INTERPELLANZA CON RISPOSTA SCRITTA della Lega Nord per Venegono

INTERPELLANZA CON RISPOSTA SCRITTA


MANCATA MESSA IN FUNZIONE DEL POZZO AD USO POTABILE UBICATO IN LOCALITA' VALGRASSA


II gruppo consiliare LEGA NORD PER VENEGONO

VISTA

la relazione tecnica di fine lavori per il collaudo del nuovo pozzo ad uso potabile ubicato in località Valgrassa del 13/01/2006 (da ora in poi denominata solo relazione tecnica), realizzata dal Doll. Geol. Efrem Ghezzi

CONSIDERATO CHE


nelle conclusioni della citata relazione tecnica, a pagina 4, si legge testualmente: "in relazione alle problematiche di approvvigionamento idrico tipiche del periodo estivo risulta comunque di interesse acquedottistico derivare dal pozzo una portata massima di esercizio di circa 2 litri al secondo posto che il nuovo pozzo "consentirebbe j soddisfacimento del fabbisogno medio çjiomaliero di circa 600 abitanti con dotazione di 260 litri a! giorno per abitante" e che pertanto "risulta di interesse completare l'equipaggiamento del pozzo"


CONSIDERATO CHE


2 litri al secondo sono esattamente quanto prelevato, nei mesi scorsi, dall'acquedotto provinciale dell'Arnona, secondo quanto dichiarato dal Dott. Ing. Andrea Brega nello Studio idraulico di ottimizzazione funzionale della rete acquedottistica del Comune di Venegono Superiore realizzato nell'agosto 2007.


POSTO CHE


per l'approvvigionamento dall'acquedotto provinciale dell'Arnona, era stata stanziata a bilancio la somma di € 30.000,00 e che, con variazione al bilancio di previsione 2007 approvata in data 27/09/2007, è stato deliberata una maggior spesa per € 20.000,00=, stanziando così per l'anno 2007 la somma complessiva di € 50.000,00


CONSIDERTO ALTRESI' CHE


l'acqua pescata dal pozzo realizzato in Valgrassa è sempre risultata inodore ed insapore, di buone caratteristiche qualitative e chimicamente potabile come da certificato n. 168/06 rilasciato dal laboratorio analisi chimiche Dealab


VISTA

la determinazione n. 271 del 28/06/2007 del Comune di Venegono Superiore dalla quale sì evince che l'importo complessivo del progetto per il pozzo in Valgrassa è risultato essere di €. 179.906,15= e che la somma occorrente per il completamento del pozzo (opere elettriche, allacciamento Enel, tubazioni per allacciamento, etc) è stata quantificata in €. 38.327,28=


VISTA


la comunicazione del Direttore Lavori Geol. Efrem Ghezzi del 6/11/2006 con la quale si riconferma quanto già evidenziato nella relazione tecnica del gennaio 2006 ribadendo tra l'atro che la chiusura del pozzo comporterebbe operazioni onerose con nuova istallazione di cantiere e cementazione delle falde captate e che comunque l'eventuale proroga della chiusura non comporterebbe oneri aggiuntivi rispetto a quelli già preventivati.

CONSIDERATO CHE

con perizia suppletiva del 20/06/2007, la ditta appaltatrice dei lavori stimava per fa definitiva chiusura del pozzo un costo aggiuntivo di € 9.319,95=.


Tutto ciò premesso si interroga in consiglio


la S.V. per conoscere quali siano


le ragioni per le quali, nonostante le conclusioni formulate nella relazione tecnica del 1/01/2006 a firma del Direttore dei Lavori Geol. Efrem Ghezzi dalle quali emerge l'opportunità di completare l'equipaggiamento del pozzo consentendo così il soddisfacimento di circa 600 abitanti con dotazione di 260 litri al secondo per abitante, con lettera del 3110/2006 prot. n. 11001 firmata contestualmente dall'Assessore alle manutenzioni Manna e dal Responsabile dell'area tecnica Mentasti si sia espressa la volontà di non procedere alle successive fasi di completamento e di allacciamento del pozzo medesimo;


le ragioni per cui, nonostante la successiva comunicazione del Direttore Lavori Geol. Efrem Ghezzi del 6/11/2006, prot. n. 12310, nella quale si ribadisce la contrarietà alla chiusura del pozzo, questa Amministrazione abbia comunque deciso di chiudere definitivamente il pozzo realizzato in Valgrassa, sostenendo un ulteriore costo di €. 9.319,95=


CHIEDE INOLTRE


che questa interpellanza sia discussa nel prossimo Consiglio Comunale nonché di averne risposta scritta.


