Grande manifestazione per l'acqua pubblica e il 'no' al nucleare - di Redazione Contropiano


Lo spezzone dell'USBGrande manifestazione oggi in difesa dell'acqua pubblica e contro il nucleare. Per «il diritto alla vita, che passerà anche per i referendum del 12 e 13 giugno». Il popolo dei “beni comuni” ha dato un'ottima prova di partecipazione. Trecentomila, secondo gli organizzatori, i partecipanti al corteo promosso dal Comitato referendario.
In prima fila associazioni, movimenti e cittadini. Strada facendo si è sentita anche una forte istanza pacifista, con molta gente che gridava «No alla nuova guerra del petrolio».
«I cittadini - spiega Ciro Pesacane, del Comitato - si sono autotassati e hanno affittato i pullman a loro spese. Vogliono l'acqua e il sole, mica la luna».
In testa al corteo numerosi gonfaloni di diversi comuni e provincie d'Italia, da Capannori, in provincia di Lucca, a Cagliari, passando per Aprilia, vicino Latina, diventato il comune simbolo di cosa accade con la “privatizzazione”. Bandiere di tutti i colori: azzurre del comitato, ma numerosissime quelle arcobaleno, di Legambiente, Arci, Emergency, Wwf e di diversi sindacati.
«No alla guerra per l'acqua, per il petrolio e per l'uranio», recita il cartellone esposto da alcuni ragazzi «pacifisti» di Belluno. «Abbiamo fatto un lungo viaggio per sostenere questa piazza - racconta Marco, un ingegnere - Sono venuto con mia moglie e con i miei due figli, perchè questa battaglia è soprattutto per loro. Per il loro futuro».
«Per la prima volta nasce, dal basso, un progetto politico riconosciuto dalla Costituzione – spiega padre Alex Zanotelli - La speranza non può venire dalla politica».
Ciò nonostante, qualche faccia di politico in cerca di voti si è fatta vedere. In piazza della Repubblica, con bandiere verdi c'erano anche studenti libici e alcune delle hostess che incontrarono Gheddafi durante le visite in Italia. «No alle bombe umanitarie, sì al dialogo», urlano, «l'Occidente vuole solo il petrolio libico».
Agli studenti si sono unite alcune hostess italiane. «Sono stata tre volte in Libia, lì non c'è tanta miseria, il popolo vive in una condizione normale. Dove è stata finora la Nato nei riguardi degli eventi della Striscia di Gaza», osserva Clio, una delle ragazze che incontrarono il colonnello a Roma e che oggi si è vestita di nero «essendo in lutto per le vittime in Libia»
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Marcia per la vittoria

