Rifugiati politici No grazie

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La Settimana


La vicenda tieni banco durante l'ultimo consiglio comunale
«Rifugiati politici No grazie»
La Caritas ambrosiana aveva chiesto di attivare un progetto di accoglienza dai Comboniano
Serena D'Angelo


VENEGONO SUPERIORE - Stupore. e agitazione in consiglio comunale per un'interpellanza a sorpresa. Rifugiati politici e richiedenti asilo a Venegono Superiore, una richiesta negata, ma che ancora fa discutere. Ad appesantire maggiormente i toni dell'ultimo consiglio cittadino, svoltosi tra accuse e brusii, un'interpellanza da parte dei consiglieri Bruno Zoccola e Alessandro Limido in rappresentanza del gruppo «Il polo per Venegono». In oggetto la richiesta di informazioni dettagliate inerenti una missiva pervenuta all'Amministrazione venegonese nello scorso mese di giugno da parte della fondazione Caritas ambrosiana. Tale missiva conteneva infatti la richiesta di attivazione di un progetto di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati politici nella struttura dei missionari Comboniani di Venegono Superiore, alla quale il primo cittadino Mariolina Ciantia aveva a suo tempo risposto negativamente. «Ci chiediamo se la risposta negativa del signor sindaco sia legata soltanto al corrente anno o se negli anni a venire la posizione potrebbe mutare affermano nell'interpellanza i consiglieri - e se sono state valutate le conseguenze di una tale soluzione. In merito esprimiamo la nostra perplessità in quanto un fatto che interessa direttamente i nostri concittadini e il territorio limitrofo non sia stato portato in consiglio comunale per un dibattito approfondito». Immediata la risposta del sindaco Ciantia, anche se per quella ufficiale bisognerà attendere il prossimo consiglio comunale, che ha dichiarato le ragioni di una risposta tanto tempestiva quanto di polso: «A causa delle tempistiche ristrette di un possibile finanziamento ministeriale, del quale si sarebbe potuto usufruire in caso di risposta positiva al progetto, mi sono trovata a fare fronte alla questione in prima persona, senza poter contattare giunta e opposizione». Aggiungendo inoltre un'importante dichiarazione: «Nel caso in cui la fondazione Caritas ambrosiana ci riproponesse il progetto, questo verrà portato in consiglio comunale per una accurata analisi e discussione, e solo raggiungendo l'unanimità si potrà procedere con l'adesione». Spiegazioni esaurienti, che lasciano ancora aperto però uno spiraglio che molti cittadini osservano con sospetto e ancora una volta agitazione. Per poter approfondire l'argomento, di rigore la partecipazione al prossimo, e certamente affollatissimo, consiglio comunale.





La finanziaria che fa acqua...

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La finanziaria che fa acqua...




Nella finanziaria 2007 in discussione in questi giorni al parlamento ci sono numerose questioni che riguardano l’acqua e i servizi pubblici e può essere utile trattarle per punti, anche se sono collegate tra loro.

Di seguito una nota a cura di Corrado Oddi.

1)Moratoria
La moratoria è stata inserita nel decreto fiscale collegato alla Finanziaria al Senato. Ora il decreto fiscale è in discussione alla Camera, dove è praticamente certo che verrà modificato sul tema relativo al bonus per gli incapienti e quindi tornerà in Senato. In ogni caso, poiché stiamo parlando di un decreto, esso deve essere convertito in legge entro 60 giorni, pena la sua decadenza. Il sessantesimo giorno scade proprio il 1° dicembre: speriamo quindi di poter annunciare dalla piazza della manifestazione di avere definitivamente la moratoria. Nel merito del provvedimento della moratoria, se è vero che esso non risponde a tutte le questioni aperte, è altrettanto evidente che con esso realizziamo l’obiettivo che ci eravamo prefissi, e cioè di bloccare tutti gli affidamenti per un anno o fino a quando ci sarà una nuova normativa sulla gestione del servizio idrico. Non parliamo di poca roba, perché su 91 Ato titolari degli affidamenti, ad oggi ben 27 non hanno ancora affidato il servizio: è quello che può fare la differenza per evitare che il processo di privatizzazione giunga ad un punto irreversibile, oltre il quale diventa sempre più complicato realizzare la ripubblicizzazione.