Venegono Superiore, 27 settembre 2007

Francesca Brianza - Lega Nord per Venegono



Nella cassetta delle lettere

Abbiamo trovato nella cassetta delle lettere questo volantino, che molto probabilmente avrete ricevuto anche voi.
Ritenuto giusto pubblicarlo in quanto documento indirizzato ai Venegonesi e distribuito nella loro cassetta delle lettere.


Mozione - Lega Nord per Venegono

MOZIONE

PESSIME CONDIZIONI IN CUI VERSA
LA RETE ACQUEDOTTISTICA
DEL COMUNE DI VENEGONO SUPERIORE


Il gruppo consiliare LEGA NORD PER VENEGONO




VISTO

lo studio idraulico di ottimizzazione funzionale della rete acquedottistica del Comune di Vengono Superiore redatto dal tecnico Dott. Ing. Andrea Brega, da qui in avanti denominatosolo "studio idraulico"


CONSIDERATO

il perdurare da mesi dello stato di emergenza idrica a cui l'Amministrazione in carica non ha saputo porre rimedio in tempi ragionevoli, tant'è vero che tutt'oggi molti cittadini rimangonoprivi di acqua per parecchie ore al giorno


CONSIDERATO


che dal 23 maggio 2007 il Sindaco ha disposto il razionamento dell'acqua, garantendo l'erogazione solo nelle seguenti fasce orarie: dalle 5.00 alle 9.00; dalle 11,30 alle 14,30; dalle 18.00 alle 21.00 e che, nonostante le rassicurazioni fornite dall'assessore Manna nel consiglio comunale del luglio scorso, il razionamento dell'acqua permane da oltre quattro mesi


VISTO


che lo studio idraulico ha evidenziato le problematiche strutturali e impiantistiche dell'acquedotto del Comune di Venegono Superiore rilevando un elevato e inaccettabile rischio di disservizio si legge testualmente: "il sistema acquedottistico comunale nelle attualicondizioni di erogazione estiva versa in condizioni di elevato rischio di disservizio"


CONSIDERATO

che a seguito delle verifiche effettuate le perdite "sono state quantificate pari a 68% del olume erogato all'utenza con ciò determinando !o spreco di una risorsa preziosa oltre che una perdita economica notevole


CONSIDERATO


che la manutenzione ordinaria della rete idrica è sempre passata in secondo piano nei programmi di questa Amministrazione come si evince da una semplice lettura dello studio idraulico nel quale si consiglia peraltro di provvedere con tempestività all'esecuzione di una serie di interventi tra i quali prioritariamente:


CHIEDE ALTRESI'

che riguardo alle nuove abitazioni ad alle ristrutturazioni venga recepito dal Comune quanto
disposto dall'arLS del R.R. n.2 del 24/03/2006, più specificatamente di "prevedere, per gli usi diversi dal consumo umano (irrigazione aree verdi, lavaggio automezzi etc.) l'adozione di sistemi di captazione, filtro e accumulo delle acque meteoriche provenienti dalle coperture degli edifici,prevedere l'introduzione negli impianti idrico sanitari di dispositivi idonei ad assicurare una significativa riduzione del consumo di acqua quali: erogatori riduttori di portata, cassetta di scarico a doppia cacciata, ecc..."


CHIEDE INOLTRE

che, da ora e sino al termine della situazione di emergenza, perdurante da oltre quattro mesi, venga predisposto un servizio di autobotti atto a riempire i vari serbatoi, al fine di poter garantire a tutti i cittadini la piena erogazione dell'acqua durante l'intero arco della giornata


CHIEDE ALTRESI'


che la discussione della mozione venga inserita nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale


Vengono Superiore, 27 settembre 2007
Francesca Brianza - Lega Nord per Venegono

Nella cassetta delle lettere

Abbiamo trovato nella cassetta delle lettere questo volantino, che molto probabilmente avrete ricevuto anche voi, firmato da un gruppo di Venegonesi presenti al consiglio comunale.
Ritenuto giusto pubblicarlo in quanto documento indirizzato ai Venegonesi e distribuito nella loro cassetta delle lettere.


