La Russia scopre l'Oro blu

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Mosca prepara l'export dei suoi immensi patrimoni idrici

Ripescato un progetto per deviare i grandi fiumi siberiani

L'acqua vale più del petrolio
la Russia scopre l'Oro blu

La Fao: nel 2050 quasi un terzo dell'umanità senz'acqua potabile
Una rete di canali avvolgerà i paesi assetati dell'ex Unione Sovietica

dal nostro corrispondente LEONARDO COEN



MOSCA - Non solo la Russia galleggia su immensi giacimenti di petrolio e gas, al punto da averla trasformata in una superpotenza energetica. Nel suo sterminato territorio c'è tanta acqua dolce da dissetare due pianeti: 120mila fiumi, 2,3 milioni di laghi, paludi vaste come Italia, Spagna e Francia messe assieme. Le risorse idriche superano i 97mila chilometri cubi se ci aggiungiamo le acque del sottosuolo e i ghiacciai: tradotto in vil moneta - o meglio, in denaro liquido - significa poter disporre di scorte idriche il cui valore supera, già oggi, gli 800 miliardi di dollari l'anno. Siccome l'acqua sarà il petrolio del nuovo millennio, i sogni di grandezza del Cremlino stanno diventando ancor più ambiziosi, tanta ricchezza e tante prospettive aumentano l'influenza politica, specie sui paesi confinanti dell'Asia Centrale, assediati dai deserti e dalla siccità.
È bastato un rapporto della Fao, apparso lunedì, in cui si rilancia l'allarme per l'emergenza acqua ("nel 2050 quasi due miliardi di persone potranno restare senz'acqua potabile") e subito i russi hanno fatto sapere che saranno pronti ad operare nel florido mercato dell'oro blu, anche se preferiscono chiamarlo "oro trasparente" (così ha scritto ieri il giornale Novye Izvestia): "La Russia ha buone chances, bisogna però sfruttarle con intelligenza. Potremo occupare un buon posto tra i fornitori d'acqua e tra gli esportatori di prodotti che richiedono grande consumo d'acqua", spiega Viktor Danilov-Daniljan, direttore a Mosca dell'Istituto Nazionale per i Problemi Idrici, "per esempio, l'Africa settentrionale e il Medio Oriente importano una quantità tale di frumento che per produrla ci vorrebbe l'acqua di due fiumi come il Nilo".
I numeri dello "stress idrico" sono da brivido. Per ottenere un chilo di riso ci vogliono da 2 a 5mila litri di acqua. In media, per produrre cibo occorrono 3mila litri d'acqua a testa al giorno.
Quando l'acqua comincerà a scarseggiare, la Russia grazie alle sue smisurate risorse diventerà leader della catena alimentare. Basterà adeguare le infrastrutture, costruire acquedotti diretti a sud, come succede per gli idrocarburi, avvolgere in una tela di ragno gli assetati dell'Eurasia. Pensare che il regime sovietico aveva messo in piedi un progetto per invertire il corso dei grandi fiumi siberiani che sfociano nell'Artico e irrigare le repubbliche dell'Asia Centrale: un'impresa titanica ma potenzialmente anche una catastrofe ambientale. Prevalse il buon senso, e tutto rimase come prima. Era il 1986. Oggi, Nursultan Nazarbaev, presidente del Kazakistan ha rispolverato quella vecchia idea, però da Mosca hanno fatto finta di non capire. "Che comincino a eliminare gli sprechi", suggerisce Tatiana Moisseenko, membro dell'Accademia delle Scienze. Ai Paesi che dispongono di scarse risorse idriche lei consiglia di evitare l'emancipazione totale ("l'indipendenza") dalle regioni del mondo che invece ne dispongono in abbondanza: "In Asia Centrale l'acqua viene sfruttata in maniera abbastanza irrazionale", osserva la Moissenko, "devono introdurre tecnologie per risparmiarla, mettere in uso nell'irrigazione le tecnologie a gocce".
I Paesi ex satelliti dell'Urss soffriranno pesanti danni se non correranno ai ripari. E il riparo si chiama Grande Madre Russia. Dice Anatolij Barkovskij, direttore del Centro per i rapporti esteri dell'Istituto di economia dell'Accademia delle Scienze russa: "Bisogna risolvere in anticipo una serie di problemi: come e quanta acqua può essere trasportata senza creare danni ambientali. Dopodiché, potremmo dissetare fino a saziare".
Acqua come merce, fiumi di rubli, anzi, di dollari. Il business dell'oro blu arricchirà ulteriormente la Russia, scrivono i giornali.
Il controllo dell'acqua è vitale, senza si muore. Senza non si produce. L'acqua è un bene di consumo, lo ha stabilito l'Organizzazione mondiale per il commercio, alla quale la Russia sta aderendo. L'industria globale dell'acqua ha un giro d'affari di 400 miliardi di dollari. Un "asset" fluido che garantisce profitti a go-go e sudditanze strategiche. Da annegarci.

(28 febbraio 2007)

Proposte

Proposte

Visto che si è ceduto (opinatamente) alle pressioni localistiche dei Soloni di turno e bisogna occuparsi solo di Venegono ho una serie di proposte:

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apertura della rubrica "Orrori venegonesi", cominciando dal pugno nell'occhio che è il sorgendo Sinergy e proseguendo con la rotonda davanti al Comune, che sembra uscita da un fumetto horror. Provvederò alle foto

- apertura della rubrica "Misteri venegonesi" cominciare dal senso unico di via Monte Bianco dove all'inizio ci sono segnati i parcheggi, alla fine no. Perchè? interessare Lucarelli per una puntata di Blu notte.

- fare un esperimento di democrazia diretta elettronica: indire un sondaggio su un argomento caldo (l'acqua?) e fare dire la loro alla cibernaviganti, via mail, o con uno di quei programmi gratis che si trovano in rete.

M. Maspero

Commenti alla discussione su cosa....

Commenti alla discussione su cosa pubblicare

Alcune osservazioni che vorrei fossero messe nei commenti del blog:
Prima osservazione
Scusatemi, ma con tutto il rispetto per la sig.ra Brianza, non vedo quale patente di autorevolezza può avere per decidere di affibbiare un etichetta all'OV. Suvvia, allora anche il primo che passa per Venegono si sente in diritto di dire la sua sul blog. E non usiamo il termine "rimproverato" che non è il caso: di (falsi) maestri e maestrine ne abbiamo già abbastanza e, consentitemi, ne abbiamo abbastanza (nel senso che è ora che la smettano di salire in cattedra).
Seconda osservazione
Richiamata l'osservazione sul termine "rimproverato" (v. sopra) non vedo e francamente non capisco perchè un blog di Venegono non possa occcuparsi anche del resto del mondo. Sarà mai che le (limitate) menti dei politici locali ritengono che Venegono sia l'ombelico del mondo? Poffare, capisco l'orgoglio localistico, ma al di fuori dei confini del contado del Seprio esistono anche circa altri 5 miliardi di persone che avranno (?) qualche problema. Siamo seri e piantamola di dar retta a chi non vuole menti libere.
Terza considerazione, amara
I soliti soloni superficiali venegonesi NON leggono l'articolo su Vicenza, pensano, sbagliando, che sia pro sinistra, NON sanno chi ha firmato l'articolo (perchè non si informano) e partono in quarta a dire che bisogna occuparsi soloo di Venegono. Mi sembra che il problema sia loro e non dell'OV. Per cui rimettere l'articolo è doveroso, per rispetto dell'intelligenza di chi lo ha letto fino in fondo e ora non lo trova più. E' pacifico che in un paese libero c'è il diritto di critica, ma santo cielo!, almeno cerchiamo di non parlare a vanvera!
Una proposta: come per le medicine c'è il foglietto illustrativo per l'utilizzo, mettiamo sul blog le avvertenze d'uso..
"E' la stampa, baby, e tu non puoi farci niente". Altri tempi.

Bye, Mario