La finanziaria che fa acqua...

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La finanziaria che fa acqua...




Nella finanziaria 2007 in discussione in questi giorni al parlamento ci sono numerose questioni che riguardano l’acqua e i servizi pubblici e può essere utile trattarle per punti, anche se sono collegate tra loro.

Di seguito una nota a cura di Corrado Oddi.

1)Moratoria
La moratoria è stata inserita nel decreto fiscale collegato alla Finanziaria al Senato. Ora il decreto fiscale è in discussione alla Camera, dove è praticamente certo che verrà modificato sul tema relativo al bonus per gli incapienti e quindi tornerà in Senato. In ogni caso, poiché stiamo parlando di un decreto, esso deve essere convertito in legge entro 60 giorni, pena la sua decadenza. Il sessantesimo giorno scade proprio il 1° dicembre: speriamo quindi di poter annunciare dalla piazza della manifestazione di avere definitivamente la moratoria. Nel merito del provvedimento della moratoria, se è vero che esso non risponde a tutte le questioni aperte, è altrettanto evidente che con esso realizziamo l’obiettivo che ci eravamo prefissi, e cioè di bloccare tutti gli affidamenti per un anno o fino a quando ci sarà una nuova normativa sulla gestione del servizio idrico. Non parliamo di poca roba, perché su 91 Ato titolari degli affidamenti, ad oggi ben 27 non hanno ancora affidato il servizio: è quello che può fare la differenza per evitare che il processo di privatizzazione giunga ad un punto irreversibile, oltre il quale diventa sempre più complicato realizzare la ripubblicizzazione.

In quest’anno è evidente che la partita entra nel vivo ed è per questo che diciamo che va accelerato l’iter di discussione della nostra proposta di legge di iniziativa popolare, la sola che può rispondere compiutamente all’insieme delle questioni aperte. Del resto, che la moratoria sia una nostra prima vittoria lo dimostra “ a contrario” la reazione della Lanzillotta: abbiamo notizie abbastanza precise, su cui torniamo più avanti, che la ministra pretende di inserire, e con contenuti peggiorativi, il suo disegno di legge di privatizzazione dei servizi pubblici locali nella Finanziaria, nel momento in cui la discussione della Finanziaria passerà alla Camera.

2)Ridefinizione degli ATO
Il Senato ha approvato un emendamento presentato dalla maggioranza all’art. 15 della Finanziaria che ridefinisce gli ATO. Il testo presentato inizialmente era ancora peggiore di quello che poi è stato approvato. Il primo testo prevedeva il puro e semplice passaggio delle funzioni dagli ATO alle Province, cosa per noi inaccettabile, visto che così facendo, in un colpo solo, spariva ogni riferimento ai bacini idrografici e si esautorava il ruolo dei Comuni. Il testo approvato non va ancora bene, anche se viene ripristinata, in via subordinata, la possibilità che gli ATO si costituiscano come forma associata di Comuni.

La nostra proposta, invece, risolve compiutamente il tema della configurazione degli ATO sulla base del bacino idrografico, ripristina il ruolo dei Comuni e affronta anche il tema dei costi della politica: infatti essa prevede che gli ATO si costituiscano come convenzioni ex art.30 decreto legislativo 267/2000, sulla base di Assemblee dei Sindaci e Presidenti delle Province, che non percepiscono alcun emolumento. Questa proposta di emendamento, assieme alle altre di cui parliamo di seguito, la presenteremo ai capigruppo della Camera dell’Unione, nel momento in cui la Finanziaria approderà alla Camera.