Andrea Palladino - Il Manifesto

A ben pensarci c'è qualcosa di curioso nel vedere decine e decine di migliaia di persone sfilare, a Roma, per l'acqua. Non è la Bolivia delle rivolte di qualche anno fa, o il Maghreb infiammato dai costi dei beni essenziali. È un paese pigro e cupo, l'Italia che ci mostrano quotidianamente, che nulla dovrebbe avere a che fare con un movimento così forte, capillare, anticonformista e orgoglioso come quello che chiede - da almeno cinque anni - di cambiare la politica partendo dal concetto di beni comuni. Eppure ieri a Roma centinaia di comitati cittadini, associazioni più o meno informali, parti di una rete cresciuta nel silenzio allineato dell'informazione e della politica - almeno quella parlamentare - hanno riaffermato la centralità del movimento per i beni comuni nel nostro paese. Con volontà e creatività, prendendo in mano per qualche ora la capitale, puntando al raggiungere il quorum dopo sedici anni di referendum falliti, un obiettivo che potrebbe rivoluzionare la politica italiana, soprattutto a sinistra.
Un milione e quattrocentomila firme raccolte in tre mesi non avrebbero senso senza tenere a mente questo volto della società italiana dell'era di Berlusconi, che è la vera spina dorsale di quello che i media chiamano - semplificando - il popolo dell'acqua.
Elencare le città comporebbe una lista immensa e senza senso. Conviene allora citare una parte importante e unica del movimento, il gruppo degli enti locali per l'acqua pubblica che ieri aprivano il corteo con i gonfaloni storici delle città. Un'intera regione, le Marche, le province di Cagliari e Campobasso e tantissimi comuni, con i sindaci, le delegazioni, le fasce tricolori. Uno fra tutti, quello di Aprilia, che con determinazione ha presentato il foglio di via al gestore privato Acqualatina, dopo avere visto le pattuglie con vigilantes armati andare a staccare l'acqua a chi contestava gli aumenti a tre cifre.
Il ricordo della prima manifestazione nazionale - che ha percorso le vie di Roma nel 2009 - sembra già affondare nella preistoria. Allora i manifestanti erano meno di quarantamila e il punto di arrivo era la piccola piazza Farnese, con un piccolo camion come palco. Lo scorso anno il centro storico venne letteralmente invaso dalle centinaia - oggi forse migliaia - di comitati cittadini, Sembrava l'apice di un movimento, un punto di non ritorno. Non era che l'inizio.
Ieri i movimenti per l'acqua non hanno temuto di accogliere le altre parti della società civile, quella antinuclearista e l'anima pacifista. E non era solo la cronaca ad imporre un ritmo differente, una suddivisione del corteo, sostanzialmente aperto e coinvolgente. Qualcosa sta cambiando, a ben guardare i trecentomila volti sfilati da piazza della Repubblica fino a San Giovanni, sfidando i grandi numeri. Ci sono segnali chiari e oggettivi, che rendono misurabile il movimento: «Lo scorso anno avevamo si e no riempito un pullman - spiegano i gruppi venuti dalla Calabria - quest'anno ne abbiamo organizzati quattro, e saremmo andati oltre se non c'era un problema di costo». Stessi numeri e stesso balzo in avanti per un'altra regione, il Piemonte. E poi la presenza forte delle zone storiche del Pd - che sul tema dell'acqua mostra ancora molte ambiguità - come la Toscana e l'Emilia Romagna. E poi la Puglia alle prese con la prima grande ripubblicizzazione in Italia, la Campania, dove i comitati si trovano di fronte all'eterna emergenza dei rifiuti, la Sicilia, che grazie al movimento per l'acqua ha raggiunto il primo obiettivo di una legge regionale che potrebbe togliere le risorse idriche ai privati. E la Calabria, dove la rete che oggi si riunisce attorno alla difesa dei beni comuni era nata nell'ottobre del 2009, con la manifestazione di Amantea per la verità sulle navi dei veleni.
Il quorum da raggiungere per i referendum su acqua e nucleare sembra non spaventare i comitati che ieri hanno colorato una Roma un po' sonnacchiosa e primaverile. Un segno importante è stato la partecipazione del gruppo ecodem - l'area ecologista del Pd - al corteo, con uno striscione sorretto, tra gli altri, da Roberto Della Seta. In questi mesi la posizione dei democratici non era stata particolarmente netta, soprattutto sul secondo quesito che prevede l'eliminazione del profitto garantito per i gestori privati dell'acqua. E proprio gli ecodem fin dall'inizio avevano agitato lo spettro del quorum ritenuto impossibile da raggiungere. Con il disastro di Fukushima le cose sono ovviamente cambiate. Ma forse è cambiata anche la percezione che viene dai territori, dove il Pd vede crescere in maniera esponenziale il movimento per l'acqua. Un confronto che guadagna sempre più consenso e coscienza critica.

Fonte

E' pronto il kit per gli attivisti dell'acqua! - da Acqua Bene Comune

sabbadetottusE' un insieme di strumenti, semplici ed immediati (un opuscolo esplicativo, una presentazione con diapositive, una brochure, un volantino, un segnalibro, gli adesivi, una bibliografia) oltre ad una selezione di video. Si tratta di uno strumento per comunicare i contenuti essenziali della battaglia referendaria per la ripubblicizzazione dell'acqua; come vedrete ci sono anche le domande più frequenti, fatte in buona e cattiva fede, che ci vengono sottoposte. Come scritto in precedenze è volutamente pensato in maniera semplice, comprensibile e schematica perchè possa essere utile per comunicare direttamente con i cittadini, per organizzare momenti informativi, anche piccoli, dovunque sia possibile. Immaginato in modo flessibile per utilizzare i contenuti a seconda dei contesti ed essere integrato con informazioni specifiche dai territori.

(Scarica il kit)

Partiti, multinazionali, banche e i soliti imprenditori con gli agganci giusti stanno mettendo le mani sulle aziende pubbliche dell'acqua e sui rubinetti di milioni d’italiani. Fra questi potresti esserci anche tu.

Da anni, una grande coalizione sociale e cittadina cerca, invece, di difendere la gestione pubblica dell'acqua promuovendo il controllo e la partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni su un bene comune di vitale importanza.

