Acqua per tutti

Fonte
ATTAC
Acqua per tutti
Traduzione a cura di Cinzia Vidali
25/3/2007

La Giornata mondiale dell’acqua, giovedì 22 marzo, ha ancora una volta messo in rilievo una situazione inquietante: oltre un miliardo di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile, e 2.6 miliardi non dispongono del più elementare sistema di depurazione.
In futuro, il riscaldamento climatico non farà che aggravare la situazione.

Non tutti i continenti soffrono alla stessa maniera. In effetti, il 60% degli abitanti del pianeta vive in Asia, che possiede soltanto un terzo delle riserve d’acqua, mentre l’America del sud dispone di un quarto delle riserve mondiali, pur avendo soltanto il 6% della popolazione globale. I Paesi ricchi se la cavano meglio di tutti. Anche se sono costituiti da regioni aride, essi possono ricorrere al dissalaggio e al riciclaggio dell’acqua, soluzioni troppo costose per i paesi più esposti alla penuria.

Sprechi e inquinamento aggravano il fenomeno. L’agricoltura assorbe il 70% dell’acqua dolce consumata sul pianeta. Una percentuale compresa tra il 20 e il 60% dell’acqua destinata all’irrigazione evapora prima di giungere a destinazione. E occorrono tra i 1000 e i 2000 litri d’acqua per produrre un chilo di frumento (tra i 13000 e i 15000 litri per ottenere un chilo di carne di manzo).

È necessario fare economia. Inoltre bisogna fare qualcosa contro l’inquinamento d’origine agricola, che costituisce una grave minaccia per le risorse idriche.
Spesso ruscelli e fiumi servono come fogne e scarichi. Evacuare le acque usate e sottoporle a trattamento prima di reimmetterle nell’ambiente è necessario al fine di proteggere la salute delle popolazioni e preservare una duratura fonte d’acqua potabile. Sfortunatamente, la percentuale di acque trattate oggi si aggira sul 10% scarso in Africa, sul 14% in America latina e sul 25% in Asia. Contro il 66% dell’Europa e il 90% dell’America del Nord.

Costruire delle reti idriche e dei depuratori richiede mezzi, ma soprattutto una volontà politica. Alcuni Stati sono pi’ avanzati in tal senso. In Cina e in India, le popolazioni oggi sono servite meglio di quanto non lo fossero un tempo. In compenso, in Africa la gestione centralizzata dell’acqua, la debolezza delle strutture amministrative e la corruzione frenano qualunque progresso. Questi ostacoli non favoriscono la collaborazione tra le autorità publiche e le imprese private, che in un tale contesto sono restie ad investire.

La cosa peggiore sarebbe darsi per vinti. È quello che ha detto giovedì Jacques Diouf, il direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) : "In quanto comunità mondiale, noi abbiamo i mezzi per migliorare grandemente la gestione delle nostre risorse idriche." Se le "giornate mondiali" come quella dell’acqua hanno un pregio, è proprio quello di ricordare che - in questo campo come in altri - la fatalità non esiste.