In quest’anno è evidente che la partita entra nel vivo ed è per questo che diciamo che va accelerato l’iter di discussione della nostra proposta di legge di iniziativa popolare, la sola che può rispondere compiutamente all’insieme delle questioni aperte. Del resto, che la moratoria sia una nostra prima vittoria lo dimostra “ a contrario” la reazione della Lanzillotta: abbiamo notizie abbastanza precise, su cui torniamo più avanti, che la ministra pretende di inserire, e con contenuti peggiorativi, il suo disegno di legge di privatizzazione dei servizi pubblici locali nella Finanziaria, nel momento in cui la discussione della Finanziaria passerà alla Camera.

2)Ridefinizione degli ATO
Il Senato ha approvato un emendamento presentato dalla maggioranza all’art. 15 della Finanziaria che ridefinisce gli ATO. Il testo presentato inizialmente era ancora peggiore di quello che poi è stato approvato. Il primo testo prevedeva il puro e semplice passaggio delle funzioni dagli ATO alle Province, cosa per noi inaccettabile, visto che così facendo, in un colpo solo, spariva ogni riferimento ai bacini idrografici e si esautorava il ruolo dei Comuni. Il testo approvato non va ancora bene, anche se viene ripristinata, in via subordinata, la possibilità che gli ATO si costituiscano come forma associata di Comuni.

La nostra proposta, invece, risolve compiutamente il tema della configurazione degli ATO sulla base del bacino idrografico, ripristina il ruolo dei Comuni e affronta anche il tema dei costi della politica: infatti essa prevede che gli ATO si costituiscano come convenzioni ex art.30 decreto legislativo 267/2000, sulla base di Assemblee dei Sindaci e Presidenti delle Province, che non percepiscono alcun emolumento. Questa proposta di emendamento, assieme alle altre di cui parliamo di seguito, la presenteremo ai capigruppo della Camera dell’Unione, nel momento in cui la Finanziaria approderà alla Camera.

3)Altri provvedimenti da inserire nella legge Finanziaria

Come abbiamo avuto modo di dire nel corso di questi mesi e nella stessa predisposizione della piattaforma per la manifestazione del 1° dicembre, ci sono almeno altri due provvedimenti importanti, sia per i loro contenuti sia anche dal punto di vista simbolico, che, a nostro parere, dovrebbero entrare nella manovra finanziaria. Il primo è quello relativo all’istituzione di un Fondo nazionale per la ristrutturazione delle reti idriche; il secondo è finalizzato all’incentivazione della sostituzione degli impianti irrigui a pioggia con quelli “ a goccia”. Nonostante le nostre sollecitazioni, nel testo attuale della legge Finanziaria in via di approvazione al Senato, non c’è traccia di ciò. Formalizzeremo perciò queste proposte in emendamenti che manderemo ai Capigruppo della Camera dell’Unione.

4) Norme già inserite o che possono essere inserite nella legge Finanziaria

Esistono poi 2 articoli nella legge Finanziaria in discussione assolutamente negativi. Il primo è l’articolo 87. Esso dichiara di voler porre limiti alla costituzione e alla partecipazione in società da parte delle Amministrazioni pubbliche ma in realtà va in una direzione che può aprire la porta a processi di ulteriore e forte esternalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici. Infatti, esso prevede, “ al fine di tutelare la concorrenza e il mercato”, che le AA.PP. non possano costituire società né assumere o detenere partecipazioni, anche minoritarie, in società “aventi per oggetto la produzione di beni o servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali”. Viene precisato inoltre che “ è sempre ammessa la costituzione di società che producano servizi di interesse generale”, come peraltro è fatto obbligo di cedere, entro 18 mesi dall’entrata in vigore della legge Finanziaria, società e partecipazioni non rientranti nelle proprie finalità istituzionali. Ora, risulta evidente che questo provvedimento incentiva una progressiva esternalizzazione/privatizzazione dei servizi pubblici: infatti, al di là del fatto che si continua a non definire cosa si intende per servizi di interesse generale e quali siano le finalità istituzionali delle AA.PP, si rende possibile la costituzione di società di capitali per gestire servizi di interesse generale ( la cui gestione dovrebbe essere invece diretta) e si fa divieto di possedere o detenere quote di società che non “perseguono le proprie finalità istituzionali”. Per esplicitare meglio, con questo provvedimento, ad esempio, gli Enti locali possono costiture una s.p.a. per gestire gli asili nido e privatizzare totalmente le aziende che gestiscono acqua, energia, rifiuti ecc.

Il secondo è il comma 5 dell’art. 85 che dispone la riduzione dei componenti degli organi societari delle società in mano pubblica, ma salvaguardando le aziende quotate in mercati regolamentati. Non è difficile non vedere qui un’ulteriore spinta all’andata in Borsa delle società pubbliche. Per queste ragioni chiediamo l’abrogazione totale dell’art.87 e del comma 5 dell’art.85.