INTERROGAZIONE CON RISPOSTA SCRITTA

Riceviamo e pubblichiamo

INTERROGAZIONE CON RISPOSTA SCRITTA



Il gruppo consiliare di Venegono Democratica


CONSIDERATO CHE
Molti cittadini di Venegono Superiore hanno sofferto e continuano a soffrire una carenza d’acqua grave, costretti a subire l’interruzione dell’erogazione in fasce giornaliere;

nei paesi limitrofi – pur generalizzata la crisi idrica – la situazione non ha mai raggiunto livelli di gravità analoghi;

che l’Assessore competente ha più volte pubblicamente dichiarato la copiosità degli interventi manutentivi effettuati;

che il Comune di Venegono è collegato al sistema idrico provinciale dell’Arnona che ha proprio lo scopo di integrare le capacità idriche dei singoli comuni


Tutto ciò premesso si interroga in consiglio

la S.V. per conoscere in modo dettagliato:

  • Quale sia lo stato di salute attuale della rete idrica di Venegono;
  • Quali interventi strutturali, e da chi, siano stati effettuati in questi mesi per risolvere la grave crisi
  • Per quali ragioni la crisi e le conseguenti fasce di rispetto abbiano riguardato una parte soltanto della cittadinanza. E’ ovviamente ingiusto che l’acqua di tutti i Venegonosi – l’acqua è bene comune per eccellenza – sia di fatto un bene goduto solo da alcuni. Quali contromisure sono state prese affinché al danno dell’assenza d’acqua non si aggiunga anche la beffa della “discriminazione geografica” per cui chi ha casa in una determinata zona del paese è condannato alle fasce di rispetto e chi abita nella via a fianco gode di assoluta abbondanza idrica fino allo spreco; quali contromisure sono state prese affinché iniquità non si aggiunga a scarsità. Meglio poco a tutti, che niente a qualcuno.
  • Per quali ragioni in quasi 8 anni di questa amministrazione (otto anni sono un lasso di tempo che non consente di far ricadere le responsabilità sulle amministrazioni precedenti per quanto queste abbiano potuto essere negligenti) solo ad agosto scorso avete provveduto alla pulizia dei serbatoi di Mirabello, serbatoi fondamentali per l’approvvigionamento idrico del paese;
  • Se il serbatoio del Pianbosco sia stato provvisto del galleggiante che impedisce il troppo pieno e la conseguente fuoriuscita d’acqua: dispositivo ad alto contenuto tecnologico di cui ogni sciacquone di casa è provvisto. Per quanto banale questo dispositivo, insieme alla pulitura dei serbatoi, stando alla relazione tecnica redatta per conto dell’amministrazione, avrebbe ridotto (non eliminato) la crisi. Basti dire che “grazie” a queste incurie la capacità di riserva passa da 1000 mcubi potenziali a 5oo mcubi effettivi;
  • Se risponde al vero che durante questi mesi siano stati chiesti interventi e consulenze all’Agesp e perché proprio all’Agesp, quali conoscenza questa azienda di Busto Arsizio ha della nostra rete, cosa ha fatto e soprattutto quanto sono costati questi interventi e consulenze ai cittadini venegonesi
  • Perché nel mentre si cercava di porre un qualche rimedio alla crisi non è stata avviata una campagna orientata al risparmio e non sono state adottate o studiate misure amministrative in grado di incentivare e favorire il risparmio idrico nei cittadini, ma al contrario l’unica iniziativa sia stata quella di proporre l’obbligatorietà di autoclavi e serbatoi per abitazioni eccedenti i due piani, misura fortemente incentivante ulteriori sprechi d’acqua.
  • Si chiede altresì di sapere come il sindaco e altri esponenti della Giunta abbiano continuato a dichiarare alla stampa che il problema sarebbe stato risolto “a breve”, traendo in inganno la popolazione e evitando una corretta e completa informazione.




Massimo Tafi Mario Agostinelli





Venegono Superiore, 27settembre 2007

Gruppo Consigliare VENEGONO DEMOCRATICA

Riceviamo e pubblichiamo


Gruppo Consigliare VENEGONO DEMOCRATICA



MOZIONE


I Consiglieri del Gruppo Venegono Democratica

CONSIDERATO CHE

  • - La situazione idrica di Venegono Superiore è decisamente grave e che ogni metro cubo d’acqua in più immesso nella rete e consumato o sprecato costa enormemente in termini di ricerca, escavazione, distribuzione e manutenzione
  • - L’acqua è un bene comune e come tale va distribuito e condiviso con equità
  • - Il riscaldamento del pianeta e, più direttamente, la riduzione delle precipitazioni che da qualche anno affligge la nostra zona rendendo l’acqua risorsa scarsa e le nostre falde in fase di preoccupante abbassamento

DATO CHE

  • - L’acqua potabile è utilizzata in moltissime occasioni in cui non sarebbe assolutamente necessaria
  • - Le abitudini di utilizzo dell’acqua possono e debbono essere progressivamente ma rapidamente migliorate e improntate a una logica di conservazione e risparmio

