Roba da terzo mondo

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Roba da terzo mondo

Paola Strippoli

15 giugno 2007



Beni comuni, o quasi L'intervento di una nostra lettrice mette a fuoco lo scandalo dell'acqua in Sicilia. I rubinetti sono a secco? Chiama non il comune ma le autobotti a pagamento, quelle arrivano di corsa.....






Sono incazzata, incazzata nera.
L'acqua qui in Sicilia viene fornita da un desalinatore che pare si sia rotto.
Allora avevano annunciato che ci sarebbero stati lavori dal 4 al 16. E cosa hanno fatto? Hanno tolto l'erogazione dell'acqua.
Già qui viene fornita normalmente per poche ore a giorni alterni. Ora l'abbiamo avuta solo per 2 ore giovedi scorso di notte. Dalle 3 alle 5. Sono stata svegliata dalla vicina.
Vi immaginate alle 3 di notte a lavare piatti, fare rifornimento, lavatrice, innaffiare piante, lavare pavimenti, ciotole dei cani ecc??
Poi basta.
Anzi, hanno fatto sapere che i problemi sono più grossi del previsto e non si sa quando arriverà.
E nessuno interviene.
Non viene dichiarata emergenza idrica, mettono a disposizione un numero verde a cui chiedere un'autobotte, che non arriva, ma poi per una riserva di 1000 litri di acqua come ce l'ho io, figurati se vengono, danno la priorità ai condomini.
E questo per poter vendere l'acqua.

Non ne hai? Chiama non il comune, ma le autobotti a pagamento e arrivano di corsa.
Per le docce andiamo in piscina, per fortuna siamo amici dei gestori.
L'acqua, si elemosina in giro. In macchina ho sempre delle taniche.
Acqua rigorosamente non potabile, di pozzi. E la gente usa quella.
Ma chi la controlla quest'acqua? Vogliono rischiare un'epidemia?

Ho scritto a sindaci, giornali locali, nazionali. Niente niente di niente.
Qui non succede niente, sono presi tutti dalle telefonate di Dalema, cosa vuoi che sia 100 mila persone senz'acqua?
Possibile che non si possa far intervenire nessuno, suscitare la curiosità di qualcuno?

E intanto noi continuiamo ad andare a farci docce in piscina, a non poter pulire la casa, a non poter neanche più lavare i piatti e a non avere più acqua per le lavatrici, a far morire le piante in giardino.
E l'impotenza mi genera una rabbia che non avete idea.
Roba da terzo mondo.

Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua

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Laudato si', mi Signore,
per sor'Acqua




Padre Alex Zanotelli ha detto : “Lasciateci almeno l’aria e l’acqua”. Lassù qualcuno lo ha ascoltato.
La legge che nazionalizza l’acqua è stata approvata mercoledì alla Camera in uno strano silenzio. Quando scadranno i diritti delle municipalizzate l’acqua tornerà sotto il controllo dei Comuni, delle Province e delle Regioni. In un subemendamento al disegno di legge Bersani è riportato: “ La titolazione delle concessioni di derivazione delle acque pubbliche è assegnata a enti pubblici”. Semplice, chiaro! Le società di capitali private e quotate in borsa fuori dalle balle. La pioggia non darà più stock option e dividendi. E tornerà sotto il controllo dei cittadini.
Il subemendamento è merito di due deputati verdi: Angelo Bonelli e Giuseppe Trepiccione. Dopo la Camera c’è però il Senato. E la legge potrebbe essere cambiata, bocciata, adulterata.
Il blog è qui per questo: per fare la lista dei buoni e dei cattivi. Un piccolo promemoria per le prossime elezioni.
Il blog riporterà nomi e voto dei senatori e, se il caso, un estratto dei loro interventi sull’acqua.
Io sono fiducioso, credo che voteranno all’unanimità per restituire l’acqua agli italiani. Ma non vorrei che qualcuno, per pura amicizia sia chiaro, voglia favorire le società concessionarie. Agli amici non si può dire di no...
L’acqua è un diritto, non è tollerabile che produca profitti.
Ma l’amministrazione pubblica è un colabrodo. Ottimo punto. Chiariamo di chi sono le responsabilità. Identifichiamo i dipendenti e tappiamo i buchi degli acquedotti.
E’ il solito discorso dell’inversione di causa e effetto che produce incapaci pubblici e speculatori privati.
Nessuno tocchi l’acqua o divento Caino.