Infine, anche se allo stato attuale non c’è alcun testo al riguardo, sembra che la ministra Lanzillotta, così com’è stato fatto per la moratoria, vorrebbe inserire il suo disegno di legge nella manovra finanziaria. Infatti il disegno di legge delega sul riordino dei servizi pubblici locali giace impantanato al Senato, in attesa della sua prima approvazione. Addirittura, in quest’introduzione nella legge Finanziaria, sembra che il testo verrebbe ulteriormente peggiorato. Per quanto ci riguarda, il nostro punto di vista è noto: il disegno di legge Lanzillotta, anche se non si riferisce al servizio idrico, ha il significato di consegnare al mercato gli altri servizi pubblici di rilevanza economica; in ogni caso, per noi è irrinunciabile che ci sia la possibilità di gestire i servizi pubblici locali tramite Aziende speciali o consortili, da mettere perlomeno sullo stesso piano delle altre forme gestionali.

Insomma, le ragioni per la nostra mobilitazione e per la manifestazione del 1° dicembre sono tutte confermate e, anzi, per certi versi, rafforzate. La partita è aperta e la battaglia non semplice: per questo occorre essere in tante e tanti il 1° dicembre a Roma e utilizzare il tempo che ci rimane perché quella giornata sia un grande momento di partecipazione e di lotta per ripubblicizzare l’acqua e difendere i beni comuni.

Il "sindaco di gomma"

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La Provincia


Un caustico volantino diffuso in paese mette
alla berlina la coalizione di maggioranza

Fumetto dell'opposizione
attacca il "sindaco di gomma"



22 novembre 2007


VENEGONO SUPERIORE (a,mad.) - L'opposizione si fa anche a colpi di satira, e non succede solo su scala nazionale. A Venegono Superiore sta infatti girando in queste ore un volantino che mette pesantemente alla berlina la coalizione di maggioranza, accusata da un gruppo di «cittadini venegonesi presenti in consiglio» (come si definiscono gli autori dalla firma riportata sul foglio) di gestire le sedute del consiglio comunale in maniera poco ortodossa. In particolare viene presa di mira la riunione dello scorso 8 novembre, quando l'assemblea civica ha affrontato diversi temi scottanti, che stanno animando il dibattito politico cittadino negli ultimi mesi.
Il volantino, dopo aver ricordato i problemi del paese, si chiude con una frase pungente: «Ritardi, lassismo, bugie, incongruenze, regalie, mancanza d'informazione, tutto emerge durante il consiglio comunale, ma il sindaco dice: tutto va bene, a termini di regolamento».
Ma è la vignetta riportata a piè di pagina l'elemento che attira maggiormente l'attenzione. Si tratta di un disegno che ritrae i consiglieri riuniti attorno a un tavolo per la discussione di rito. Gli esponenti della maggioranza assumono così le sembianze del famoso ornino di gomma, simbolo di una nota casa di pneumatici (Bibendum). Dai banchi dell'opposizione si levano nuvole di domande e affermazioni, nella vignetta la replica arriva dal sindaco che, lapidario, sentenzia: «Mi rimbalza».

Nella cassetta delle lettere

Abbiamo trovato nella cassetta delle lettere questo volantino, che molto probabilmente avrete ricevuto anche voi.
Ritenuto giusto pubblicarlo in quanto documento indirizzato ai Venegonesi e distribuito nella loro cassetta delle lettere.

Un milione di euro per cercare nuove falde

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Il “tesoretto” dovuto a maggiori entrate è stato destinato alla Seprio Servizi
per la ricerca dell’acqua «per fronteggiare eventuali crisi idriche»

Un milione di euro per cercare nuove falde

Giovedi 15 Novembre 2007

Tradate - Un milione di euro per l’acquedotto della città. È la somma parziale dell’avanzo di amministrazione che il Comune stanzierà alla Seprio servizi per la ricerca dell’acqua per fronteggiare le prorbili future crisi idriche. La somma destinata arriva da un piccolo “tesoretto” che si è ritrovato il comune in seguito a da delle maggiori entrate dell’ultimo periodo. «Questo ci permette di poter investire nell’acquedotto della città – spiega il sindaco Stefano Candiani -. Ricercare l’acqua, andare alla ricerca di nuove falde, costa, ma è necessario per evitare che in futuro si verifichino situazioni come quelle avvenute in passato. La scorsa estate è stata meno tragica del 2006, ma perché ci siamo messi in testa di evitare la crisi sistemando le perdite nell’acquedotto e pulendo i vecchi pozzi. Ora serve trovare nuovi fonti».