CHIEDONO AL SINDACO

1. Di studiare e adottare una serie di provvedimenti che favoriscano nei cittadini
comportamenti virtuosi e inibiscano sprechi ormai ingiustificati e insostenibili
2. In particolare si chiede di studiare la possibilità di:
a. incentivi per coloro che nelle nuove costruzione o nelle ristrutturazioni separino
l’impianto di acqua potabile da quello di servizio (sciacquoni, irrigazioni, …)
b. incentivi per quanto in abitazioni e insediamenti produttivi prevedano la raccolta
di acqua piovana per utilizzi di servizio
c. divieto di irrigazione con acqua potabile
d. divieto di lavaggio veicoli, marciapiedi, eccetera se non con utilizzo
di attrezzature a getto controllato
e. divieto di utilizzo nelle attività produttive di acqua potabile
3. A questo scopo di insediare una Commissione che raccolga esperienze, documentazioni,
proposte per un piano di risparmio idrico. La Commissione dovrà relazionare
al Consiglio Comunale.

I Consiglieri del Gruppo Venegono Democratica

Massimo Tafi Mario Agostinelli




Venegono Superiore, 27 settembre 2007

Le lavagne non vanno a scuola

Le lavagne non vanno a scuola


Venegono Superiore - Ricordate la vicenda delle lavagne, tra il sindaco e la dirigente Scarabelli, della scuola Marconi di Venegono Superiore?

Il sindaco dice: « avevamo ricevuto la richiesta per arredi e lavagne nuove lo scorso due luglio»; ma ad oggi le lavagne per i bambini della scuola non ci sono ancora, nel frattempo le lezioni sono iniziate e gli alunni non hanno dove scrivere.

Si legge su VareseNews del 21 Settembre 2007, che il sindaco Mariolina Ciantia ha aderito alla proposta presentata da un'associazione di volontariato che opera con i bambini dell'Africa che le aveva chiesto se poteva ritirare le lavagne che erano gettate nel cortile della scuola, perché non più a norma essendo quelle a cavalletto e non a muro, per mandarle in Zambia a Don Michele. L´ex professoressa Ciantia diceva: «Nei prossimi giorni le farò ritirare e poi le affiderò a questi volontari. In questo modo mi sembra che tutta questa assurda vicenda finalmente abbia un senso».

Ma scopriamo che le lavagne, quelle nello stato migliore, sono state smontate dagli appositi cavalletti, e appese ai muri nelle classi, in attesa delle nuove lavagne, che non sono ancora arrivate.

Per noi nessuna vicenda o storia può avere un "senso", se sono gli alunni di Venegono o dell’Africa a pagare per negligenza del sindaco o dei dirigenti scolastici.

Si legge sempre su VareseNews: «c´è un nuovo prodotto sul mercato, una vernice che farebbe effetto lavagna. “Per la verità basterebbe armarsi di pennello e vernice. L´ultima novità, infatti, nel campo dell’industria chimica è la vernice "effetto lavagna" all’acqua totalmente atossica. Poco più di sei euro a lattina per avere una superficie di circa due mq dove scrivere con il gessetto”».
Forse l´amministrazione vuole comprare delle "lattine" anche da mandare in Africa?

Agesp, la luna nel posso

Agesp, la luna nel pozzo


07 ottobre 2007


Venegono Superiore - Ancora è l´argomento acqua ad avvivare gli incontri del consiglio comunale, che vedeva l´ex assessore della maggioranza Bonacci al tavolo delle opposizioni e il consigliere di maggioranza Lanzo che si è astenuto da ogni votazione.
Si stanno creando future rotture?
Si sono radunati in molti cittadini per il consiglio del 27 settembre, persone che avrebbero voluto delle risposte e dei chiarimenti: nulla di tutto ciò, il Sindaco si è di fatto limitato a dribblare le domande rinviando tutto al prossimo Consiglio Comunale.
Molti gli attacchi rivolti all'Amministrazione Ciantia da parte delle minoranze, indignate per la situazione ferma da mesi. Tra le polemiche e le mistificazioni dell´Amministrazione però, la sorpresa: una dichiarazione si distingue, quella della localizzazione di un possibile nuovo pozzo in località «cascina dei prati»; dopo che il buon idraulico del "paese", più volte indirettamente attaccato dal Sindaco durante il Consiglio Comunale, lo diceva da lungo tempo ai cittadini. «Abbiamo reperito l'acqua - dice, sorpreso, l'assessore Manna - ma sarà necessario reperirne dell'altra creando due pozzi, così da poter dare delle sicurezze». In questo ambito, poi, l'Amministrazione si sta muovendo con il sostegno dei tecnici dell'Agesp SpA, la quale è stata incaricata nel mese di luglio di fare uno studio della rete idrica del paese, che ai cittadini è costata € 10.000,00, per il miglioramento dell'erogazione delle risorse idriche, individuando le eventuali perdite dell'impianto idraulico.
Rimane un mistero il motivo per cui si sia scelta proprio Agesp SpA per questo studio.
Quali accordi sono in corso tra Agesp e il Comune?