CONCESSIONI PUBBLICHE: SORGONO PROBLEMI

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Numerose le lamentele dei cittadini: sei mesi per avere un allacciamento. Nella rete della burocrazia anche la piscina comunale che dovrebbe aprire tra due settimane
Il gas non arriva, il comune: «Ci teniamo la rete»
Comune contro Enel Gas: "riscatteremo la rete"


12-06-2007

Tradate - Famiglie senza gas per settimane. Tempi di attesa per l’allacciamento che arrivano a sei mesi. Impossibilità di parlare con qualcuno di Enel gas se non attraverso un call center che lascia in attesa anche per un’ora. E quindi l’idea di un sindaco esasperato dalle lamentele dei cittadini: riscattare la rete del gas e farla diventare di proprietà comunale.
È intenzionato ad attuare la proposta Stefano Candiani dopo le numerose lamentele giunte in comune in questi giorni di famiglie in attesa da mesi dell’allacciamento. Ma non sono solo i cittadini a rimanere imbrigliati nella lunga trafila di Enel Gas, anche il Comune di Tradate vi è caduto: oltre alla farmacia comunale di via Rossini che è da due anni in attesa del contatore, l’apertura dell’attesa piscina comunale prevista per il 30 giugno sembra essere a rischio: «Abbiamo fatto la richiesta diversi mesi fa – spiega Candiani -, ma a due settimane dall’apertura non sappiano ancora nulla dell’allacciamento».
E così i casi di diverse famiglie a cui per cavilli burocratici è stato staccato l’allacciamento: «Fanno in fretta a staccare il servizio – spiegano le famiglie – ma per riattivarlo ci vogliono mesi e noi facciamo la doccia con l’acqua fredda». Oppure altre famiglie che cambiano casa e ci vogliono ben sei mesi per ottenere l’allacciamento: «Ho fatto la richiesta sei mesi fa – spiega un cittadino in Comune per lamentarsi -. E ho passato più tempo al telefono, in attesa di parlare con qualcuno, che ad avere risposte». Il numero di telefono di Enel gas è un call center a potenza che gestisce le chiamate di tutta Italia, sia di richieste di allacciamento, sia di lamentele.
«Stiamo avendo più persone che si lamentano del gas che quelle che protestano per le buche nelle strade – ironizza il primo cittadino che attende ancora risposte da parte di Enel Gas -. Siamo stufi e l’unica soluzione è proprio quella del riscatto della rete, anche con l’intervento degli avvocati. Non è più possibile tollerare una situazione del genere. Abbiamo già dato mandato per uno studio sulla situazione: l’obiettivo è che il Comune diventi proprietario della rete e poi che appalti la distribuzione a una società esterna. Ora diciamo basta, ci muoveremo in questa direzione».
«È vero abbiamo avuto dei problemi con un adeguamento normativo – spiegano dall’ufficio stampa nazionale di Enel Gas -. Più precisamente con la delibera nr.87 che prevede un maggior controllo per la sicurezza degli impianti. Noi dobbiamo dare all’esterno il controllo per la richiesta delle certificazioni e finchè non ci arriva la risposta non possiamo dare l’autorizzazione. La delibera è entrata in vigore ad aprile del 2007 e tutti i casi da allora hanno subito dei rallentamenti».
Sui tempi di attesa del call center, che vanno da 30 minuti a un’ora l’ufficio stampa spiega «che è un problema generalizzato di tutti i call center, cercheremo di migliorare». Mentre riguardo ai temi di attesa per ottenere l’allacciamento, che sono in media di circa 6 mesi, da Enel gas rispondono che «fondamentalmente è una situazione normale».

DUE INCONTRI PER PARLARE DI ACQUA?

Fonti
La Settimana
08-06-2007


DUE INCONTRI PER PARLARE DI ACQUA?


L'emergenza idrica non spaventa l'Amministrazione e i cittadini.