3)Altri provvedimenti da inserire nella legge Finanziaria

Come abbiamo avuto modo di dire nel corso di questi mesi e nella stessa predisposizione della piattaforma per la manifestazione del 1° dicembre, ci sono almeno altri due provvedimenti importanti, sia per i loro contenuti sia anche dal punto di vista simbolico, che, a nostro parere, dovrebbero entrare nella manovra finanziaria. Il primo è quello relativo all’istituzione di un Fondo nazionale per la ristrutturazione delle reti idriche; il secondo è finalizzato all’incentivazione della sostituzione degli impianti irrigui a pioggia con quelli “ a goccia”. Nonostante le nostre sollecitazioni, nel testo attuale della legge Finanziaria in via di approvazione al Senato, non c’è traccia di ciò. Formalizzeremo perciò queste proposte in emendamenti che manderemo ai Capigruppo della Camera dell’Unione.

4) Norme già inserite o che possono essere inserite nella legge Finanziaria

Esistono poi 2 articoli nella legge Finanziaria in discussione assolutamente negativi. Il primo è l’articolo 87. Esso dichiara di voler porre limiti alla costituzione e alla partecipazione in società da parte delle Amministrazioni pubbliche ma in realtà va in una direzione che può aprire la porta a processi di ulteriore e forte esternalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici. Infatti, esso prevede, “ al fine di tutelare la concorrenza e il mercato”, che le AA.PP. non possano costituire società né assumere o detenere partecipazioni, anche minoritarie, in società “aventi per oggetto la produzione di beni o servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali”. Viene precisato inoltre che “ è sempre ammessa la costituzione di società che producano servizi di interesse generale”, come peraltro è fatto obbligo di cedere, entro 18 mesi dall’entrata in vigore della legge Finanziaria, società e partecipazioni non rientranti nelle proprie finalità istituzionali. Ora, risulta evidente che questo provvedimento incentiva una progressiva esternalizzazione/privatizzazione dei servizi pubblici: infatti, al di là del fatto che si continua a non definire cosa si intende per servizi di interesse generale e quali siano le finalità istituzionali delle AA.PP, si rende possibile la costituzione di società di capitali per gestire servizi di interesse generale ( la cui gestione dovrebbe essere invece diretta) e si fa divieto di possedere o detenere quote di società che non “perseguono le proprie finalità istituzionali”. Per esplicitare meglio, con questo provvedimento, ad esempio, gli Enti locali possono costiture una s.p.a. per gestire gli asili nido e privatizzare totalmente le aziende che gestiscono acqua, energia, rifiuti ecc.

Il secondo è il comma 5 dell’art. 85 che dispone la riduzione dei componenti degli organi societari delle società in mano pubblica, ma salvaguardando le aziende quotate in mercati regolamentati. Non è difficile non vedere qui un’ulteriore spinta all’andata in Borsa delle società pubbliche. Per queste ragioni chiediamo l’abrogazione totale dell’art.87 e del comma 5 dell’art.85.

Infine, anche se allo stato attuale non c’è alcun testo al riguardo, sembra che la ministra Lanzillotta, così com’è stato fatto per la moratoria, vorrebbe inserire il suo disegno di legge nella manovra finanziaria. Infatti il disegno di legge delega sul riordino dei servizi pubblici locali giace impantanato al Senato, in attesa della sua prima approvazione. Addirittura, in quest’introduzione nella legge Finanziaria, sembra che il testo verrebbe ulteriormente peggiorato. Per quanto ci riguarda, il nostro punto di vista è noto: il disegno di legge Lanzillotta, anche se non si riferisce al servizio idrico, ha il significato di consegnare al mercato gli altri servizi pubblici di rilevanza economica; in ogni caso, per noi è irrinunciabile che ci sia la possibilità di gestire i servizi pubblici locali tramite Aziende speciali o consortili, da mettere perlomeno sullo stesso piano delle altre forme gestionali.

Insomma, le ragioni per la nostra mobilitazione e per la manifestazione del 1° dicembre sono tutte confermate e, anzi, per certi versi, rafforzate. La partita è aperta e la battaglia non semplice: per questo occorre essere in tante e tanti il 1° dicembre a Roma e utilizzare il tempo che ci rimane perché quella giornata sia un grande momento di partecipazione e di lotta per ripubblicizzare l’acqua e difendere i beni comuni.