ripristinata, in via subordinata, la possibilità che gli ATO si costituiscano come forma associata di Comuni.

La nostra proposta, invece, risolve compiutamente il tema della configurazione degli ATO sulla base del bacino idrografico, ripristina il ruolo dei Comuni e affronta anche il tema dei costi della politica: infatti essa prevede che gli ATO si costituiscano come convenzioni ex art.30 decreto legislativo 267/2000, sulla base di Assemblee dei Sindaci e Presidenti delle Province, che non percepiscono alcun emolumento. Questa proposta di emendamento, assieme alle altre di cui parliamo di seguito, la presenteremo ai capigruppo della Camera dell’Unione, nel momento in cui la Finanziaria approderà alla Camera.

3)Altri provvedimenti da inserire nella legge Finanziaria

Come abbiamo avuto modo di dire nel corso di questi mesi e nella stessa predisposizione della piattaforma per la manifestazione del 1° dicembre, ci sono almeno altri due provvedimenti importanti, sia per i loro contenuti sia anche dal punto di vista simbolico, che, a nostro parere, dovrebbero entrare nella manovra finanziaria. Il primo è quello relativo all’istituzione di un Fondo nazionale per la ristrutturazione delle reti idriche; il secondo è finalizzato all’incentivazione della sostituzione degli impianti irrigui a pioggia con quelli “ a goccia”. Nonostante le nostre sollecitazioni, nel testo attuale della legge Finanziaria in via di approvazione al Senato, non c’è traccia di ciò. Formalizzeremo perciò queste proposte in emendamenti che manderemo ai Capigruppo della Camera dell’Unione.

4) Norme già inserite o che possono essere inserite nella legge Finanziaria

Esistono poi 2 articoli nella legge Finanziaria in discussione assolutamente negativi. Il primo è l’articolo 87. Esso dichiara di voler porre limiti alla costituzione e alla partecipazione in società da parte delle Amministrazioni pubbliche ma in realtà va in una direzione che può aprire la porta a processi di ulteriore e forte esternalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici. Infatti, esso prevede, “ al fine di tutelare la concorrenza e il mercato”, che le AA.PP. non possano costituire società né assumere o detenere partecipazioni, anche minoritarie, in società “aventi per oggetto la produzione di beni o servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali”. Viene precisato inoltre che “ è sempre ammessa la costituzione di società che producano servizi di interesse generale”, come peraltro è fatto obbligo di cedere, entro 18 mesi dall’entrata in vigore della legge Finanziaria, società e partecipazioni non rientranti nelle proprie finalità istituzionali. Ora, risulta evidente che questo provvedimento incentiva una progressiva esternalizzazione/privatizzazione dei servizi pubblici: infatti, al di là del fatto che si continua a non definire cosa si intende per servizi di interesse generale e quali siano le finalità istituzionali delle AA.PP, si rende possibile la costituzione di società di capitali per gestire servizi di interesse generale ( la cui gestione dovrebbe essere invece diretta) e si fa divieto di possedere o detenere quote di società che non “perseguono le proprie finalità istituzionali”. Per esplicitare meglio, con questo provvedimento, ad esempio, gli Enti locali possono costiture una s.p.a. per gestire gli asili nido e privatizzare totalmente le aziende che gestiscono acqua, energia, rifiuti ecc.

Il secondo è il comma 5 dell’art. 85 che dispone la riduzione dei componenti degli organi societari delle società in mano pubblica, ma salvaguardando le aziende quotate in mercati regolamentati. Non è difficile non vedere qui un’ulteriore spinta all’andata in Borsa delle società pubbliche. Per queste ragioni chiediamo l’abrogazione totale dell’art.87 e del comma 5 dell’art.85.

Infine, anche se allo stato attuale non c’è alcun testo al riguardo, sembra che la ministra Lanzillotta, così com’è stato fatto per la moratoria, vorrebbe inserire il suo disegno di legge nella manovra finanziaria. Infatti il disegno di legge delega sul riordino dei servizi pubblici locali giace impantanato al Senato, in attesa della sua prima approvazione. Addirittura, in quest’introduzione nella legge Finanziaria, sembra che il testo verrebbe ulteriormente peggiorato. Per quanto ci riguarda, il nostro punto di vista è noto: il disegno di legge Lanzillotta, anche se non si riferisce al servizio idrico, ha il significato di consegnare al mercato gli altri servizi pubblici di rilevanza economica; in ogni caso, per noi è irrinunciabile che ci sia la possibilità di gestire i servizi pubblici locali tramite Aziende speciali o consortili, da mettere perlomeno sullo stesso piano delle altre forme gestionali.

Insomma, le ragioni per la nostra mobilitazione e per la manifestazione del 1° dicembre sono tutte confermate e, anzi, per certi versi, rafforzate. La partita è aperta e la battaglia non semplice: per questo occorre essere in tante e tanti il 1° dicembre a Roma e utilizzare il tempo che ci rimane perché quella giornata sia un grande momento di partecipazione e di lotta per ripubblicizzare l’acqua e difendere i beni comuni.

Il "sindaco di gomma"

Fonte
La Provincia


Un caustico volantino diffuso in paese mette
alla berlina la coalizione di maggioranza

Fumetto dell'opposizione
attacca il "sindaco di gomma"



22 novembre 2007


VENEGONO SUPERIORE (a,mad.) - L'opposizione si fa anche a colpi di satira, e non succede solo su scala nazionale. A Venegono Superiore sta infatti girando in queste ore un volantino che mette pesantemente alla berlina la coalizione di maggioranza, accusata da un gruppo di «cittadini venegonesi presenti in consiglio» (come si definiscono gli autori dalla firma riportata sul foglio) di gestire le sedute del consiglio comunale in maniera poco ortodossa. In particolare viene presa di mira la riunione dello scorso 8 novembre, quando l'assemblea civica ha affrontato diversi temi scottanti, che stanno animando il dibattito politico cittadino negli ultimi mesi.
Il volantino, dopo aver ricordato i problemi del paese, si chiude con una frase pungente: «Ritardi, lassismo, bugie, incongruenze, regalie, mancanza d'informazione, tutto emerge durante il consiglio comunale, ma il sindaco dice: tutto va bene, a termini di regolamento».
Ma è la vignetta riportata a piè di pagina l'elemento che attira maggiormente l'attenzione. Si tratta di un disegno che ritrae i consiglieri riuniti attorno a un tavolo per la discussione di rito. Gli esponenti della maggioranza assumono così le sembianze del famoso ornino di gomma, simbolo di una nota casa di pneumatici (Bibendum). Dai banchi dell'opposizione si levano nuvole di domande e affermazioni, nella vignetta la replica arriva dal sindaco che, lapidario, sentenzia: «Mi rimbalza».