NON CI CREDIAMO CHE NON SPAVENTA AI CITTADINI

Per i prossimi giorni sono previsti infatti due incontri.
QUALI? - COME?

fra le parti per approfondire il pungente tema, già preso in esame nelle scorse settimane.
IN CHE MODO? - QUANDO?

tutte le famiglie venegonesi hanno ricevuto una comunicazione scritta, nella quale l'Amministrazione confermava il razionamento giornaliero dell'acqua.
NON TUTTE LE FAMIGLIE L'HANNO RICEVUTE

PETRELLA MORATORIA ACQUA

PETRELLA MORATORIA ACQUA 1/6/07
Alla Camera la moratoria
sui servizi idrici locali


Sull'acqua
la "res publica"
ha battuto
il neocapitalismo

Riccardo Petrella

L'accordo sull'acqua, intervenuto il 30 maggio alla Camera dei Deputati fra le forze politiche del centrosinistra, costituisce un fatto importante. Ricordiamo i tre punti essenziali dell'accordo:
1) la moratoria in materia di affidamenti del servizio idrico integrato, il cui principio era stato già approvato nelle scorse settimane, decade quando entrerà in vigore la nuova legge sull'acqua nell'ambito del nuovo decreto legislativo di revisione del cosiddetto "152" (delega ambientale);
2) il blocco concerne gli affidamenti a società miste e a società private, anche quelli in corso;
3) il Ministero dell'Ambiente presenterà una relazione sullo stato dell'acqua in Italia dopo l'approvazione del nuovo decreto sulla delega ambientale. Unico aspetto potenzialmente critico dell'accordo è la possibilità di continuare ad affidare il servizio idrico integrato a S.p.A. a capitale sociale interamente pubblico. Verosimilmente questo è sato il "prezzo del compromesso" dettato anche da ragioni pratiche obiettive: la grande confusione normativa esistente in materia non permette, nell'avviso dei più (che non condivido), affidamenti ad enti pubblici ed aziende speciali. Un blocco relativo anche alle S.p.A. a capitale interamente pubblico condurrebbe oggi alla paralisi completa della gestione dell'acqua in Italia.
L'accordo del 30 maggio (data da ricordare), ricercato fin dall'impegno preso nel "programma dell'Unione" riguardo l'esclusione dell'acqua dai processi di liberalizzazione e di privatizzazione dei servizi pubblici locali, apre la via alla definizione e messa in opera con rigore di una politica idrica italiana centrata su "un governo pubblico dell'acqua, di tutte le acque".
E' una prima sconfitta del "neocapitalismo municipale delle multiutilities " ed è una sementita forte di tutti coloro che, in Italia in particolare, da destra e dal mondo degli autodefinitisi riformisti, tentano da tempo di legittimare la politica sbandierando una "crisi della politica" per esaltare invece il ruolo dell'economia e del mercato come soggetti più legittimi ed idonei per un governo delle società contemporanee, non solo a livello locale/nazionale.
Questo neocapitalismo, promosso non solo dai governi Berlusconi ma anche dalla maggioranza delle forze del centrosinistra, ha significato la trasformazione del sistema produttivo italiano, a partire dai sistemi locali, tramite la creazione di imprese multiutilities , quotate in Borsa, aperte ai mercati internazionali e fondate sull'alleanza tra capitale pubblico e capitale privato in seno a S.p.A. multiterritoriali. Il tutto in applicazione di tre principi, considerati lo strumento principale per "salvare" i servizi pubblici locali dallo "statalismo" e renderli più efficaci, efficienti ed economici.
1) l'abbandono della pubblicità della gestione ed il suo affidamento ad imprese private conformemente al credo che "il privato è meglio";
2) la copertura dei costi del servizio tramite il prezzo di mercato secondo il principio imposto dalla Banca mondiale del " Full cost recovery principle ";
3) aprire al capitale privato il finanziamento degli investimenti pubblici nelle infrastrutture e nei beni di utilità pubblica.
E così è stato.
Sostenuto, fino a poco tempo fa, anche dal grosso della classe dirigente sindacale, il "neocapitalismo municipale multiutilities " si è imposto in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Vento, Toscana e poi gradualmente nel resto dell'Italia. E l'accordo del 30 maggio è un arresto a tale processo. Il nuovo quadro normativo che emergerà metterà fine a una duplice colonizzazione da parte del neocapitalismo: la colonizzazione dei comuni ad opera della finanza privata; la colonizzazione dell'acqua delle regioni del Mezzogiorno ad opera dei capitali del nord.
L'accordo del 30 maggio, è inoltre uno schiaffo a tutti coloro che stanno tentando di delegittimare la politica perché esso ha confermato che, in democrazia, la forza della politica risiede nel legame stretto tra i cittadini e le istituzioni rappresentative. La prima sconfitta del neocapitalismo municipale è stata possibile proprio in Italia a proposito dell'acqua, perché nel nostro paese si è sviluppato uno dei più forti movimenti in Europa di lotta per l'acqua come bene comune e per il diritto umano all'acqua. Iniziata più di dieci anni or sono, fra gli altri, dal Comitato italiano per il contratto mondiale dell'acqua, la lotta per l'acqua vede oggi impegnati in un largo movimento italiano dell'acqua, migliaia di cittadini in sostegno della legge nazionale sull'acqua di iniziativa popolare. Forti di questa mobilitazione, i rappresentanti di Rifondazione comunista, Verdi e Comunisti italiani, in seno al governo ed alle istituzioni rappresentative, sono riusciti a tener duro e sconfiggere i promotori degli interessi privati, specie finanziari. La res publica ne esce rinforzata. E' un bel giorno di incoraggiamento per il futuro. Tocca ora alle forze progressiste e di sinistra di non perdere il capitale politico così ottenuto e di agire rapidamente in favore di un sempre più stretto coordinamento tra loro. Non è tempo di giocare alle prime donne, da nessuna parte.
*Contratto mondiale dell'acqua


