No all’acqua privata, referendum in arrivo



No all’acqua privata,

referendum in arrivo

Tre “sì” per la ripubblicizzazione dell’acqua: per dire basta ai profitti su un bene essenziale. Il Forum dei movimenti per l’acqua pubblica annuncia, per aprile, una campagna nazionale di mobilitazione. Obiettivo: promuovere tre referendum abrogativi della privatizzazione del servizio idrico. «Se il governo Berlusconi pensava, con l’approvazione dell’art.15-decreto Ronchi, di chiudere i giochi sulla privatizzazione dell’acqua, consegnando questo bene comune agli appetiti dei mercati e delle grandi multinazionali, si è sbagliato di grosso».

L’approvazione di quella legge, «avvenuta fra l’indignazione generale», secondo Lino Balza di “Medicina Democratica” «ha costituito un gravissimo attacco alle mobilitazioni e alle proposte messe in campo dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, che accanto alle resistenze in tutti i territori del Paese, ha consegnato da due anni una legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, corredata da oltre 400.000 firme, di cui oltre 4.000 da noi raccolte ad Alessandria». Proposta di legge che «giace colpevolmente nei cassetti delle commissioni parlamentari».

Malgrado ciò, le lotte per la restituzione dell’acqua potabile alla patrimonio pubblico si sono ulteriormente estese in tutti i territori: sono ormai oltre 100 i Comuni che hanno approvato delibere di modifica degli Statuti comunali, dichiarando l’acqua “bene comune e diritto umano universale” ed il servizio idrico come “privo di rilevanza economica”, sottraendosi in questo modo alla normativa nazionale che il Forum dei contestatori ritiene incostituzionale.

I Comuni nel frattempo hanno costituito il “Coordinamento nazionale degli enti locali per l’acqua pubblica” e, il prossimo 6 marzo, terranno a Roma la loro prima assemblea nazionale. Già il 20 marzo, comunque, una manifestazione nazionale attraverserà le strade e le piazze di Roma per ribadire il “no” alla privatizzazione dell’acqua, per riaffermare che l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale e per chiedere l’immediata approvazione della legge d’iniziativa popolare che chiede la restituzione dell’acqua ai cittadini e la sua gestione partecipativa.

«Abbiamo sempre considerato l’acqua come un paradigma di molti beni comuni naturali e sociali da sottrarre ai privati e ai grandi capitali finanziari», aggiunge Balza. «In questi anni e in moltissimi territori sono nate decine di altre resistenze in difesa dei beni comuni. Significative mobilitazioni popolari, capaci di proposte alternative nel segno della democrazia condivisa, stanno tenacemente contrastando la politica delle “grandi opere” devastatrici dei territori, una gestione dei rifiuti legata al business dell’incenerimento e un modello energetico dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul nucleare».

In attesa della manifestazione del 20 marzo, sullo stop alle politiche di privatizzazione e sulla necessità di una forte, radicata e diffusa campagna nazionale, un vastissimo fronte in queste settimane si è aggregato al Forum italiano dei movimenti per l’acqua: dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso al popolo viola, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche. «Tutti insieme abbiamo deciso di lanciare da aprile una grande campagna di raccolta firme per la promozione di tre referendum abrogativi. Per dire, una volta per tutte: “Adesso basta. Sull’acqua decidiamo noi!”».