Hanno detto dell'acqua La pace nell'acqua

Fonte



Hanno detto dell'acqua
La pace nell'acqua

di Mikhail Gorbaciov

L'acqua, come la religione e l'ideologia, ha il potere di muovere milioni di persone. Sin dalla nascita della civiltà umana, i popoli si sono trasferiti in prossimità dell'acqua.
I popoli si spostano quando l'acqua è troppo scarsa e quando ce n'è troppa.
I popoli viaggiano sull'acqua. I popoli scrivono, cantano, danzano e sognano l'acqua.
I popoli combattono per l'acqua e tutti, in ogni luogo e ogni giorno, ne hanno bisogno.
Ne abbiamo bisogno per bere, per cucinare, per lavare, per l'agricoltura, per le industrie, per l'energia, per i trasporti, per i riti, per il divertimento, per la vita. E non siamo soltanto noi esseri umani ad averne bisogno: ogni forma di vita dipende dall'acqua per la propria sopravvivenza.

Ma oggi siamo sull'orlo di una crisi idrica mondiale. Le due più significative eredità lasciateci dal XX secolo (l'esplosione demografica e quella tecnologica) hanno preteso un tributo in termini di risorse idriche. Oggi molte più persone soffrono per la carenza di acqua potabile rispetto a venti anni fa; stiamo esaurendo e inquinando un numero sempre maggiore di sorgenti d'acqua dolce. Le moderne tecnologie ci hanno permesso di sfruttare una gran quantità dell'acqua mondiale per usi energetici, industriali e agricoli, ma spesso a un terribile prezzo per la società e per l'ambiente, e molte pratiche tradizionali per la salvaguardia delle acque sono state abbandonate lungo la strada. La maggior parte delle soluzioni della crisi deve essere elaborata e attuata a livello locale, sempre tenendo presente che l'acqua non deve essere data per scontata, né diventare proprietà di gruppi particolari per esigenze particolari.

Mikhail Gorbaciov

L'acqua è il più importante elemento necessario affinché a ognuno sia assicurato il diritto umano universale "a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia" (articolo 25, Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo). Senza la possibilità di utilizzare acqua pulita, la salute e il benessere non solo sono seriamente messi in pericolo, ma diventano impossibili: le persone che non dispongono di rifornimenti idrici di base vivono nel degrado e nell'impoverimento, con scarse possibilità di creare un futuro migliore per i loro figli.

Dobbiamo riconoscere che l'acqua pulita è un diritto umano e così facendo accetteremo la nostra responsabilità a livello mondiale per far sì che la previsione di un mondo in cui, entro 25 anni, due persone su tre dovranno affrontare problemi idrici, si dimostri errata. A questo proposito, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ci chiede di affrontare la minaccia di una catastrofica crisi idrica e di contrastare tali fosche previsioni adottando un nuovo spirito di condotta. Fare altrimenti significherebbe un vero crimine e per questo la storia giustamente giudicherà con asprezza le attuali generazioni.

La crescita della popolazione mondiale deve essere considerata non solo come una delle cause della crisi idrica, ma anche come la fonte della sua soluzione, come evidenziato dall'ex presidente delle Filippine, Fidel Ramos, portando l'esempio dell'enorme potenziale di energia umana dell'Asia sud-orientale. La solidarietà umana è l'unica forza in grado di affrontare un compito di questa entità. Deve esserci solidarietà a livello di governo internazionale e regionale, deve esserci solidarietà tra i vari settori e i partecipanti; e deve esserci la volontà politica tra i governi di lavorare in buona fede sia con le nazioni confinanti sia con il proprio popolo. A queste persone, compresi i gruppi spesso emarginati come le donne e i minori, bisogna dare voce e anche le informazioni e i mezzi necessari per farsi sentire.

Senza la sicurezza idrica, la stabilità sociale, economica e nazionale è messa in pericolo. Questo assume aspetti più drammatici nei luoghi in cui l'acqua scorre attraversando i confini e diviene cruciale nelle regioni di tensione religiosa, territoriale o etnica. In alcuni casi, come tra India e Pakistan a proposito del fiume Indo, la riuscita cooperazione in materia di risorse idriche può essere citata come prova che anche gli Stati con relazioni difficili possono lavorare insieme. In altri casi, non sono ancora state colte le opportunità di miglioramento delle relazioni regionali offerte dalla presenza di un corso d'acqua in comune. La valle del Giordano, condivisa dalle popolazioni di Israele, Palestina, Giordania, Siria e Libano, ne è un esempio.