Dal movimento
al Parlamento
Vincere si può!


Walter Mancini

La moratoria, una vittoria netta che rappresenta un passo avanti importante, per la battaglia ancora tutta aperta per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Questo è il risultato del lavoro congiunto e sinergico tra partito, movimento e livelli istituzionali che ci dice che ce la possiamo fare solo se movimenti e istituzioni riescono a stabilire una costante e proficua relazione. Le istituzioni da sole non bastano, di fronte ai forti interessi in campo (vedi il caso Cip 6); il movimento da solo non la sfanga.
La vertenza acqua è riuscita ad avviare un circolo virtuoso tra i diversi livelli di intervento politico. E' così per la raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare che vede ancora moltissimi nostri eletti presenti ai banchetti per l'autentica delle firme, è stato così ieri l'altro alla Camera dei Deputati, dove grazie ad un attento e puntuale lavoro parlamentare siamo riusciti a portare a casa un risultato importante, per alcuni versi al di sopra delle nostre aspettative.
Non era scontato, ad esempio, che si stabilisse per legge che la moratoria resti in vigore fino all'approvazione di una nuova legge sul regime idrico, che sarà inserita nei decreti correttivi di modifica del decretone ambientale.
Il testo dell'articolo, inoltre, non solo blocca gli affidamenti alle società private e miste, lasciando la possibilità di affidamenti a società interamente pubbliche, ma interviene anche per gli affidamenti in corso, dando una chance in più alle compagne e ai compagni che in Sicilia hanno visto partire, nonostante la grande mobilitazione, l'iter di assegnazione del servizio idrico tramite gara. Un risultato importante soprattutto se letto insieme all'ottima mediazione strappata sul ddl Lanzilotta sui servizi pubblici locali.
Moratoria sull'acqua e aziende speciali, due risultati sui quali avremmo messo 10 firme ieri. Oggi possiamo dire che li abbiamo incassati grazie all'internità al movimento e alla sua capacità di intervento e di costruzione di massa critica su temi che rappresentano la nuova frontiera dell'accumulazione capitalista.
Non possiamo però abbassare la guardia, il cammino da percorrere verso il riconoscimento dell'acqua come bene comune è ancora lungo.
Dobbiamo continuare la mobilitazione e rilanciare il conflitto perché il passaggio al Senato, visti i rapporti di forza, potrebbe essere a rischio. Continuiamo a raccogliere le firme allargando il nostro campo di intervento su altri fronti a partire dalle concessioni alle multinazionali per l'imbottigliamento una forma subdola ma potentissima di privatizzazione di un diritto inalienabile.