Nella cassetta delle lettere

Abbiamo trovato nella cassetta delle lettere questo volantino, che molto probabilmente avrete ricevuto anche voi.
Ritenuto giusto pubblicarlo in quanto documento indirizzato ai Venegonesi e distribuito nella loro cassetta delle lettere.

Un milione di euro per cercare nuove falde

Fonte


Il “tesoretto” dovuto a maggiori entrate è stato destinato alla Seprio Servizi
per la ricerca dell’acqua «per fronteggiare eventuali crisi idriche»

Un milione di euro per cercare nuove falde

Giovedi 15 Novembre 2007

Tradate - Un milione di euro per l’acquedotto della città. È la somma parziale dell’avanzo di amministrazione che il Comune stanzierà alla Seprio servizi per la ricerca dell’acqua per fronteggiare le prorbili future crisi idriche. La somma destinata arriva da un piccolo “tesoretto” che si è ritrovato il comune in seguito a da delle maggiori entrate dell’ultimo periodo. «Questo ci permette di poter investire nell’acquedotto della città – spiega il sindaco Stefano Candiani -. Ricercare l’acqua, andare alla ricerca di nuove falde, costa, ma è necessario per evitare che in futuro si verifichino situazioni come quelle avvenute in passato. La scorsa estate è stata meno tragica del 2006, ma perché ci siamo messi in testa di evitare la crisi sistemando le perdite nell’acquedotto e pulendo i vecchi pozzi. Ora serve trovare nuovi fonti».


A proposito di sicurezza

A proposito di sicurezza

Come persone impegnate a favore di politiche di integrazione e solidarietà sociale in un territorio come quello di Varese, che è stato tra le culle della cultura razzista e xenofoba oggi così diffusa, vi chiediamo di dare spazio ad una voce che non vuole allinearsi con il clima di intolleranza che domina il panorama informativo e politico di queste settimane.
Grazie.


Ci risiamo con la caccia al mostro !
Avevamo già sentito: DAGLI al terrone, DAGLI all'Albanese, DAGLI al Marocchino, DAGLI al Cinese, DAGLI ai Rom.
Adesso tocca al rumeno - DAGLI al rumeno (una volta si diceva DAGLI al ladro).
Chi sarà di turno la prossima volta ?
Espelliamoli tutti. Rimarremo con la nostra criminalità DOC: mafiosi, bestie di satana, figli che ammazzano i genitori, genitori che ammazzano i figli, fidanzatini per bene che uccidono le fidanzate e nessun Decreto Legge potrà toglierci la paura.
La nostra è evidentemente una società malata,capovolta. Per troppi anni è stata educata a non aver più certezze. Ha visto diventare lecito l'illecito, esaltare i furbi, chiamare delinquente il clandestino e onorevole il delinquente.
La sicurezza è un risultato non un punto di partenza e non ha bisogno di leggi più restrittive. Sarebbe più utile forse che anzichè investire miliardi in armi, in expo, in feste del cinema, in campionati mondiali, ci si preoccupasse per una volta delle vere "urgenze" del paese, almeno da parte di coloro che dichiarano di operare dando priorità alla "centralità della dignità della persona, di ogni persona".
Conseguentemente si dirottasse questa pioggia di soldi sulle periferie perchè non cadano nel degrado, si impedisse che gli sfruttatori italiani DOC chiedano agli immigrati affitti impagabili o neghino loro la casa, che i giovani non si sentissero sempre e ovunque precari, che il Governo avesse il coraggio di esplorare la verità in quei drammi che restano sempre senza colpevoli (Genova, Calipari ecc.ecc.ecc.), che inchiodasse i colpevoli alle loro responsabilità anzichè promuoverli.
Si respirerebbe forse un'aria più pulita.
E' troppo volere tutto questo e pretenderlo tutti insieme dal Governo?

Filippo Bianchetti, Antonello Carai, Paolo Covacich, Gisa Legatti,
Donata Manciani, Beppe Orlandi, Alessandra Pessina, Ruffino Selmi

Siccità e carenza idrica, le proposte della Commissione Ce

Fonte


Siccità e carenza idrica,
le proposte della Commissione Ce


Negli ultimi 30 anni il numero di zone e persone colpite nell'Ue è aumentato del 20%, il costo annuo medio è quadruplicato; l'esecutivo Ue propone 7 strategie d'azione basate su risparmio idrico e sul principio "l'utente paga".

La Comunicazione 18 luglio 2007 "Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell'Ue" (segnalata sulla Guue del 20 ottobre scorso) propone una chiara gerarchizzazione delle scelte idriche, integrate con le questioni energetico/climatiche ("risparmiare acqua significa anche risparmiare energia").

Le strategie proposte riguardano il prezzo dell'acqua (politiche tariffarie più efficaci), la ripartizione dell'acqua e dei fondi per il risparmio idrico, il rischio siccità (servono piani di gestione, un osservatorio Ue e un sistema di allerta rapida), nuove infrastrutture (nel rispetto della gerarchizzazione delle opzioni), tecnologie efficienti (criteri di efficienza idrica per l'edilizia, ad es.), una nuova cultura del risparmio idrico e un sistema informativo migliore.

Risposte a goccie d'Acqua

Risposte a goccie d'Acqua

Vi ricordate le nostre due lettere, la prima: "NON SOLO AGESP", del 8 Febbraio 2007, e la seconda del 22 Maggio 2007 con "ANCORA “NON SOLO AGESP”, IL COMUNE TACE", nelle quali chiedevamo chiarimenti sulla questione idrica di Venegono?

A oggi la giunta di maggioranza non ci ha ancora risposto, e dai gruppi di minoranza l’unica risposta è arrivata dal gruppo di “Venegono democratica”, che pubblichiamo.

Tuttavia, nostro malgrado, dobbiamo ritornare sulla questione Acqua, e constatare che non è cessata l’emergenza idrica, e il paese viaggia ancora con le fasce orarie.




Il movimento per l’acqua - manifestazione nazionale per il 1 dicembre

Fonte





La lotta paga! prima straordinaria vittoria del movimento per l’acqua!
adesso
costruiamo tutti insieme una grande
manifestazione nazionale per il 1 dicembre!



Care/i tutte/i del popolo dell’acqua, ad un anno esatto dal deposito del testo della nostra legge d’iniziativa popolare, che ha dato il via alla straordinaria campagna di raccolta firme, il movimento per l’acqua ottiene una prima importantissima vittoria: ieri il Senato ha approvato, all’interno del Decreto Fiscale collegato alla Legge Finanziaria, l’articolo 26-bis che introduce la moratoria.

Arriva a compimento il primo degli obiettivi del movimento per l’acqua, richiesto con forza sin dalla manifestazione nazionale del 10 marzo scorso a Palermo, approvato in prima istanza alla Camera, ma che sembrava essersi definitivamente arenato al Senato.

