L'ex convenzione. "Un buon affare per Busto" Non l'avevamo mai dubitato......

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Il consiglio comunale rimarca l'indipendenza dal Pirellone sulle scelte di privatizzazione dei servizi;
il contestato affaire Agesp-Venegono invece lascia dubbiosa l'opposizione Acqua al centro del dibattito, fra unità e dubbi

Busto Arsizio - Fra le delibere discusse lunedì sera dal consiglio comunale particolare rilevanza assumevano due di esse, relativamente all'adesione all'ATO (ambito teritoriale ottimale) e alla convenzione con il Comune di Venegono Superiore, che sta affidando ad Agesp la gestione di acquedotti e fognature. I due temi appaiono legati, visto che l'ATO è l'organismo di coordinamento della gestione del servizio idrico integrato, un campo in cui si sta svolgendo un'intensa lotta tra un fronte favorevole ad una privatizzazione spinta e chi viceversa vuole mantenere un saldo controllo pubblico della risorsa acqua.

Per la definitiva costituzione del consorzio ATO è necessario che la Provincia di Varese e tutti i suoi 141 Comuni aderiscano con atto formale dei rispettivi consigli - e ancora alcune dozzine di Comuni, anche molto importanti come Busto, mancavano all'appello. La convenzione di adesione all'ATO, o meglio una sua versione emendata, è stata approvata all'unanimità, marcando un momento importante di unità del consiglio attorno ad un principio di indipendenza.

Infatti la commissione consiliare Ambiente, territorio e fauna, presieduta da Alessandro Chiesa (FI), aveva deciso di emendare il testo della convenzione di adesione all'ATO nel senso di tenere conto non della nuova legge regionale 18/2006, impugnata dal governo presso la Corte Costituzionale, e che di fatto obbligava alla privatizzazione dei servizi idrici, bensì di quella precedente (l.r. 26/2003), che lasciava in materia libertà di scelta ai singoli soggetti locali. Su questa base bipartisan l'accordo è presto arrivato. «La legge regionale del luglio scorso è stata bocciata solo da Rifondazione Comunista» ha messo le mani avanti il sindaco Farioli; e furono proprio i comunisti, poi, ad insistere per farla impugnare, ottenendo il supporto di tutta l'Unione. «Siamo disponibili a metterci in gioco per un progetto coraggioso, ma non accettiamo decisioni prese altrove» ha chiosato il primo cittadino, e a buon intenditor poche parole. «Il bene acqua resta in sè pubblico, posizione condivisa da vari altri Comuni, specialmente della Valle Olona»; quanto all'erogazione del bene medesimo, che resta ai Comuni, pubblica o privata che debba essere in futuro, il sottinteso è che non si deciderà comunque su ordinazione del Pirellone.

La vicenda Agesp-Venegono, a questa collaterale, vedeva invece emergere dubbi e perplessità che dividevano l'aula. Dopo l'esposizione da parte dell'assessore Zingale della convenzione tra Comune di Busto (come proprietario di quasi il 100% di Agesp) e quello di Venegono Superiore, Mariani (Ulivo) e Corrado (PRC) si chiedevano se fosse sensato un contratto per 15 anni quando da un lato Busto entra a far parte dell'ATO, con conseguenze tuttora imprevedibili data la "battaglia dei rubinetti" in corso, e dall'altro a Venegono stessa una composita compagine d'opposizione (Da Forza Italia e Lega a DS e Rifondazione) sta cavalcando la forte contrarietà di centinaia di cittadini contro la cessione dei servizi acqua e fognature ad Agesp. Non era dunque meglio aspettare? chiedeva Corrado. Tanto più che, come osservava Mariani, la convenzione era giunta sul tavolo dei consiglieri non prima delle 18,45 di lunedì. «Qui è in gioco la competitività di Agesp» tagliava corto Farioli, irritato. «Per anni vi siete lamentati del suo immobilismo, e ora che allarga le sue attività... L'ATO non espropria certo i Comuni delle loro facoltà decisionali; sarebbe folle non dire di sì a questa convenzione». Quanto ai suoi colleghi forzisti di Venegono, che vi si oppongono a spada tratta, Farioli ha avuto parole dure: «La loro è una scelta politicante» sibila. Al voto finale, il solo Corrado votava contro («che si sappia»), ma l'astensione in blocco dell'opposizione parlava chiaro: quello che sembra un buon affare per Agesp, e dunque per Busto, per molti ha ancora troppi punti da chiarire.