A proposito di sicurezza

A proposito di sicurezza

Come persone impegnate a favore di politiche di integrazione e solidarietà sociale in un territorio come quello di Varese, che è stato tra le culle della cultura razzista e xenofoba oggi così diffusa, vi chiediamo di dare spazio ad una voce che non vuole allinearsi con il clima di intolleranza che domina il panorama informativo e politico di queste settimane.
Grazie.


Ci risiamo con la caccia al mostro !
Avevamo già sentito: DAGLI al terrone, DAGLI all'Albanese, DAGLI al Marocchino, DAGLI al Cinese, DAGLI ai Rom.
Adesso tocca al rumeno - DAGLI al rumeno (una volta si diceva DAGLI al ladro).
Chi sarà di turno la prossima volta ?
Espelliamoli tutti. Rimarremo con la nostra criminalità DOC: mafiosi, bestie di satana, figli che ammazzano i genitori, genitori che ammazzano i figli, fidanzatini per bene che uccidono le fidanzate e nessun Decreto Legge potrà toglierci la paura.
La nostra è evidentemente una società malata,capovolta. Per troppi anni è stata educata a non aver più certezze. Ha visto diventare lecito l'illecito, esaltare i furbi, chiamare delinquente il clandestino e onorevole il delinquente.
La sicurezza è un risultato non un punto di partenza e non ha bisogno di leggi più restrittive. Sarebbe più utile forse che anzichè investire miliardi in armi, in expo, in feste del cinema, in campionati mondiali, ci si preoccupasse per una volta delle vere "urgenze" del paese, almeno da parte di coloro che dichiarano di operare dando priorità alla "centralità della dignità della persona, di ogni persona".
Conseguentemente si dirottasse questa pioggia di soldi sulle periferie perchè non cadano nel degrado, si impedisse che gli sfruttatori italiani DOC chiedano agli immigrati affitti impagabili o neghino loro la casa, che i giovani non si sentissero sempre e ovunque precari, che il Governo avesse il coraggio di esplorare la verità in quei drammi che restano sempre senza colpevoli (Genova, Calipari ecc.ecc.ecc.), che inchiodasse i colpevoli alle loro responsabilità anzichè promuoverli.
Si respirerebbe forse un'aria più pulita.
E' troppo volere tutto questo e pretenderlo tutti insieme dal Governo?

Filippo Bianchetti, Antonello Carai, Paolo Covacich, Gisa Legatti,
Donata Manciani, Beppe Orlandi, Alessandra Pessina, Ruffino Selmi

Siccità e carenza idrica, le proposte della Commissione Ce

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Siccità e carenza idrica,
le proposte della Commissione Ce


Negli ultimi 30 anni il numero di zone e persone colpite nell'Ue è aumentato del 20%, il costo annuo medio è quadruplicato; l'esecutivo Ue propone 7 strategie d'azione basate su risparmio idrico e sul principio "l'utente paga".

La Comunicazione 18 luglio 2007 "Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell'Ue" (segnalata sulla Guue del 20 ottobre scorso) propone una chiara gerarchizzazione delle scelte idriche, integrate con le questioni energetico/climatiche ("risparmiare acqua significa anche risparmiare energia").

Le strategie proposte riguardano il prezzo dell'acqua (politiche tariffarie più efficaci), la ripartizione dell'acqua e dei fondi per il risparmio idrico, il rischio siccità (servono piani di gestione, un osservatorio Ue e un sistema di allerta rapida), nuove infrastrutture (nel rispetto della gerarchizzazione delle opzioni), tecnologie efficienti (criteri di efficienza idrica per l'edilizia, ad es.), una nuova cultura del risparmio idrico e un sistema informativo migliore.

Risposte a goccie d'Acqua

Risposte a goccie d'Acqua

Vi ricordate le nostre due lettere, la prima: "NON SOLO AGESP", del 8 Febbraio 2007, e la seconda del 22 Maggio 2007 con "ANCORA “NON SOLO AGESP”, IL COMUNE TACE", nelle quali chiedevamo chiarimenti sulla questione idrica di Venegono?

A oggi la giunta di maggioranza non ci ha ancora risposto, e dai gruppi di minoranza l’unica risposta è arrivata dal gruppo di “Venegono democratica”, che pubblichiamo.