La costante mobilitazione dei territori di questi mesi e l’incessante lavoro di pressione sulle istituzioni a livello nazionale, hanno invece consentito di rimettere al centro dell’agenda politica l’istanza della moratoria e di giungere alla sua approvazione.

Di seguito il testo approvato, cui seguono alcune annotazioni e commenti:

Art. 26-bis.

(Disposizioni in materia di servizi idrici)

  1. Al fine di assicurare la razionalizzazione e la solidarietà nell’uso delle acque, fino all’emanazione delle disposizioni adottate in attuazione della legge 15 dicembre 2004, n. 308, integrative e correttive del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, contenenti la revisione della disciplina della gestione delle risorse idriche e dei servizi idrici integrati, e comunque entro e non oltre dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto non possono essere disposti nuovi affidamenti ai sensi dell’articolo 150 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152. La titolarità delle concessioni di derivazione delle acque pubbliche è assegnata ad enti pubblici.
  2. Nell’ambito delle procedure di affidamento di cui al comma 1 sono ricomprese anche le procedure in corso alla data di entrata in vigore della presente legge fatte salve le concessioni già affidate.
  3. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, predispone e trasmette alle Camere una relazione sullo stato delle gestioni esistenti circa il rispetto dei parametri di salvaguardia del patrimonio idrico e in particolare riguardo all’effettiva garanzia di controllo pubblico sulla misura delle tariffe, alla conservazione dell’equilibrio biologico, alla politica del risparmio idrico e dell’eliminazione delle dispersioni, alla priorità nel rinnovo delle risorse idriche e per il consumo umano".

Alcune annotazioni:

  • a) il decreto, per sua natura giuridica ha validità immediata; questo significa che, a partire dalla sua approvazione e per un periodo di 12 mesi, non sono possibili nuovi affidamenti;
  • b) sono vietati tutti i nuovi affidamenti a SpA di qualsiasi tipo; questo significa che non si possono fare affidamenti a SpA a capitale interamente privato, a SpA a capitale misto pubblico-privato e anche ad SpA a totale capitale pubblico;
  • c) sono bloccati anche tutti i procedimenti in corso di affidamento a qualsiasi tipo di SpA, che non siano già stati conclusi; questo significa che anche quegli ATO che hanno già deliberato la forma di gestione ma non hanno proceduto ad aggiudicazione diretta o attraverso gara non possono procedere.

Il provvedimento non interviene - e non poteva farlo- sugli affidamenti già conclusi.

Il provvedimento non interviene -e non poteva farlo- sulle aggregazioni fra società.

Per ribaltare queste situazioni, lo strumento è la nostra legge d’iniziativa popolare e la mobilitazione costante dei territori e a livello nazionale per riuscire a determinarne l’approvazione.

Il risultato fondamentale dell’approvazione della moratoria risiede nell’aver finalmente imposto un “bocce ferm e” in attesa della nuova legge quadro e comunque per almeno 12 mesi.

Bocce ferme per chi stava spingendo sull’acceleratore delle privatizzazioni, terreno aperto perché la parola d’ordine del superamento delle SpA e della totale ripubblicizzazione dell’acqua si affermi come inderogabile.

Per questo diventa ancor più importante che tutte e tutti assieme lavoriamo con le menti e con i cuori per una grande riuscita della manifestazione nazionale a Roma del prossimo 1 dicembre.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE DEL FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA

INTERPELLANZA CON RISPOSTA SCRITTA della Lega Nord per Venegono

INTERPELLANZA CON RISPOSTA SCRITTA


MANCATA MESSA IN FUNZIONE DEL POZZO AD USO POTABILE UBICATO IN LOCALITA' VALGRASSA


II gruppo consiliare LEGA NORD PER VENEGONO

VISTA

la relazione tecnica di fine lavori per il collaudo del nuovo pozzo ad uso potabile ubicato in località Valgrassa del 13/01/2006 (da ora in poi denominata solo relazione tecnica), realizzata dal Doll. Geol. Efrem Ghezzi

CONSIDERATO CHE


nelle conclusioni della citata relazione tecnica, a pagina 4, si legge testualmente: "in relazione alle problematiche di approvvigionamento idrico tipiche del periodo estivo risulta comunque di interesse acquedottistico derivare dal pozzo una portata massima di esercizio di circa 2 litri al secondo posto che il nuovo pozzo "consentirebbe j soddisfacimento del fabbisogno medio çjiomaliero di circa 600 abitanti con dotazione di 260 litri a! giorno per abitante" e che pertanto "risulta di interesse completare l'equipaggiamento del pozzo"


CONSIDERATO CHE


2 litri al secondo sono esattamente quanto prelevato, nei mesi scorsi, dall'acquedotto provinciale dell'Arnona, secondo quanto dichiarato dal Dott. Ing. Andrea Brega nello Studio idraulico di ottimizzazione funzionale della rete acquedottistica del Comune di Venegono Superiore realizzato nell'agosto 2007.


POSTO CHE


per l'approvvigionamento dall'acquedotto provinciale dell'Arnona, era stata stanziata a bilancio la somma di € 30.000,00 e che, con variazione al bilancio di previsione 2007 approvata in data 27/09/2007, è stato deliberata una maggior spesa per € 20.000,00=, stanziando così per l'anno 2007 la somma complessiva di € 50.000,00


CONSIDERTO ALTRESI' CHE


l'acqua pescata dal pozzo realizzato in Valgrassa è sempre risultata inodore ed insapore, di buone caratteristiche qualitative e chimicamente potabile come da certificato n. 168/06 rilasciato dal laboratorio analisi chimiche Dealab


VISTA

la determinazione n. 271 del 28/06/2007 del Comune di Venegono Superiore dalla quale sì evince che l'importo complessivo del progetto per il pozzo in Valgrassa è risultato essere di €. 179.906,15= e che la somma occorrente per il completamento del pozzo (opere elettriche, allacciamento Enel, tubazioni per allacciamento, etc) è stata quantificata in €. 38.327,28=


VISTA


la comunicazione del Direttore Lavori Geol. Efrem Ghezzi del 6/11/2006 con la quale si riconferma quanto già evidenziato nella relazione tecnica del gennaio 2006 ribadendo tra l'atro che la chiusura del pozzo comporterebbe operazioni onerose con nuova istallazione di cantiere e cementazione delle falde captate e che comunque l'eventuale proroga della chiusura non comporterebbe oneri aggiuntivi rispetto a quelli già preventivati.

CONSIDERATO CHE

con perizia suppletiva del 20/06/2007, la ditta appaltatrice dei lavori stimava per fa definitiva chiusura del pozzo un costo aggiuntivo di € 9.319,95=.