Sin dall'antichità, l'acqua ha rappresentato un problema fondamentale di sicurezza nelle aride terre del Medio Oriente. La distribuzione, l'uso e i diritti sulle sempre più scarse risorse idriche di questa instabile regione restano questioni delicate e potenzialmente esplosive. Inoltre, la questione dell'acqua è fondamentalmente messa in disparte o occultata nei convenzionali negoziati di pace. Hanan Sher del Jerusalem Post fa luce sui travagli e sulle tribolazioni incontrati sulla strada per la conquista dell'acqua per la pace nel Medio Oriente, una strada che io stesso ho recentemente rivisitato. All'inizio di quest'anno mi sono incontrato con il primo ministro Barak, il presidente Arafat e il re Abdullah di Giordania, e ho ottenuto il loro impegno a collaborare con la mia organizzazione, Green Cross International e i nostri partner, il Centre for Middle East Peace e Economic Cooperation (Centro per la cooperazione economica e la pace in Medio Oriente), per trovare soluzioni alla crescente crisi idrica della regione.

I tre leader hanno esplicitamente riconosciuto che non possono esserci soluzioni unilaterali ai loro problemi per le acque transfrontaliere. Questo vale per il Medio Oriente come per i corsi d'acqua condivisi da Stati Uniti e nazioni confinanti. In tutti i 261 bacini idrografici internazionali del mondo, la gestione congiunta deve basarsi su un sistema di effettiva interdipendenza; una condivisione piuttosto che una limitazione della sovranità di ciascuna nazione.

Anche se i conflitti armati tra gli stati a causa dell'acqua sono improbabili, bisogna ricordare che questi non sono gli unici tipi di conflitti che le società con carenze idriche devono affrontare. I conflitti interni tra gruppi etnici, regioni, utenti e piccole comunità possono effettivamente insorgere per motivi legati all'acqua. La cooperazione tra stati è fondamentale per la ricerca di soluzioni idriche a livello regionale. Quando tali soluzioni non sono facilmente raggiungibili, devono essere disponibili la mediazione e il supporto internazionale. A tal fine è stato avviato un movimento dal sottosegretario di Stato Madaleine Albright con l'istituzione di una Global Alliance for Water Security (Alleanza mondiale per la sicurezza idrica).

Nella maggioranza dei casi, tuttavia, le soluzioni pratiche necessarie sono a livello locale, per riflettere la specifica natura geografica e culturale dell'impiego delle acque. È ormai finito il periodo della Guerra fredda, quando il principio "quanto più è grande, tanto è meglio" sollecitava la costruzione di 45.000 grosse dighe in tutto il mondo. Questa sconsiderata interferenza nella natura ha lasciato una terribile eredità, non ultima nella mia terra dove migliaia di acri di terra fertile sono andati perduti, e le catastrofi prodotte dall'uomo come nella regione del lago d'Aral causano sofferenze incalcolabili.

Gli articoli forniti da Kader Asmal della World Commission on Dams (Commissione mondiale per le dighe) e dall'esperto di problemi idrici Anil Agaewal vanno alla ricerca di una via verso una nuova era in cui le considerazioni sociali e ambientali abbiano la precedenza e in cui i vantaggi delle grosse costruzioni come le dighe siano messi in discussione. Gli Stati Uniti, la seconda nazione con il maggior numero di dighe dopo la Cina, ne stanno già abbattendo molte; altrove, in particolare nei paesi in via di sviluppo, la domanda che si pone riguarda il modo in cui offrire i vantaggi forniti dalle dighe attraverso altre iniziative, come la raccolta dell'acqua piovana e la gestione della domanda.

In molte zone del mondo questa
è l'unica acqua disponibile

Al centro del problema c'è il valore che attribuiamo ai diversi impieghi dell'acqua. Ancora una volta, non esiste un progetto valido a livello universale, ma è chiaro che non è auspicabile nessuna delle due posizioni estreme, l'una che sostiene che l'acqua deve essere gratuita per tutti e l'altra che spinge per la determinazione del prezzo in base al costo pieno per tutte le forniture idriche. Dobbiamo ricordare che il valore e il prezzo dell'acqua sono due cose assai differenti; è un elemento che deve essere usato in modo efficiente, ma deve essere disponibile per il sostentamento di tutti, compresi gli ecosistemi naturali. Questo rende la determinazione del prezzo dell'acqua una questione complessa, come desumiamo dalle opinioni sull'argomento di Ismail Serageldin, presidente della World Commission on Water (Commissione mondiale per l'acqua), e di Douglas B. MacDonald.