Il governo da un anno ha varato una norma che obbliga le aziende pubbliche a dismettere buona parte del loro capitale a favore dei privati entro il 2011. Contro questa legge abbiamo promosso 3 referendum e raccolto 1,4 milioni di firme per ciascuno di essi (record della storia repubblicana). Ora vogliamo che tutti i cittadini si possano esprimere e votare.

Aiutaci a sostenere la campagna referendaria, a informare tutti gli italiani del pericolo che corrono e del modo per fermarli. È il momento di schierarsi, di partecipare, di condividere.

Fallo ora.


(Scarica il kit)

www.referendumacqua.it.

La manifestazione nazionale del 26 marzo: QUI.

Vota Sì: una manifestazione per l'acqua bene comune - di Alternativa

duoseyasprosabba 

26 marzo 2011
Ore 14.00 - Piazza della Repubblica
Manifestazione nazionale a Roma

VOTA SI' AI REFERENDUM PER L’ACQUA BENE COMUNE!
SI' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni,dei diritti, della democrazia

Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini hanno sottoscritto i referendum per togliere la gestione del servizio idrico dal mercato e i profitti dall’acqua.
Lo hanno fatto attraverso una straordinaria esperienza di partecipazione dal basso, senza sponsorizzazioni politiche e grandi finanziatori, nel quasi totale silenzio dei principali mass-media.
Grazie a queste donne e questi uomini, nella prossima primavera l’intero popolo italiano sarà chiamato a pronunciarsi su una grande battaglia di civiltà: decidere se l’acqua debba essere un bene comune, un diritto umano universale e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa o una merce da mettere a disposizione del mercato e dei grandi capitali finanziari, anche stranieri.
Noi che ci siamo impegnati nelle mobilitazioni del popolo dell’acqua, nelle battaglie per la riappropriazione sociale dei beni comuni e per la difesa dei diritti pensiamo che i referendum siano un’espressione sostanziale della democrazia attraverso la quale i cittadini esercitano la sovranità popolare su scelte essenziali della politica che riguardano l’esistenza collettiva.
Per consentire la massima partecipazione, chiediamo che il voto referendario sia accorpato alle prossime elezioni amministrative e che prima della celebrazione dei referendum si imponga la moratoria ai processi di privatizzazione.
Crediamo anche che il ricorso all’energia nucleare sia una una scelta sbagliata perché è una fonte rischiosa, costosa, non sicura e nei fatti alternativa al risparmio energetico e all'utilizzo delle fonti rinnovabili.
Siamo convinti che una vittoria dei SI ai referendum della prossima primavera possa costituire una prima e fondamentale tappa, non solo per riconsegnare il bene comune acqua alla gestione partecipativa delle comunità locali, bensì per invertire la rotta e sconfiggere le politiche liberiste e le privatizzazioni dei beni comuni che negli ultimi trent’anni hanno prodotto solo l’impoverimento di larga parte delle popolazioni e dei territori e arricchito pochi gruppi finanziari con una drastica riduzione dei diritti conquistati, determinando la drammatica crisi economica, sociale, ecologica e di democrazia nella quale siamo tuttora immersi.
Cambiare si può e possiamo farlo tutte e tutti assieme.

Per questo chiamiamo tutte le donne e gli uomini di questo Paese a una grande manifestazione nazionale del popolo dell’acqua e dei movimenti per i beni comuni da tenersi a Roma sabato 26 marzo 2011.

Una manifestazione aperta, allegra e plurale.
Per lanciare la vittoria dei SI ai referendum per l’acqua bene comune.
E per dire che un’altra Italia è possibile. Qui ed ora.

Perché solo la partecipazione è libertà.
Perché si scrive acqua e si legge democrazia.


PROMUOVONO:

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Comitato Referendario “2 SI’ per l’Acqua Bene Comune”
Agenzia Italiana per la Campagna e l'Agricoltura Responsabile ed Etica
Anomalia Sapienza
Fondazione Rosa Luxemburg


SOSTENGONO:
Alternativa - Laboratorio Politico
Circolo Sabina Romana di Sinistra Ecologia e Libertà
Comunisti Sinistra Popolare
Costituente Ecologista
Federazione della Sinistra
Sinistra Critica
Sinistra Ecologia e Libertà

Acqua e Nucleare! votiamo a Maggio!