Tutto ciò premesso si interroga in consiglio


la S.V. per conoscere quali siano


le ragioni per le quali, nonostante le conclusioni formulate nella relazione tecnica del 1/01/2006 a firma del Direttore dei Lavori Geol. Efrem Ghezzi dalle quali emerge l'opportunità di completare l'equipaggiamento del pozzo consentendo così il soddisfacimento di circa 600 abitanti con dotazione di 260 litri al secondo per abitante, con lettera del 3110/2006 prot. n. 11001 firmata contestualmente dall'Assessore alle manutenzioni Manna e dal Responsabile dell'area tecnica Mentasti si sia espressa la volontà di non procedere alle successive fasi di completamento e di allacciamento del pozzo medesimo;


le ragioni per cui, nonostante la successiva comunicazione del Direttore Lavori Geol. Efrem Ghezzi del 6/11/2006, prot. n. 12310, nella quale si ribadisce la contrarietà alla chiusura del pozzo, questa Amministrazione abbia comunque deciso di chiudere definitivamente il pozzo realizzato in Valgrassa, sostenendo un ulteriore costo di €. 9.319,95=


CHIEDE INOLTRE


che questa interpellanza sia discussa nel prossimo Consiglio Comunale nonché di averne risposta scritta.


Venegono Superiore, 27 settembre 2007

Francesca Brianza - Lega Nord per Venegono



Nella cassetta delle lettere

Abbiamo trovato nella cassetta delle lettere questo volantino, che molto probabilmente avrete ricevuto anche voi.
Ritenuto giusto pubblicarlo in quanto documento indirizzato ai Venegonesi e distribuito nella loro cassetta delle lettere.


Mozione - Lega Nord per Venegono

MOZIONE

PESSIME CONDIZIONI IN CUI VERSA
LA RETE ACQUEDOTTISTICA
DEL COMUNE DI VENEGONO SUPERIORE


Il gruppo consiliare LEGA NORD PER VENEGONO




VISTO

lo studio idraulico di ottimizzazione funzionale della rete acquedottistica del Comune di Vengono Superiore redatto dal tecnico Dott. Ing. Andrea Brega, da qui in avanti denominatosolo "studio idraulico"


CONSIDERATO

il perdurare da mesi dello stato di emergenza idrica a cui l'Amministrazione in carica non ha saputo porre rimedio in tempi ragionevoli, tant'è vero che tutt'oggi molti cittadini rimangonoprivi di acqua per parecchie ore al giorno


CONSIDERATO


che dal 23 maggio 2007 il Sindaco ha disposto il razionamento dell'acqua, garantendo l'erogazione solo nelle seguenti fasce orarie: dalle 5.00 alle 9.00; dalle 11,30 alle 14,30; dalle 18.00 alle 21.00 e che, nonostante le rassicurazioni fornite dall'assessore Manna nel consiglio comunale del luglio scorso, il razionamento dell'acqua permane da oltre quattro mesi


VISTO


che lo studio idraulico ha evidenziato le problematiche strutturali e impiantistiche dell'acquedotto del Comune di Venegono Superiore rilevando un elevato e inaccettabile rischio di disservizio si legge testualmente: "il sistema acquedottistico comunale nelle attualicondizioni di erogazione estiva versa in condizioni di elevato rischio di disservizio"


CONSIDERATO

che a seguito delle verifiche effettuate le perdite "sono state quantificate pari a 68% del olume erogato all'utenza con ciò determinando !o spreco di una risorsa preziosa oltre che una perdita economica notevole


CONSIDERATO


che la manutenzione ordinaria della rete idrica è sempre passata in secondo piano nei programmi di questa Amministrazione come si evince da una semplice lettura dello studio idraulico nel quale si consiglia peraltro di provvedere con tempestività all'esecuzione di una serie di interventi tra i quali prioritariamente:


CHIEDE ALTRESI'

che riguardo alle nuove abitazioni ad alle ristrutturazioni venga recepito dal Comune quanto
disposto dall'arLS del R.R. n.2 del 24/03/2006, più specificatamente di "prevedere, per gli usi diversi dal consumo umano (irrigazione aree verdi, lavaggio automezzi etc.) l'adozione di sistemi di captazione, filtro e accumulo delle acque meteoriche provenienti dalle coperture degli edifici,prevedere l'introduzione negli impianti idrico sanitari di dispositivi idonei ad assicurare una significativa riduzione del consumo di acqua quali: erogatori riduttori di portata, cassetta di scarico a doppia cacciata, ecc..."


CHIEDE INOLTRE

che, da ora e sino al termine della situazione di emergenza, perdurante da oltre quattro mesi, venga predisposto un servizio di autobotti atto a riempire i vari serbatoi, al fine di poter garantire a tutti i cittadini la piena erogazione dell'acqua durante l'intero arco della giornata


CHIEDE ALTRESI'


che la discussione della mozione venga inserita nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale


Vengono Superiore, 27 settembre 2007
Francesca Brianza - Lega Nord per Venegono

Nella cassetta delle lettere

Abbiamo trovato nella cassetta delle lettere questo volantino, che molto probabilmente avrete ricevuto anche voi, firmato da un gruppo di Venegonesi presenti al consiglio comunale.
Ritenuto giusto pubblicarlo in quanto documento indirizzato ai Venegonesi e distribuito nella loro cassetta delle lettere.


INTERROGAZIONE CON RISPOSTA SCRITTA

Riceviamo e pubblichiamo

INTERROGAZIONE CON RISPOSTA SCRITTA



Il gruppo consiliare di Venegono Democratica


CONSIDERATO CHE
Molti cittadini di Venegono Superiore hanno sofferto e continuano a soffrire una carenza d’acqua grave, costretti a subire l’interruzione dell’erogazione in fasce giornaliere;

nei paesi limitrofi – pur generalizzata la crisi idrica – la situazione non ha mai raggiunto livelli di gravità analoghi;

che l’Assessore competente ha più volte pubblicamente dichiarato la copiosità degli interventi manutentivi effettuati;

che il Comune di Venegono è collegato al sistema idrico provinciale dell’Arnona che ha proprio lo scopo di integrare le capacità idriche dei singoli comuni


Tutto ciò premesso si interroga in consiglio

la S.V. per conoscere in modo dettagliato:

  • Quale sia lo stato di salute attuale della rete idrica di Venegono;
  • Quali interventi strutturali, e da chi, siano stati effettuati in questi mesi per risolvere la grave crisi
  • Per quali ragioni la crisi e le conseguenti fasce di rispetto abbiano riguardato una parte soltanto della cittadinanza. E’ ovviamente ingiusto che l’acqua di tutti i Venegonosi – l’acqua è bene comune per eccellenza – sia di fatto un bene goduto solo da alcuni. Quali contromisure sono state prese affinché al danno dell’assenza d’acqua non si aggiunga anche la beffa della “discriminazione geografica” per cui chi ha casa in una determinata zona del paese è condannato alle fasce di rispetto e chi abita nella via a fianco gode di assoluta abbondanza idrica fino allo spreco; quali contromisure sono state prese affinché iniquità non si aggiunga a scarsità. Meglio poco a tutti, che niente a qualcuno.
  • Per quali ragioni in quasi 8 anni di questa amministrazione (otto anni sono un lasso di tempo che non consente di far ricadere le responsabilità sulle amministrazioni precedenti per quanto queste abbiano potuto essere negligenti) solo ad agosto scorso avete provveduto alla pulizia dei serbatoi di Mirabello, serbatoi fondamentali per l’approvvigionamento idrico del paese;
  • Se il serbatoio del Pianbosco sia stato provvisto del galleggiante che impedisce il troppo pieno e la conseguente fuoriuscita d’acqua: dispositivo ad alto contenuto tecnologico di cui ogni sciacquone di casa è provvisto. Per quanto banale questo dispositivo, insieme alla pulitura dei serbatoi, stando alla relazione tecnica redatta per conto dell’amministrazione, avrebbe ridotto (non eliminato) la crisi. Basti dire che “grazie” a queste incurie la capacità di riserva passa da 1000 mcubi potenziali a 5oo mcubi effettivi;
  • Se risponde al vero che durante questi mesi siano stati chiesti interventi e consulenze all’Agesp e perché proprio all’Agesp, quali conoscenza questa azienda di Busto Arsizio ha della nostra rete, cosa ha fatto e soprattutto quanto sono costati questi interventi e consulenze ai cittadini venegonesi
  • Perché nel mentre si cercava di porre un qualche rimedio alla crisi non è stata avviata una campagna orientata al risparmio e non sono state adottate o studiate misure amministrative in grado di incentivare e favorire il risparmio idrico nei cittadini, ma al contrario l’unica iniziativa sia stata quella di proporre l’obbligatorietà di autoclavi e serbatoi per abitazioni eccedenti i due piani, misura fortemente incentivante ulteriori sprechi d’acqua.
  • Si chiede altresì di sapere come il sindaco e altri esponenti della Giunta abbiano continuato a dichiarare alla stampa che il problema sarebbe stato risolto “a breve”, traendo in inganno la popolazione e evitando una corretta e completa informazione.




Massimo Tafi Mario Agostinelli





Venegono Superiore, 27settembre 2007

Gruppo Consigliare VENEGONO DEMOCRATICA

Riceviamo e pubblichiamo


Gruppo Consigliare VENEGONO DEMOCRATICA



MOZIONE


I Consiglieri del Gruppo Venegono Democratica

CONSIDERATO CHE

  • - La situazione idrica di Venegono Superiore è decisamente grave e che ogni metro cubo d’acqua in più immesso nella rete e consumato o sprecato costa enormemente in termini di ricerca, escavazione, distribuzione e manutenzione
  • - L’acqua è un bene comune e come tale va distribuito e condiviso con equità
  • - Il riscaldamento del pianeta e, più direttamente, la riduzione delle precipitazioni che da qualche anno affligge la nostra zona rendendo l’acqua risorsa scarsa e le nostre falde in fase di preoccupante abbassamento

DATO CHE

  • - L’acqua potabile è utilizzata in moltissime occasioni in cui non sarebbe assolutamente necessaria
  • - Le abitudini di utilizzo dell’acqua possono e debbono essere progressivamente ma rapidamente migliorate e improntate a una logica di conservazione e risparmio

CHIEDONO AL SINDACO

1. Di studiare e adottare una serie di provvedimenti che favoriscano nei cittadini
comportamenti virtuosi e inibiscano sprechi ormai ingiustificati e insostenibili
2. In particolare si chiede di studiare la possibilità di:
a. incentivi per coloro che nelle nuove costruzione o nelle ristrutturazioni separino
l’impianto di acqua potabile da quello di servizio (sciacquoni, irrigazioni, …)
b. incentivi per quanto in abitazioni e insediamenti produttivi prevedano la raccolta
di acqua piovana per utilizzi di servizio
c. divieto di irrigazione con acqua potabile
d. divieto di lavaggio veicoli, marciapiedi, eccetera se non con utilizzo
di attrezzature a getto controllato
e. divieto di utilizzo nelle attività produttive di acqua potabile
3. A questo scopo di insediare una Commissione che raccolga esperienze, documentazioni,
proposte per un piano di risparmio idrico. La Commissione dovrà relazionare
al Consiglio Comunale.

I Consiglieri del Gruppo Venegono Democratica

Massimo Tafi Mario Agostinelli




Venegono Superiore, 27 settembre 2007

Le lavagne non vanno a scuola

Le lavagne non vanno a scuola


Venegono Superiore - Ricordate la vicenda delle lavagne, tra il sindaco e la dirigente Scarabelli, della scuola Marconi di Venegono Superiore?

Il sindaco dice: « avevamo ricevuto la richiesta per arredi e lavagne nuove lo scorso due luglio»; ma ad oggi le lavagne per i bambini della scuola non ci sono ancora, nel frattempo le lezioni sono iniziate e gli alunni non hanno dove scrivere.

Si legge su VareseNews del 21 Settembre 2007, che il sindaco Mariolina Ciantia ha aderito alla proposta presentata da un'associazione di volontariato che opera con i bambini dell'Africa che le aveva chiesto se poteva ritirare le lavagne che erano gettate nel cortile della scuola, perché non più a norma essendo quelle a cavalletto e non a muro, per mandarle in Zambia a Don Michele. L´ex professoressa Ciantia diceva: «Nei prossimi giorni le farò ritirare e poi le affiderò a questi volontari. In questo modo mi sembra che tutta questa assurda vicenda finalmente abbia un senso».

Ma scopriamo che le lavagne, quelle nello stato migliore, sono state smontate dagli appositi cavalletti, e appese ai muri nelle classi, in attesa delle nuove lavagne, che non sono ancora arrivate.

Per noi nessuna vicenda o storia può avere un "senso", se sono gli alunni di Venegono o dell’Africa a pagare per negligenza del sindaco o dei dirigenti scolastici.

Si legge sempre su VareseNews: «c´è un nuovo prodotto sul mercato, una vernice che farebbe effetto lavagna. “Per la verità basterebbe armarsi di pennello e vernice. L´ultima novità, infatti, nel campo dell’industria chimica è la vernice "effetto lavagna" all’acqua totalmente atossica. Poco più di sei euro a lattina per avere una superficie di circa due mq dove scrivere con il gessetto”».
Forse l´amministrazione vuole comprare delle "lattine" anche da mandare in Africa?