Dobbiamo quindi affrontare un'enorme sfida. Fortunatamente abbiamo un passato di grandi sfide risolte usando l'immaginazione e la nostra incontenibile capacità di adattamento. Per essere certi di muoverci nella giusta direzione, dobbiamo permettere alle nostre conoscenze, alle nostre esperienze e alle nostre istituzioni di metterci in pari con il travolgente progresso della scienza e della tecnologia e imparare come diventare buoni vicini l'uno per l'altro e buoni ospiti dell'ambiente naturale.

Proprio così come siamo mossi dall'acqua, dobbiamo muoverci rapidamente per salvarla.



Una legge popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua

Fonte




Una legge popolare
per la ripubblicizzazione dell'acqua

di Maurizio Acerbo

4 Ottobre 2007



Le oltre 400 mila firme raccolte in tutta Italia dai comitati per la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua sono state consegnate al presidente della camera Bertinotti lo scorso luglio. E ieri la Commissione ambiente ha cominciato l’analisi del testo, relatore il deputato Maurizio Acerbo [Prc]. Pubblichiamo il testo della relazione, che spiega il senso e i singoli articoli della legge. La Commissione dovrebbe riprendere l’esame del provvedimento già la prossima settimana.

Vorrei preliminarmente sottolineare che la proposta in esame merita un’attenzione particolare, in quanto si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare, ai sensi dell’articolo 71, comma secondo della Costituzione.
Ritengo assai positivo che questa commissione abbia convenuto di procedere con celerità all’esame di una proposta sottoscritta da 406.626 cittadini e cittadine e promossa da centinaia di comitati territoriali e decine di organizzazioni, associazioni e reti nazionali riunite nel Forum italiano dei movimenti per l’acqua […]. Come ha detto uno dei più autorevoli sostenitori di questa iniziativa legislativa «dal basso», padre Alex Zanotelli, «lottiamo per l’acqua in questo momento perché senza acqua non si può vivere». L’acqua costituisce un bene comune dell’umanità, irrinunciabile, che appartiene a tutti. Il diritto all’acqua è inalienabile: dunque l’acqua non può essere proprietà di nessuno. E’ sulla base di questa consapevolezza che viene proposto al legislatore l’obiettivo di arrestarne i processi di privatizzazione.
La proposta di legge di iniziativa popolare detta principi relativi alla gestione delle risorse idriche, con particolare riferimento ai profili della tutela e della pianificazione, interviene sulla gestione del servizio idrico integrato disciplinando anche la fase transitoria e le tariffe del servizio idrico, reca misure dirette a favorire l’accesso universale all’acqua potabile.
La finalità del provvedimento, esplicitata nell’articolo 1, comma 2, è quella di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale.
I principi generali dell’uso delle risorse idriche sono contenuti nell’articolo 2, che reca l’esplicito riconoscimento della disponibilità e dell’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile quale diritto inalienabile e inviolabile della persona. L’articolo 3 reca i principi relativi alla tutela e alla pianificazione, dettando in particolare disposizioni relative alla predisposizione del bilancio idrico, e conferma l’applicazione dei principi contenuti nella « direttiva acque» sull’informazione e la consultazione pubblica nella redazione degli strumenti di pianificazione. Esso inoltre disciplina le modalità per il rilascio o il rinnovo di concessioni di prelievo di acque, per i quali indica specifici vincoli, conferma il criterio del recupero dei costi relativi ai servizi idrici e consente l’utilizzo delle acque «destinabili all’uso umano» per un uso diverso solo se non siano presenti altre risorse idriche [in tale caso prevedendo che venga decuplicato l’ammontare del relativo canone di concessione].
Per quanto riguarda la gestione del servizio idrico integrato – sulla base dei principi di cui all’articolo 4 e della sua definizione quale servizio pubblico privo di rilevanza economica – il provvedimento prevede la proprietà pubblica e la natura demaniale delle infrastrutture afferenti al servizio idrico e la conseguente inalienabilità e destinazione perpetua ad uso pubblico, nonché la non separabilità della gestione e dell’erogazione del servizio idrico integrato e l’affidamento esclusivo a enti di diritto pubblico [articolo 5], con conseguente esclusione, nell’articolo 6, della possibilità di acquisizione di quote azionarie di società di gestione del servizio idrico integrato. Tale ultima disposizione regola anche la fase transitoria, prevedendo in particolare: la decadenza di tutte le forme di gestione del servizio idrico affidate in concessione a terzi; nel caso di affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, l’avvio del processo di trasformazione in società a capitale interamente pubblico, con obbligo di successiva trasformazione in ente pubblico; nel caso di affidamento a società a capitale interamente pubblico, la trasformazione in enti di diritto pubblico. La disposizione demanda ad un successivo decreto ministeriale la definizione dei criteri e delle modalità ai quali le regioni e gli enti locali devono attenersi per garantire la continuità del servizio idrico durante tale fase transitoria.
Al fine di attuare i processi di trasferimento di gestione, si prevede inoltre l’istituzione di un apposito Fondo nazionale per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato [articolo 7].
Il provvedimento, sulla base delle norme generali sul finanziamento contenute nell’articolo 8, interviene anche sul profilo della tariffa del servizio idrico integrato, la cui determinazione deve avvenire sulla base del metodo che spetta al governo definire [articolo 9]. Con particolare riferimento all’uso domestico, la tariffa deve coprire i costi ordinari di esercizio del servizio idrico integrato, ad eccezione del quantitativo minimo vitale garantito, che viene fissato in cinquanta litri al giorno per persona. Alla normativa regionale spetta, limitatamente alle fasce di consumo domestico superiori a cinquanta litri, l’individuazione di fasce tariffarie articolate per scaglioni di consumo, nonché la definizione di tetti di consumo individuale oltre i quali l’utilizzo dell’acqua è assimilato all’uso commerciale.
L’articolo 10 afferma il principio del governo democratico della gestione del servizio idrico integrato e a tal fine attribuisce agli enti locali il compito di adottare forme di democrazia partecipativa che conferiscano ai lavoratori del servizio idrico integrato e agli abitanti del territorio strumenti di partecipazione attiva alle decisioni sugli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione e alle regioni il compito di definire, attraverso normative di indirizzo, le forme e le modalità più idonee ad assicurare l’esercizio di tale diritto.
L’articolo 11 istituisce il Fondo nazionale di solidarietà internazionale, che ha la finalità di favorire l’accesso all’acqua potabile per tutti gli abitanti del pianeta e di contribuire alla costituzione di una fiscalità generale universale che garantisca tale accesso.
L’articolo 12 reca disposizioni finanziarie e contiene, tra l’altro, una norma di delega per l’introduzione di una tassa di scopo relativa al prelievo fiscale sulla produzione e sull’uso di sostanze chimiche inquinanti per l’ambiente idrico.