*responsabile Vertenze Territoriali Prc

UNA PRIMA VITTORIA DEI MOVIMENTI : APPROVATA LA MORATORIA SULL’ACQUA

UNA PRIMA VITTORIA DEI MOVIMENTI:
APPROVATA LA MORATORIA SULL’ACQUA


di Marco Bersani
Attac Italia

E’ stato approvato mercoledì scorso alla Camera dei Deputati il provvedimento che istituisce, fino all’approvazione di una nuova legge di riordino della gestione del servizio idrico integrato, una moratoria sui processi di affidamento del servizio a soggetti privati e a società miste pubblico-privato, compresi quelli attualmente in corso.

Un importantissimo provvedimento, che segna una prima vittoria da parte dei movimenti per l’acqua, che ne avevano chiesto l’approvazione sin dalla manifestazione nazionale del 10 marzo scorso a Palermo.

E che segna un primo chiaro “stop” a quanti, nelle Regioni e nei territori, avevano trasversalmente tentato di accelerare i processi di privatizzazione, nel tentativo di far trovare di fronte al fatto compiuto la grande onda della campagna per la ripubblicizzazione dell’acqua, avviata dai movimenti con la raccolta firme per la legge d’iniziativa popolare che sta attraversando ogni angolo del paese.

Dalla Sicilia che a colpi di commissario ha tentato di fermare le lotte delle popolazioni, delegittimando gli stessi enti locali; alla Lombardia che con la nuova legge regionale –impugnata dal Governo, ma resa operativa nei territori- ha istituito l’obbligo della messa a gara del servizio idrico; alla Toscana, dove viaggia a grandi passi la costruzione di un’unica holding regionale; così come in tutte le altre regioni, i liberisti di centrodestra e di centrosinistra hanno cercato di rispondere alla forte consapevolezza sociale e alla diffusa capacità di mobilitazione che i movimenti in questi anni hanno saputo mettere in campo, con le lotte nei territori, la realizzazione del Forum dei Movimenti per l’Acqua e il lancio della legge d’iniziativa popolare.

Ma il mercato si può fermare e la politica può riprendere il suo primato sull’economia : questo dice il provvedimento di moratoria, questo dicono le lotte dei movimenti.

E solo dal riconoscimento dei beni comuni –a partire dall’acqua- come elemento fondativo del contratto sociale può riprendere la costruzione di una democrazia e di una politica dal basso, fuori da quell’orizzonte della solitudine competitiva, cui l’impersonalità del mercato vorrebbe relegare le esistenze di tutte/i noi.

La moratoria sull’acqua è un primo passo, che dà ancor più forza alle ragioni dei movimenti per l’acqua, che in questi mesi hanno riempito il paese con un’enorme esperienza di autoeducazione popolare orientata all’azione, attraverso la campagna per la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua : abbiamo superato le 300.000 firme e contiamo in quest’ultimo mese di raccoglierne ancora diverse decine di migliaia.

Per riaffermare definitivamente come l’acqua sia un bene comune e un diritto umano universale, un bene finito da tutelare per questa e per le future generazioni. Da sottrarre al mercato e alle leggi della concorrenza e da restituire alla gestione pubblica e partecipativa delle comunità locali.

E’ una battaglia di civiltà, di cui la moratoria di oggi non costituisce che una prima tappa; l’approdo finale dovrà essere l’approvazione della legge d’iniziativa popolare che propugna l’uscita di tutte le SpA, a qualsiasi titolo, dalla gestione del servizio idrico; la costruzione di aziende speciali consortili per la gestione pubblica dello stesso; l’istituzione di forme di partecipazione dei lavoratori e dei cittadini alle scelte fondamentali di tutti gli atti di gestione.