Agesp, la luna nel posso

Agesp, la luna nel pozzo


07 ottobre 2007


Venegono Superiore - Ancora è l´argomento acqua ad avvivare gli incontri del consiglio comunale, che vedeva l´ex assessore della maggioranza Bonacci al tavolo delle opposizioni e il consigliere di maggioranza Lanzo che si è astenuto da ogni votazione.
Si stanno creando future rotture?
Si sono radunati in molti cittadini per il consiglio del 27 settembre, persone che avrebbero voluto delle risposte e dei chiarimenti: nulla di tutto ciò, il Sindaco si è di fatto limitato a dribblare le domande rinviando tutto al prossimo Consiglio Comunale.
Molti gli attacchi rivolti all'Amministrazione Ciantia da parte delle minoranze, indignate per la situazione ferma da mesi. Tra le polemiche e le mistificazioni dell´Amministrazione però, la sorpresa: una dichiarazione si distingue, quella della localizzazione di un possibile nuovo pozzo in località «cascina dei prati»; dopo che il buon idraulico del "paese", più volte indirettamente attaccato dal Sindaco durante il Consiglio Comunale, lo diceva da lungo tempo ai cittadini. «Abbiamo reperito l'acqua - dice, sorpreso, l'assessore Manna - ma sarà necessario reperirne dell'altra creando due pozzi, così da poter dare delle sicurezze». In questo ambito, poi, l'Amministrazione si sta muovendo con il sostegno dei tecnici dell'Agesp SpA, la quale è stata incaricata nel mese di luglio di fare uno studio della rete idrica del paese, che ai cittadini è costata € 10.000,00, per il miglioramento dell'erogazione delle risorse idriche, individuando le eventuali perdite dell'impianto idraulico.
Rimane un mistero il motivo per cui si sia scelta proprio Agesp SpA per questo studio.
Quali accordi sono in corso tra Agesp e il Comune?

Hanno detto dell'acqua La pace nell'acqua

Fonte



Hanno detto dell'acqua
La pace nell'acqua

di Mikhail Gorbaciov

L'acqua, come la religione e l'ideologia, ha il potere di muovere milioni di persone. Sin dalla nascita della civiltà umana, i popoli si sono trasferiti in prossimità dell'acqua.
I popoli si spostano quando l'acqua è troppo scarsa e quando ce n'è troppa.
I popoli viaggiano sull'acqua. I popoli scrivono, cantano, danzano e sognano l'acqua.
I popoli combattono per l'acqua e tutti, in ogni luogo e ogni giorno, ne hanno bisogno.
Ne abbiamo bisogno per bere, per cucinare, per lavare, per l'agricoltura, per le industrie, per l'energia, per i trasporti, per i riti, per il divertimento, per la vita. E non siamo soltanto noi esseri umani ad averne bisogno: ogni forma di vita dipende dall'acqua per la propria sopravvivenza.

Ma oggi siamo sull'orlo di una crisi idrica mondiale. Le due più significative eredità lasciateci dal XX secolo (l'esplosione demografica e quella tecnologica) hanno preteso un tributo in termini di risorse idriche. Oggi molte più persone soffrono per la carenza di acqua potabile rispetto a venti anni fa; stiamo esaurendo e inquinando un numero sempre maggiore di sorgenti d'acqua dolce. Le moderne tecnologie ci hanno permesso di sfruttare una gran quantità dell'acqua mondiale per usi energetici, industriali e agricoli, ma spesso a un terribile prezzo per la società e per l'ambiente, e molte pratiche tradizionali per la salvaguardia delle acque sono state abbandonate lungo la strada. La maggior parte delle soluzioni della crisi deve essere elaborata e attuata a livello locale, sempre tenendo presente che l'acqua non deve essere data per scontata, né diventare proprietà di gruppi particolari per esigenze particolari.

Mikhail Gorbaciov

L'acqua è il più importante elemento necessario affinché a ognuno sia assicurato il diritto umano universale "a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia" (articolo 25, Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo). Senza la possibilità di utilizzare acqua pulita, la salute e il benessere non solo sono seriamente messi in pericolo, ma diventano impossibili: le persone che non dispongono di rifornimenti idrici di base vivono nel degrado e nell'impoverimento, con scarse possibilità di creare un futuro migliore per i loro figli.

Dobbiamo riconoscere che l'acqua pulita è un diritto umano e così facendo accetteremo la nostra responsabilità a livello mondiale per far sì che la previsione di un mondo in cui, entro 25 anni, due persone su tre dovranno affrontare problemi idrici, si dimostri errata. A questo proposito, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ci chiede di affrontare la minaccia di una catastrofica crisi idrica e di contrastare tali fosche previsioni adottando un nuovo spirito di condotta. Fare altrimenti significherebbe un vero crimine e per questo la storia giustamente giudicherà con asprezza le attuali generazioni.

La crescita della popolazione mondiale deve essere considerata non solo come una delle cause della crisi idrica, ma anche come la fonte della sua soluzione, come evidenziato dall'ex presidente delle Filippine, Fidel Ramos, portando l'esempio dell'enorme potenziale di energia umana dell'Asia sud-orientale. La solidarietà umana è l'unica forza in grado di affrontare un compito di questa entità. Deve esserci solidarietà a livello di governo internazionale e regionale, deve esserci solidarietà tra i vari settori e i partecipanti; e deve esserci la volontà politica tra i governi di lavorare in buona fede sia con le nazioni confinanti sia con il proprio popolo. A queste persone, compresi i gruppi spesso emarginati come le donne e i minori, bisogna dare voce e anche le informazioni e i mezzi necessari per farsi sentire.

Senza la sicurezza idrica, la stabilità sociale, economica e nazionale è messa in pericolo. Questo assume aspetti più drammatici nei luoghi in cui l'acqua scorre attraversando i confini e diviene cruciale nelle regioni di tensione religiosa, territoriale o etnica. In alcuni casi, come tra India e Pakistan a proposito del fiume Indo, la riuscita cooperazione in materia di risorse idriche può essere citata come prova che anche gli Stati con relazioni difficili possono lavorare insieme. In altri casi, non sono ancora state colte le opportunità di miglioramento delle relazioni regionali offerte dalla presenza di un corso d'acqua in comune. La valle del Giordano, condivisa dalle popolazioni di Israele, Palestina, Giordania, Siria e Libano, ne è un esempio.