Viene proposta dunque una svolta radicale rispetto al «pensiero unico», sospinto da ben solidi interessi, che ha prevalso negli ultimi venti anni e che si è tradotto su scala globale e nazionale nella scelta di politiche volte alla mercificazione dell’acqua e alla privatizzazione della gestione dei servizi idrici. Va detto che nel nostro paese, come d’altronde quasi ovunque in Europa e nel mondo, fortissime sono state le resistenze nella società e anche nel mondo politico rispetto a queste scelte e infatti abbiamo assistito al dilagare delle mobilitazioni per la difesa dell’acqua come bene comune. Parimenti, numerosi enti locali hanno cercato di resistere alla pressione privatizzatrice. L’adesione di molti consigli comunali e provinciali alla campagna per la legge di iniziativa popolare lo testimonia. Anche il nostro parlamento, in particolare la commissione esteri, ha votato nella precedente legislatura una risoluzione con cui si invitava il governo italiano a contrastare negli organismi internazionali la tendenza a imporre la privatizzazione dell’acqua.
Vorrei ricordare che anche la previsione della Finanziaria 2002 [legge 448/2001] di attivare un processo irreversibile di privatizzazione dei servizi pubblici locali – tra cui l’acqua – ha trovato ostacoli nella stessa coalizione che sosteneva il governo all’epoca. L’articolo 35 della legge 448 prevedeva l’obbligo di gara per tutti i servizi pubblici locali, compresa l’acqua, ma la mobilitazione dei movimenti, delle comunità e delle amministrazioni locali, private di ogni possibilità di scelta, ha condotto al dl 269 del 2003 che ha consentito di optare per società a capitale interamente pubblico [in house].
Va segnalato che però il dl 269/2003 conteneva la scelta controversa di eliminare le forme di gestione attraverso enti di diritto pubblico [aziende speciali, consorzi, eccetera] tema non a caso rimesso in discussione da questa proposta di legge.
La gestione pubblica dei servizi idrici è diventata nel frattempo uno degli impegni contenuti nel programma del governo Prodi ed è anche ribadita nel ddl Lanzillotta sui servizi pubblici locali.
La stessa camera dei deputati ha approvato un emendamento al decreto Bersani-bis che prevede la moratoria rispetto ai processi di privatizzazione in atto.
Questa iniziativa legislativa popolare ha il merito di fornire al parlamento l’occasione per affrontare in maniera non episodica – ma con uno sguardo d’insieme – una materia sulla quale negli anni recenti si è legiferato in maniera contraddittoria.