La rivoluzione dell'Acqua

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La rivoluzione dell'Acqua
fa ripartire la democrazia
dalle comunità
più piccole e lontane

di Marco Bersani

“Vieni ti faccio vedere il trattore del mio papà” mi dice una bambina di nove anni, indicandolo con la mano. Il trattore del suo papà è in piazza, insieme a quelli di molti altri papà, arrivati dai Comuni ribelli di Montecupiolo, Maiolo e Pietrarubbia e giunti in corteo per la convocazione aperta e congiunta dei tre Consigli Comunali in difesa dell’acqua pubblica.

Siamo all’interno della provincia di Pesaro, al confine con quella di Rimini, ed è una splendida giornata di sole. Più di quattrocento persone -su duemila abitanti tutti compresi!- gremiscono la sala e la piazza esterna, dove i clacson dei trattori sottolineeranno l’approvazione ai passaggi più condivisi degli intervenuti. I paesi sono pieni di manifesti -fatti stampare dai Comuni- di sostegno alla campagna di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare dell’acqua; il logo è
ovunque ed ogni trattore ha un suo manifesto personalizzato (quella del papà della mia piccola amica dice “Quando privatizzerete anche l’aria?).
I tre Comuni dell’alto pesarese sono ribelli da tempo. Per contrastare la privatizzazione - l’Ato provinciale vorrebbe affidare la gestione ad una società che dovrebbe nascere dalla fusione delle due esistenti, una a totale capitale pubblico, l’altra nel cui capitale sociale è presente la multinazionale bolognese Hera- questi Comuni hanno rifiutato anche l’adesione all’ATO e sono stati commissariati.

Non sembrano preoccuparsene più di tanto. “Siamo i custodi della montagna, dei suoi boschi e della sua acqua” ripetono più volte. “Questa acqua non appartiene neppure a noi, come potrebbe essere data ai privati?”. Applaudono i bambini della scuola elementare che cominciano a impararlo, applaudono gli anziani che lo hanno sempre saputo. “Abbiamo deciso la gestione in economia e quando lo abbiamo detto all’Ato hanno detto che siamo talebani, ma i talebani sono quelli che continuano a volere la privatizzazione dell’acqua” dice il vice-Sindaco di Montecupiolo. Dopo due mandati da Sindaco, alle ultime elezioni non ha potuto ricandidarsi e gli è succeduto il suo storico compagno di lotte.
Che a tavola mi racconta : “Quando ho vinto le elezioni, la prima visita che ho ricevuto è stata quella dei dirigenti bolognesi di Hera. Mi hanno detto che siccome il Sindaco non era più quello precedente, forse si poteva cominciare a ragionare. Allora gli ho presentato il vice-Sindaco. La riunione si è chiusa lì”.

L’assemblea continua. Un anziano dice : “Anche gli animali di montagna hanno bisogno dell’acqua. Non possono mica andare a bere alla diga o dalle bottiglie del supermercato”. Un altro è lapidario “Non devono vergognarsi, devono arcivergognarsi!”.

Non sono più i tempi in cui chi vive sulla montagna non sa cosa succede fuori. Ed eccone un altro : “Ho letto che vorrebbero fare un partito democratico. Ma quando renderanno democratiche le istituzioni?”. E ancora :”Sono venuti quelli dell’Ato, ci hanno detto che la gestione pubblico-privato è efficiente, permette gli investimenti. Gli abbiamo detto che la nostra gestione è efficiente e la tariffa molto bassa.
Hanno insistito. Gli abbiamo detto : se vi diciamo che non abbiamo il problema, perché continuate a cercare di convincerci di averlo?”. La sala applaude. Una comunità intera che fa del riconoscimento dei beni comuni il proprio elemento fondativo. E che se anche sfiora qualche eccesso di localismo, subito si riprende. Come dimostra il fatto che hanno voluto il mio intervento per collegarsi alla campagna nazionale.
Come dichiara il vice-Sindaco di Montecupiolo : “ Nei nostri Comuni ci sono 1070 elettori. A Bersani promettiamo che raccoglieremo 1070 firme per la legge d’iniziativa popolare!”

I Consiglieri Comunali si alzano in piedi e applaudono la gente “Perché riconosciamo che siete più avanti di noi”. Poi arriva l’atto formale della deliberazione. Si approva la difesa dell’acqua, l’inserimento negli statuti comunali dell’acqua come diritto umano, l’adesione alla legge d’iniziativa popolare”.

Riparto per Ancona, dove si terrà la riunione regionale dei Comitati per l’acqua. Penso che un giorno Hera tornerà ad essere tempo imperfetto del verbo essere. Sono contento.