Sin dall'antichità, l'acqua ha rappresentato un problema fondamentale di sicurezza nelle aride terre del Medio Oriente. La distribuzione, l'uso e i diritti sulle sempre più scarse risorse idriche di questa instabile regione restano questioni delicate e potenzialmente esplosive. Inoltre, la questione dell'acqua è fondamentalmente messa in disparte o occultata nei convenzionali negoziati di pace. Hanan Sher del Jerusalem Post fa luce sui travagli e sulle tribolazioni incontrati sulla strada per la conquista dell'acqua per la pace nel Medio Oriente, una strada che io stesso ho recentemente rivisitato. All'inizio di quest'anno mi sono incontrato con il primo ministro Barak, il presidente Arafat e il re Abdullah di Giordania, e ho ottenuto il loro impegno a collaborare con la mia organizzazione, Green Cross International e i nostri partner, il Centre for Middle East Peace e Economic Cooperation (Centro per la cooperazione economica e la pace in Medio Oriente), per trovare soluzioni alla crescente crisi idrica della regione.

I tre leader hanno esplicitamente riconosciuto che non possono esserci soluzioni unilaterali ai loro problemi per le acque transfrontaliere. Questo vale per il Medio Oriente come per i corsi d'acqua condivisi da Stati Uniti e nazioni confinanti. In tutti i 261 bacini idrografici internazionali del mondo, la gestione congiunta deve basarsi su un sistema di effettiva interdipendenza; una condivisione piuttosto che una limitazione della sovranità di ciascuna nazione.

Anche se i conflitti armati tra gli stati a causa dell'acqua sono improbabili, bisogna ricordare che questi non sono gli unici tipi di conflitti che le società con carenze idriche devono affrontare. I conflitti interni tra gruppi etnici, regioni, utenti e piccole comunità possono effettivamente insorgere per motivi legati all'acqua. La cooperazione tra stati è fondamentale per la ricerca di soluzioni idriche a livello regionale. Quando tali soluzioni non sono facilmente raggiungibili, devono essere disponibili la mediazione e il supporto internazionale. A tal fine è stato avviato un movimento dal sottosegretario di Stato Madaleine Albright con l'istituzione di una Global Alliance for Water Security (Alleanza mondiale per la sicurezza idrica).

Nella maggioranza dei casi, tuttavia, le soluzioni pratiche necessarie sono a livello locale, per riflettere la specifica natura geografica e culturale dell'impiego delle acque. È ormai finito il periodo della Guerra fredda, quando il principio "quanto più è grande, tanto è meglio" sollecitava la costruzione di 45.000 grosse dighe in tutto il mondo. Questa sconsiderata interferenza nella natura ha lasciato una terribile eredità, non ultima nella mia terra dove migliaia di acri di terra fertile sono andati perduti, e le catastrofi prodotte dall'uomo come nella regione del lago d'Aral causano sofferenze incalcolabili.

Gli articoli forniti da Kader Asmal della World Commission on Dams (Commissione mondiale per le dighe) e dall'esperto di problemi idrici Anil Agaewal vanno alla ricerca di una via verso una nuova era in cui le considerazioni sociali e ambientali abbiano la precedenza e in cui i vantaggi delle grosse costruzioni come le dighe siano messi in discussione. Gli Stati Uniti, la seconda nazione con il maggior numero di dighe dopo la Cina, ne stanno già abbattendo molte; altrove, in particolare nei paesi in via di sviluppo, la domanda che si pone riguarda il modo in cui offrire i vantaggi forniti dalle dighe attraverso altre iniziative, come la raccolta dell'acqua piovana e la gestione della domanda.

In molte zone del mondo questa
è l'unica acqua disponibile

Al centro del problema c'è il valore che attribuiamo ai diversi impieghi dell'acqua. Ancora una volta, non esiste un progetto valido a livello universale, ma è chiaro che non è auspicabile nessuna delle due posizioni estreme, l'una che sostiene che l'acqua deve essere gratuita per tutti e l'altra che spinge per la determinazione del prezzo in base al costo pieno per tutte le forniture idriche. Dobbiamo ricordare che il valore e il prezzo dell'acqua sono due cose assai differenti; è un elemento che deve essere usato in modo efficiente, ma deve essere disponibile per il sostentamento di tutti, compresi gli ecosistemi naturali. Questo rende la determinazione del prezzo dell'acqua una questione complessa, come desumiamo dalle opinioni sull'argomento di Ismail Serageldin, presidente della World Commission on Water (Commissione mondiale per l'acqua), e di Douglas B. MacDonald.

Dobbiamo quindi affrontare un'enorme sfida. Fortunatamente abbiamo un passato di grandi sfide risolte usando l'immaginazione e la nostra incontenibile capacità di adattamento. Per essere certi di muoverci nella giusta direzione, dobbiamo permettere alle nostre conoscenze, alle nostre esperienze e alle nostre istituzioni di metterci in pari con il travolgente progresso della scienza e della tecnologia e imparare come diventare buoni vicini l'uno per l'altro e buoni ospiti dell'ambiente naturale.

Proprio così come siamo mossi dall'acqua, dobbiamo muoverci rapidamente per salvarla.



Una legge popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua

Fonte




Una legge popolare
per la ripubblicizzazione dell'acqua

di Maurizio Acerbo

4 Ottobre 2007



Le oltre 400 mila firme raccolte in tutta Italia dai comitati per la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua sono state consegnate al presidente della camera Bertinotti lo scorso luglio. E ieri la Commissione ambiente ha cominciato l’analisi del testo, relatore il deputato Maurizio Acerbo [Prc]. Pubblichiamo il testo della relazione, che spiega il senso e i singoli articoli della legge. La Commissione dovrebbe riprendere l’esame del provvedimento già la prossima settimana.

