Davide contro Golia Rassicura Ferrarelle che la diffida

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Davide contro Golia
Rassicura Ferrarelle che la diffida
di Miriam Giovanzana

Consumare acqua in bottiglia, se l�acqua che sgorga dal rubinetto � di ottima qualit�, � un controsenso: costa di pi�, contribuisce al riscaldamento globale della terra (con i camion che la trasportano e la montagna di plastica che produce: circa 9 miliardi di bottiglie ogni anno in Italia), � pi� scomoda.
Ma, a quanto pare, non si pu� dire. O meglio non si pu� dire che ridurre il ricorso all�acqua in bottiglia � una buona cosa per tutti.
All�inizio di agosto infatti Ferrarelle, uno dei colossi del settore, il quarto gruppo in Italia, ci ha fatto scrivere dai suoi avvocati, diffidandoci dal continuare. Ferrarelle si sente sotto ingiusto attacco e danneggiata perch�, nei nostri articoli, abbiamo associato l�immagine di due suoi prodotti (l�acqua Boario e Vitasnella) allo slogan: �Mettetela fuorilegge. La pubblicit�, non l�acqua in bottiglia�.
Cos� ci diffida
- alla immediata cessazione della divulgazione dei suindicati articoli e delle suindicate immagini, quantomeno con riferimento ai marchi/prodotti del gruppo Ferrarelle Spa;
- alla immediata pubblicazione sul prossimo numero della rivista e sul sito internet di un comunicato di smentita circa lo specifico riferimento della opinione espressa con i suindicati articoli, ai singoli marchi/prodotti raffigurati di propriet� e comunque di pertinenza della Ferrarelle Spa;
- a non pubblicare ulteriormente articoli e/o immagini che possano ledere la reputazione commerciale della Ferrarelle Spa.

Vorremmo rassicurare Ferrarelle: la nostra �campagna di idee� non � contro di loro n� ha per oggetto i loro marchi; quello che ci interessa, come giornalisti e come cittadini, � indagare il mercato delle acque minerali e come sia stato possibile convincere gli italiani a diventare i maggiori consumatori al mondo di acqua minerale.
Ferrarelle si lamenta: �Con i suindicati numeri della Rivista � iniziato un vero e proprio �accanimento� da parte della Rivista, esclusivamente nei confronti di due marchi del �gruppo� Ferrarelle Spa (Boario e Vitasnella) e di due del gruppo Nestl� (Vera e Panna)�.
Nessun accanimento: l�immagine delle bottiglie in questione, come desume ogni lettore che non sia in malafede, era assolutamente esemplificativa: un particolare per dire il tutto del mercato.
Come figura retorica si chiama sineddoche. Comunque, per evitare ogni equivoco e ogni interpretazione maliziosa, al posto delle 4 bottiglie e dei 4 marchi abbiamo messo, ed � quello che vedete da qualche giorno sul nostro sito, tutte le bottiglie e i marchi che ci � stato possibile rintracciare nei supermercati di Milano vicini alla redazione.

Ma perch� prendersela con Altreconomia?
�La condotta posta in essere dall�Editore e dalla Direzione della Rivista �scrivono gli avvocati di Ferrarelle- costituisce una chiara e temeraria violazione dei limiti �ben circoscritti- posti al diritto di critica�.

Ecco, questa forse � la posta in gioco: abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere di giornalisti, e non � una colpa ma semmai un merito quello di citare i fatti e i protagonisti con nomi e cognomi; certo, siamo ben consci che spesso siamo dei Davide di fronte ad aziende plenipotenziarie, ma questo non ci dissuade dall�avere il coraggio (noi preferiremmo dire semplicemente: la responsabilit�) di chiamare le cose con il loro nome. � questo �andare oltre il diritto di critica�?
A meno che l�andare oltre sia quell�immaginare il futuro, quel riflettere insieme sulle scelte individuali e collettive, anche sulle regole, che una comunit� si d� per vivere insieme. Ecco, s�: forse quello che per qualcuno � inaccettabile � quest�idea che, per difendere l�ambiente e il bene di un�acqua che sgorga direttamente nelle nostre case, senza fatica e con bassi costi, si possa arrivare anche a immaginare di normare la pubblicit�. A metterla fuori legge.
Come abbiamo gi� scritto, esistono diversi casi di regolamentazione della pubblicit�: � vietato fare pubblicit� alle sigarette, alla maggior parte dei farmaci, e in decine e decine di Paesi, Italia compresa, � vietato pubblicizzare in ogni forma (anche su riviste mediche, anche sponsorizzando congressi) il latte artificiale per la prima infanzia, che pure era nato come un salvavita: questo perch�, negli anni Sessanta, la massiccia pubblicit� di questo prodotto aveva quasi invertito a suo favore la tendenza naturale dell�allattamento al seno.
Ecco, questo � il tab� che rischia di scatenare le ire dei mercanti d�acqua: si pu� dire tutto, ma non immaginare un futuro senza pubblicit� dell�acqua. Perch� cos�, � chiaro, la partita sarebbe persa. Senza pubblicit� i consumi di acqua minerale si contrarrebbero, e resterebbero alti solo l� dove il servizio pubblico fosse inefficiente. O dove, per particolari motivi di salute, le acque minerali fossero indicate. O, semplicemente, per chi volesse berla.

Pensavamo che i giornali italiani non avrebbero mai pubblicato nulla di critico sulle acque minerali, visto che gli imbottigliatori sono tra i pi� grandi investitori pubblicitari del momento; e invece l�impensabile in questi mesi � accaduto: il sindaco di New York, Bloomberg, ha detto in luglio: �L�acqua? Bevete quella del rubinetto. � sicura, gradevole, pulita, costa meno di quella imbottigliata, � pi� pratica. E soprattutto: permette di risparmiare e ridurre la produzione di montagne di vetro e di plastica�.
(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/07_Luglio/11/bottigliette_ny_giornale.shtml).

Il Corriere della sera e Repubblica hanno ripreso le dichiarazioni di Bloomberg e dedicato diverse pagine al tema; il caso di Gualdo Tadino e della sua piccola popolazione che si oppone a un nuovo stabilimento della Rocchetta (che abbiamo raccontato sul numero di febbraio di Altreconomia) � finito in prima serata al Tg1. Segno che i giornalisti e anche le grandi testate possono, se vogliono, non essere supini agli interessi dei loro inserzionisti.
La campagna �Imbrocchiamola� (www.imbrocchiamola.org) per chiedere al ristorante e in pizzeria l�acqua in brocca, � un�idea che � piaciuta a tanti ed � stata ripresa in centinaia di siti e rilanciata da stampa e radio nazionali.
E a Marghera, all�inizio di settembre, davanti ai ministri Mussi, Ferrero e Pecoraro Scanio abbiamo raccontato tutto ci�, e la possibilit� di pensare a una �Pubblicit� Progresso� a favore dell�acqua del rubinetto. Hanno alzato gli occhi, interessati.
Per questo continuiamo, perch� non accada come nelle zone d�Italia dove l�acqua pubblica non � buona, oppure semplicemente non c��, che la gente si rassegni a comperare l�acqua in bottiglia. Noi preferiamo pensare che avere acqua potabile di buona qualit� sia un diritto. Di tutti.

Se siete d�accordo con noi, ora pi� che mai firmate il nostro appello e lasciate un commento
(www.altreconomia.it/acqua)