Tuttavia, nostro malgrado, dobbiamo ritornare sulla questione Acqua, e constatare che non è cessata l’emergenza idrica, e il paese viaggia ancora con le fasce orarie.




Il movimento per l’acqua - manifestazione nazionale per il 1 dicembre

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La lotta paga! prima straordinaria vittoria del movimento per l’acqua!
adesso
costruiamo tutti insieme una grande
manifestazione nazionale per il 1 dicembre!



Care/i tutte/i del popolo dell’acqua, ad un anno esatto dal deposito del testo della nostra legge d’iniziativa popolare, che ha dato il via alla straordinaria campagna di raccolta firme, il movimento per l’acqua ottiene una prima importantissima vittoria: ieri il Senato ha approvato, all’interno del Decreto Fiscale collegato alla Legge Finanziaria, l’articolo 26-bis che introduce la moratoria.

Arriva a compimento il primo degli obiettivi del movimento per l’acqua, richiesto con forza sin dalla manifestazione nazionale del 10 marzo scorso a Palermo, approvato in prima istanza alla Camera, ma che sembrava essersi definitivamente arenato al Senato.

La costante mobilitazione dei territori di questi mesi e l’incessante lavoro di pressione sulle istituzioni a livello nazionale, hanno invece consentito di rimettere al centro dell’agenda politica l’istanza della moratoria e di giungere alla sua approvazione.

Di seguito il testo approvato, cui seguono alcune annotazioni e commenti:

Art. 26-bis.

(Disposizioni in materia di servizi idrici)

  1. Al fine di assicurare la razionalizzazione e la solidarietà nell’uso delle acque, fino all’emanazione delle disposizioni adottate in attuazione della legge 15 dicembre 2004, n. 308, integrative e correttive del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, contenenti la revisione della disciplina della gestione delle risorse idriche e dei servizi idrici integrati, e comunque entro e non oltre dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto non possono essere disposti nuovi affidamenti ai sensi dell’articolo 150 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152. La titolarità delle concessioni di derivazione delle acque pubbliche è assegnata ad enti pubblici.
  2. Nell’ambito delle procedure di affidamento di cui al comma 1 sono ricomprese anche le procedure in corso alla data di entrata in vigore della presente legge fatte salve le concessioni già affidate.
  3. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, predispone e trasmette alle Camere una relazione sullo stato delle gestioni esistenti circa il rispetto dei parametri di salvaguardia del patrimonio idrico e in particolare riguardo all’effettiva garanzia di controllo pubblico sulla misura delle tariffe, alla conservazione dell’equilibrio biologico, alla politica del risparmio idrico e dell’eliminazione delle dispersioni, alla priorità nel rinnovo delle risorse idriche e per il consumo umano".

Alcune annotazioni:

  • a) il decreto, per sua natura giuridica ha validità immediata; questo significa che, a partire dalla sua approvazione e per un periodo di 12 mesi, non sono possibili nuovi affidamenti;
  • b) sono vietati tutti i nuovi affidamenti a SpA di qualsiasi tipo; questo significa che non si possono fare affidamenti a SpA a capitale interamente privato, a SpA a capitale misto pubblico-privato e anche ad SpA a totale capitale pubblico;
  • c) sono bloccati anche tutti i procedimenti in corso di affidamento a qualsiasi tipo di SpA, che non siano già stati conclusi; questo significa che anche quegli ATO che hanno già deliberato la forma di gestione ma non hanno proceduto ad aggiudicazione diretta o attraverso gara non possono procedere.

Il provvedimento non interviene - e non poteva farlo- sugli affidamenti già conclusi.

Il provvedimento non interviene -e non poteva farlo- sulle aggregazioni fra società.

Per ribaltare queste situazioni, lo strumento è la nostra legge d’iniziativa popolare e la mobilitazione costante dei territori e a livello nazionale per riuscire a determinarne l’approvazione.

Il risultato fondamentale dell’approvazione della moratoria risiede nell’aver finalmente imposto un “bocce ferm e” in attesa della nuova legge quadro e comunque per almeno 12 mesi.

Bocce ferme per chi stava spingendo sull’acceleratore delle privatizzazioni, terreno aperto perché la parola d’ordine del superamento delle SpA e della totale ripubblicizzazione dell’acqua si affermi come inderogabile.

Per questo diventa ancor più importante che tutte e tutti assieme lavoriamo con le menti e con i cuori per una grande riuscita della manifestazione nazionale a Roma del prossimo 1 dicembre.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE DEL FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA