Il problema di un pianeta senz’acqua

“Acqua bene comune per la vita, da escludere dagli accordi mercantili, con la partecipazione di tutti. Il problema di un pianeta senz’acqua”. Le linee di azione dell’Assemblea Mondiale dei Cittadini ed Eletti per l’Acqua - Bruxelles 18-20 marzo 2007. Petrella: “Siamo di fronte allo scandalo mondiale dell’acqua e non solo ad una risorsa che si sta esaurendo”. www.amece.net



Roma, 12 marzo 2007 - “Escludere l’acqua dagli accordi mercantili, inscrivere il dibattito sull’acqua nei processi di democrazia, rivendicare il riconoscimento dell’acqua come « diritto umano e bene comune pubblico” sono queste le linee di azione principali dell’Assemblea Mondiale dei Cittadini ed Eletti per l’Acqua (AMECE), che si svolgerà dal 18 al 20 marzo a Bruxelles, presso il parlamento Europeo, organizzata dal un Comitato internazionale, sostenuto sul piano organizzativo a livello belga da un comitato composto da 40 associazioni ed a livello italiano dal Comitato italiano in collaborazione con il Cipsi, Cevi, Cospe, Cric, Legambiente altre organizzazioni europee.
All’assemblea si sono già iscritte oltre 500 persone in rappresentanza di associazioni, movimenti, imprese, sindaci ed amministratori provenienti da Africa, Asia, America latina, Europa e Nord America. Porteranno il loro contributo per far conoscere l’impegno a difesa dell’acqua da parte delle istituzioni Armand De Decker (Ministro della Cooperazione e Sviluppo del Belgio), Louis Michel (Commissario europeo per la Cooperazione e lo Sviluppo), Abel Mamani (Ministro dell'Acqua del Governo della Bolivia), Patrizia Sentinelli (Viceministra della Cooperazione del Ministero Affari esteri italiano) e Marina da Silva ( Ministro delle politiche ambientali del Brasile) e dal Presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Poettering. L’azione degli enti locali sui territori sarà testimoniata dal Vicesindaco di Nairobi Waititu Ndungu, dai sindaci italiani della Rete dei nuovi Municipi e di diverse città che italiane ed europee che hanno assunto impegni a livello della Cmapgan dei Portatori d’acqua. I contributi delle comunità e dei movimenti saranno testimoniati da Vandana Shiva (Research Foundation for Science, Technology and Ecology), Sekou Diarra Rete africana dell'acqua, Mali), Danielle Mitterrand (Presidente Fondazione France Libertés), Norma Castañeda (Red Mexicana de Acción sobre el Libre Comercio), , Adriana Marquisio (Predisente di CNADV, Uruguay), Vibhu Nayar (Tamil Nadu State Water Company, India), Alberto Muñoz (Union de Usuarios y Consumidores, Argentina), Virginia Setshedi (African Water Network), Luis Isarra Delegado (Segretario generale FENTAP, Perù), Andres Jose Tamayo (Movimento Ambientalista de Olancho, Honduras). Numerosa sarà anche a Bruxelles la presenza dei Movimenti ed associazioni italiane che vedrà fra i presenti Emilio Molinari (Presidente comitato italiano), Guido Barbera (presidente Cipsi), di Rosa Pavenelli delal segreteria della FP/ CGIL, e di diversi europarlamentari Italiani come Roberto Musaccchio, Vittorio Agnoletto e Giulietto Chiesa.
Di fronte alla crescita del fossato da una parte dei discorsi e le preoccupazioni delle classi dirigenti e, dall’altra, la realtà della condizione umana per tre miliardi di persone che non hanno accesso all’acqua ed degrado dello stato di salute del Pianeta Terra, L'AMECE vuole essere un momento di richiamo della società civile nei confronti delle istituzioni e della politica
Il primo obiettivo che l’AMECE si propone è quello di chiedere alla “politica” ed alle Istituzioni di passare dalla retorica denunciatrice o rassicurante dei grandi proclami, conferenze, dai decenni internazionali dell’acqua, dell’ambiente , della lotta contro la povertà, alle azioni miranti alla soluzione effettiva dei problemi.
Il secondo obiettivo dell’AMECE è quello di promuovere questo cambiamento di atteggiamento attraverso la creazione di un nuovo rapporto tra i cittadini (che trovano attualmente nei movimenti sociali la principale voce di espressione e di mobilitazione) e le istituzioni, in particolare le istituzioni parlamentari e le collettività locali (in primis i comuni) .Un rapporto di dialogo-scontro e cooperazione-decisione che può e deve essere nuovo perché ricondotto sul campo dei diritti e sull’asse dei beni comuni, quale l’acqua. L’AMECE vuole essere uno dei luoghi e dei momenti di promozione del «rinascimento della politica e della res publica».
Le proposte che saranno al centro dei tre giorni di lavoro dell’AMECE sono contenute in un articolato dossier, e possono essere cosi sintetizzate :
- Incoraggiare l’emergere di nuovi modelli di cooperazione decentralizzata e sollecitare forme di partenariato pubblico-pubblico
- Riunire tutti gli attori sociali: ong, sindacati, imprese di gestione di servizi idrici, rappresentati eletti, ecc., per formulare una proposta comune da avanzare alle istituzioni internazionali. L’obiettivo a lungo termine è quello di istituire consulte regolari sotto l’egida delle Nazioni Unite, in attesa della creazione di un organismo internazionale per il diritto all’acqua.
- Creare una migliore comunicazione con cittadini a e di tutti i livelli, al fine di sviluppare una consapevolezza globale circa la gravità delle attuali problematiche idriche, quali, ad esempio, l’accesso all’acqua potabile.
- Per concretizzare questi intenti, poiché il fine è di garantire a ciascuno l'accesso alla risorsa vitale acqua, è necessario riconoscere a questa uno “status” che ne impedisca l'appropriazione, la protegga da distruzione o degradazione e ne consenta un'equa distribuzione.
Il Dossier ed il programma dell’insieme degli eventi che si svolgeranno dal 18 al 22 marzo ed accompagneranno l’Assemblea dei cittadini e degli letti per l’acqua, saranno distribuiti nel corso della Conferenza stampa internazionale che si svolgerà venerdì 16 marzo alle 11,30 alla “Station de Pompage du Bois de la Cambre, avenue Lloyd Georges, Bruxelles, con la partecipazione di Pierre Galand (sénatore, présidente della Commissione Mondializzazione del Sénato belga e présidente del comitato belga dell’AMECE) e di Riccardo Petrella (segretario generale del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale dell'Acqua)