Vorrei preliminarmente sottolineare che la proposta in esame merita un’attenzione particolare, in quanto si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare, ai sensi dell’articolo 71, comma secondo della Costituzione.
Ritengo assai positivo che questa commissione abbia convenuto di procedere con celerità all’esame di una proposta sottoscritta da 406.626 cittadini e cittadine e promossa da centinaia di comitati territoriali e decine di organizzazioni, associazioni e reti nazionali riunite nel Forum italiano dei movimenti per l’acqua […]. Come ha detto uno dei più autorevoli sostenitori di questa iniziativa legislativa «dal basso», padre Alex Zanotelli, «lottiamo per l’acqua in questo momento perché senza acqua non si può vivere». L’acqua costituisce un bene comune dell’umanità, irrinunciabile, che appartiene a tutti. Il diritto all’acqua è inalienabile: dunque l’acqua non può essere proprietà di nessuno. E’ sulla base di questa consapevolezza che viene proposto al legislatore l’obiettivo di arrestarne i processi di privatizzazione.
La proposta di legge di iniziativa popolare detta principi relativi alla gestione delle risorse idriche, con particolare riferimento ai profili della tutela e della pianificazione, interviene sulla gestione del servizio idrico integrato disciplinando anche la fase transitoria e le tariffe del servizio idrico, reca misure dirette a favorire l’accesso universale all’acqua potabile.
La finalità del provvedimento, esplicitata nell’articolo 1, comma 2, è quella di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale.
I principi generali dell’uso delle risorse idriche sono contenuti nell’articolo 2, che reca l’esplicito riconoscimento della disponibilità e dell’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile quale diritto inalienabile e inviolabile della persona. L’articolo 3 reca i principi relativi alla tutela e alla pianificazione, dettando in particolare disposizioni relative alla predisposizione del bilancio idrico, e conferma l’applicazione dei principi contenuti nella « direttiva acque» sull’informazione e la consultazione pubblica nella redazione degli strumenti di pianificazione. Esso inoltre disciplina le modalità per il rilascio o il rinnovo di concessioni di prelievo di acque, per i quali indica specifici vincoli, conferma il criterio del recupero dei costi relativi ai servizi idrici e consente l’utilizzo delle acque «destinabili all’uso umano» per un uso diverso solo se non siano presenti altre risorse idriche [in tale caso prevedendo che venga decuplicato l’ammontare del relativo canone di concessione].
Per quanto riguarda la gestione del servizio idrico integrato – sulla base dei principi di cui all’articolo 4 e della sua definizione quale servizio pubblico privo di rilevanza economica – il provvedimento prevede la proprietà pubblica e la natura demaniale delle infrastrutture afferenti al servizio idrico e la conseguente inalienabilità e destinazione perpetua ad uso pubblico, nonché la non separabilità della gestione e dell’erogazione del servizio idrico integrato e l’affidamento esclusivo a enti di diritto pubblico [articolo 5], con conseguente esclusione, nell’articolo 6, della possibilità di acquisizione di quote azionarie di società di gestione del servizio idrico integrato. Tale ultima disposizione regola anche la fase transitoria, prevedendo in particolare: la decadenza di tutte le forme di gestione del servizio idrico affidate in concessione a terzi; nel caso di affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, l’avvio del processo di trasformazione in società a capitale interamente pubblico, con obbligo di successiva trasformazione in ente pubblico; nel caso di affidamento a società a capitale interamente pubblico, la trasformazione in enti di diritto pubblico. La disposizione demanda ad un successivo decreto ministeriale la definizione dei criteri e delle modalità ai quali le regioni e gli enti locali devono attenersi per garantire la continuità del servizio idrico durante tale fase transitoria.
Al fine di attuare i processi di trasferimento di gestione, si prevede inoltre l’istituzione di un apposito Fondo nazionale per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato [articolo 7].
Il provvedimento, sulla base delle norme generali sul finanziamento contenute nell’articolo 8, interviene anche sul profilo della tariffa del servizio idrico integrato, la cui determinazione deve avvenire sulla base del metodo che spetta al governo definire [articolo 9]. Con particolare riferimento all’uso domestico, la tariffa deve coprire i costi ordinari di esercizio del servizio idrico integrato, ad eccezione del quantitativo minimo vitale garantito, che viene fissato in cinquanta litri al giorno per persona. Alla normativa regionale spetta, limitatamente alle fasce di consumo domestico superiori a cinquanta litri, l’individuazione di fasce tariffarie articolate per scaglioni di consumo, nonché la definizione di tetti di consumo individuale oltre i quali l’utilizzo dell’acqua è assimilato all’uso commerciale.
L’articolo 10 afferma il principio del governo democratico della gestione del servizio idrico integrato e a tal fine attribuisce agli enti locali il compito di adottare forme di democrazia partecipativa che conferiscano ai lavoratori del servizio idrico integrato e agli abitanti del territorio strumenti di partecipazione attiva alle decisioni sugli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione e alle regioni il compito di definire, attraverso normative di indirizzo, le forme e le modalità più idonee ad assicurare l’esercizio di tale diritto.
L’articolo 11 istituisce il Fondo nazionale di solidarietà internazionale, che ha la finalità di favorire l’accesso all’acqua potabile per tutti gli abitanti del pianeta e di contribuire alla costituzione di una fiscalità generale universale che garantisca tale accesso.
L’articolo 12 reca disposizioni finanziarie e contiene, tra l’altro, una norma di delega per l’introduzione di una tassa di scopo relativa al prelievo fiscale sulla produzione e sull’uso di sostanze chimiche inquinanti per l’ambiente idrico.

Viene proposta dunque una svolta radicale rispetto al «pensiero unico», sospinto da ben solidi interessi, che ha prevalso negli ultimi venti anni e che si è tradotto su scala globale e nazionale nella scelta di politiche volte alla mercificazione dell’acqua e alla privatizzazione della gestione dei servizi idrici. Va detto che nel nostro paese, come d’altronde quasi ovunque in Europa e nel mondo, fortissime sono state le resistenze nella società e anche nel mondo politico rispetto a queste scelte e infatti abbiamo assistito al dilagare delle mobilitazioni per la difesa dell’acqua come bene comune. Parimenti, numerosi enti locali hanno cercato di resistere alla pressione privatizzatrice. L’adesione di molti consigli comunali e provinciali alla campagna per la legge di iniziativa popolare lo testimonia. Anche il nostro parlamento, in particolare la commissione esteri, ha votato nella precedente legislatura una risoluzione con cui si invitava il governo italiano a contrastare negli organismi internazionali la tendenza a imporre la privatizzazione dell’acqua.
Vorrei ricordare che anche la previsione della Finanziaria 2002 [legge 448/2001] di attivare un processo irreversibile di privatizzazione dei servizi pubblici locali – tra cui l’acqua – ha trovato ostacoli nella stessa coalizione che sosteneva il governo all’epoca. L’articolo 35 della legge 448 prevedeva l’obbligo di gara per tutti i servizi pubblici locali, compresa l’acqua, ma la mobilitazione dei movimenti, delle comunità e delle amministrazioni locali, private di ogni possibilità di scelta, ha condotto al dl 269 del 2003 che ha consentito di optare per società a capitale interamente pubblico [in house].
Va segnalato che però il dl 269/2003 conteneva la scelta controversa di eliminare le forme di gestione attraverso enti di diritto pubblico [aziende speciali, consorzi, eccetera] tema non a caso rimesso in discussione da questa proposta di legge.
La gestione pubblica dei servizi idrici è diventata nel frattempo uno degli impegni contenuti nel programma del governo Prodi ed è anche ribadita nel ddl Lanzillotta sui servizi pubblici locali.
La stessa camera dei deputati ha approvato un emendamento al decreto Bersani-bis che prevede la moratoria rispetto ai processi di privatizzazione in atto.
Questa iniziativa legislativa popolare ha il merito di fornire al parlamento l’occasione per affrontare in maniera non episodica – ma con uno sguardo d’insieme – una materia sulla quale negli anni recenti si è legiferato in maniera contraddittoria.