Martedì 29 Gennaio, ore 9.30 a MILANO

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Martedì 29 Gennaio, ore 9.30
MILANO (MI), Sit-in



Martedì mattina, 29 gennaio 2008, il Consiglio regionale discute l’ammissibilità del referendum abrogativo della Legge 18, che obbliga i Comuni a privatizzare i propri servizi idrici, referendum richiesto da ben 117 Consigli comunali della Lombardia.

Il Comitato Milanese Acqua chiama tutti a un
Presidio

davanti alla Regione Lombardia
via Fabio Filzi 22
martedì 29 gennaio, ore 9:30

Venite in tanti !

Si tratta di un appuntamento molto importante nella vertenza acqua in Lombardia. C’è infatti il rischio che la maggioranza respinga il Referendum adducendo cavilli legali. Solo con una forte presenza di cittadini, movimenti, associazioni, sindacati, oltre ai Sindaci referendari, potremo "condizionare" il voto in Consiglio.

E’ importante che fin da ora ogni Comitato locale sensibilizzi i propri aderenti e i Comuni del territorio (sia quelli che hanno votato il Referendum che tutti gli altri) a partecipare al presidio, con striscioni, megafoni, gonfaloni, Sindaci in fascia tricolore.

Comitato Milanese Acqua

VOGLIAMO IL REFERENDUM

29 gennaio 2008 : dopo molti rinvii, il Consiglio della Regione Lombardia discute e vota l’ammissibilità di un referendum abrogativo di alcuni articoli della Legge regionale n.18/2006 che obbliga tutti i Comuni lombardi a consegnare ai privati i propri servizi idrici.

Il referendum è stato proposto, sulla base dello statuto della Regione, dai Consigli comunali di ben 117 Comuni lombardi (ne sarebbero bastati 50), che hanno deliberato la necessità di abrogare i principi base della legge:

1. l’obbligo per gli ATO (ambiti territoriali ottimali: formati in genere da diversi comuni, per la gestione del ciclo dell%u2019acqua) di mettere a gara l’affidamento dei servizi idrici, quindi di fatto di privatizzare;

2. l’obbligo di separare gestione ed erogazione, come se l’erogazione dell’acqua fosse una funzione separata dalla gestione del servizio idrico;

3. la possibilità di cedere ai privati parte della proprietà delle strutture (reti, impianti).

La richiesta di referendum abrogativo da parte dei Comuni interviene peraltro in un contesto nazionale in cui:

più di 400.000 firme hanno sostenuto la legge di iniziativa popolare per la difesa dell%u2019acqua pubblica in Italia;

il Governo ha impugnato, per motivi di incostituzionalità, la legge della Regione Lombardia;

il Governo ha altresì votato una moratoria di un anno, fino a dicembre 2008, che impedisce di cedere l%u2019acqua a delle SpA.

La Regione Lombardia vede dunque bloccata la sua iniziativa, tesa ad affrettare la privatizzazione dei servizi idrici per mettere tutti, Governo compreso, davanti al fatto compiuto. Adesso il Consiglio regionale dovrà discutere l’ammissibilità del referendum e ci auguriamo che nella decisione non intervengano logiche di maggioranze politiche, magari avvalendosi di cavilli tecnici, poiché equivarrebbe a negare l’istituto del referendum, e soprattutto a negare ai cittadini il diritto di esprimere le proprie scelte.

Portare acqua potabile nei rubinetti delle case dei cittadini è stata e resta una delle grandi missioni pubbliche della politica. Il principio che l’acqua è un bene comune dalla cui potabilità dipende la vita e la salute di tutta la comunità, e che pertanto va garantito a tutti, ha segnato profondamente il cammino di civilizzazione della nostra società e non può essere demandato alla speculazione privata, né svenduto ad interessi di parte politica.

La richiesta di referendum abrogativo, da parte di 117 Consigli comunali, rientra perfettamente in questa linea: intende rendere la cittadinanza consapevole delle sorti che la politica riserva al servizio idrico e portarla ad esprimersi su queste grandi opzioni.

Chiediamo che il Consiglio Regionale rispetti la volontà espressa dai 117 Consigli comunali che, a nome della cittadinanza, hanno deliberato la richiesta di referendum abrogativo, in piena autonomia dai partiti e in modo trasversale a tutte le opinioni politiche. È una grande prova di democrazia che non può essere umiliata né da tortuosi cavilli mai sollevati prima d’ora, né da arroganti colpi di maggioranza.

Il Consiglio regionale ha il dovere di rispettare le leggi e le volontà popolari, vale a dire:

votare la palese legittimità del quesito referendario;

rispettare la moratoria in atto nel paese e fermare ogni affidamento a SpA.

Comitato lombardo acqua pubblica - Comitato milanese acqua %u2013 Forum italiano dei movimenti dell%u2019acqua - Contratto mondiale sull%u2019acqua