Il Parlamento mondiale dell’acqua: chi spreca, paga

Fonte


Il Parlamento mondiale dell’acqua:

chi spreca, paga

(19 Marzo 2007)

Ogni italiano usa circa 400 litri d’acqua al giorno, per fare la doccia o semplicemente per dissetarsi: otto volte di più di un abitante del Kenya o della Cambogia. Per discutere del crescente allarme idrico associazioni, amministratori e imprese pubbliche si incontrano a Bruxelles: sono seicento le persone che partecipano dal 18 al 20 marzo all’Assemblea mondiale dei cittadini ed eletti per l’acqua (Amece), in vista della Giornata mondiale dell’acqua indetta dall’Onu il 22 marzo.
Nel mondo ottocento milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile: nelle zone rurali dell’Africa Subsahariana non può bere un bicchiere d’acqua il 42 per cento della popolazione.
Numerose organizzazioni non governative che partecipano all’Amece hanno avanzato una proposta: accantonare un centesimo per ogni metro cubo di acqua erogato dalle imprese pubbliche con l’obiettivo di costruire un fondo comune tra le ong. L’incasso potrà essere utilizzato per investimenti nei paesi in via di sviluppo colpiti dall’emergenza idrica.
L’acqua è una risorsa contesa: 263 bacini attraversano i confini politici di territori occupati dal 40 per cento della popolazione umana. “C’è bisogno di un riconoscimento internazionale per l’inalienabilità dell’acqua” sostiene Emilio Molinari, presidente del Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionali (Cipsi) “dalla Carta dei diritti umani alle carte costituzionali delle singole nazioni. In Uruguay è un diritto garantito dalla costituzione, in Belgio è una legge”.
“L’acqua è un bene comune” sottolinea Molinari “e non può essere privatizzata né monetizzata”. Secondo il Rapporto Onu sullo sviluppo umano del 2006 i servizi idrici più economici sono proprio quelli forniti dalle aziende pubbliche. I venditori al dettaglio sono invece i più cari e sono numerosi soprattutto nei paesi sottosviluppati: a Kibera, in Kenya, un metro cubo d’acqua costa 3,5 dollari, sette volte di più che nei paesi ricchi.
Chi vuole seguire in diretta le discussioni in Europa dal 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, può usare la webcam predisposta nell’ambito delle iniziative della Comunità europea. Gli appassionati di statistiche possono contribuire all’analisi dei dati raccolti sugli aspetti dell’emergenza acqua attraverso il Berkeley Water Center, un progetto di elaborazione distribuita con il contributo di computer da tutto il mondo.