E, visto che si avvicinano i tempi per la presentazione del Dpef (Documento di programmazione economico-finanziaria), ai seguaci presenti nel Governo dell’ideologia delle grandi opere pubbliche, diciamo subito quale sarebbe l’unica grande opera pubblica di cui avrebbe bisogno il Paese : un grande piano di riassetto idrogeologico del territorio e il riammodernamento di tutte le reti idriche e gli acquedotti sul territorio nazionale.

Servono i soldi? Certamente.
Basta toglierli allo sperpero dello scellerato progetto TAV e alle spese militari.
Normali scelte di buon senso.

Per non dover fare la danza della pioggia ad ogni approssimarsi della stagione estiva.
Per non dover dichiarare “il paese è malato”, quando si scopre, alle elezioni, che due terzi dei voti sono evaporati.


APPROVATA LA MORATORIA: UNA PRIMA VITTORIA DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA!!

FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
CAMPAGNA
"ACQUA PUBBLICA, CI METTO LA FIRMA!"

Ufficio stampa
Sara Symeonides e-mail sara.symeonides@gmail.com
Sara Giorlando e-mail saragiorlando@gmail.com

APPROVATA LA MORATORIA:
UNA PRIMA VITTORIA DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA!!


E' stato approvato oggi alla Camera dei Deputati l'emendamento al Disegno di Legge Bersani contenente il provvedimento di moratoria sui processi di privatizzazione dell'acqua.

L'emendamento prevede che, fino all'approvazione di una nuova normativa, in attuazione dei decreti correttivi del decreto ambientale, relativa alla gestione del servizio idrico integrato , siano sospesi tutti gli affidamenti a soggetti privati, compresi quelli attualmente in corso.

Il Parlamento dunque recepisce quanto da tempo - a partire dalla grande manifestazione nazionale di Palermo del 10 marzo scorso - i movimenti per l'acqua chiedono, attraverso le mobilitazioni territoriali e la campagna nazionale di raccolta firme per una nuova legge d'iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua.

Con questo provvedimento – che chiediamo sia rapidamente approvato anche dal Senato - vengono sconfitte tutte le accelerazioni verso la privatizzazione dell'acqua che a livello regionale e locale erano state portate avanti dalle lobbies del capitale finanziario , per respingere la campagna in corso per la ripubblicizzazione dell'acqua e per far trovare di fronte al fatto compiuto ogni possibile conquista normativa in direzione dell'acqua bene comune e diritto umano universale.

L'approvazione della moratoria dimostra una volta di più le ragioni del Forum dei Movimenti per l'Acqua che dal gennaio scorso ha iniziato una campagna di raccolta firme – ormai giunta sopra le 300.000 firme - per chiedere che l'intero ciclo dell'acqua sia tolto dal mercato e restituito, come bene comune e risorsa da conservare, allo spazio pubblico e alle comunità locali per una gestione che sia pubblica e partecipativa.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Il Forum dei Movimenti per l'Acqua è composto da più di 70 realtà nazionali e oltre 1000 adesioni territoriali impegnati nella raccolta di firme a sostegno delle legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua
Per info: www.acquabenecomune.org

PETRELLA MORATORIA ACQUA 1/6/07
Alla Camera la moratoria sui servizi idrici locali

Sull'acqua la "res publica" ha battuto il neocapitalismo

Riccardo Petrella*
L'accordo sull'acqua, intervenuto il 30 maggio alla Camera dei Deputati fra le forze politiche del centrosinistra, costituisce un fatto importante. Ricordiamo i tre punti essenziali dell'accordo:
1) la moratoria in materia di affidamenti del servizio idrico integrato, il cui principio era stato già approvato nelle scorse settimane, decade quando entrerà in vigore la nuova legge sull'acqua nell'ambito del nuovo decreto legislativo di revisione del cosiddetto "152" (delega ambientale);
2) il blocco concerne gli affidamenti a società miste e a società private, anche quelli in corso;
3) il Ministero dell'Ambiente presenterà una relazione sullo stato dell'acqua in Italia dopo l'approvazione del nuovo decreto sulla delega ambientale. Unico aspetto potenzialmente critico dell'accordo è la possibilità di continuare ad affidare il servizio idrico integrato a S.p.A. a capitale sociale interamente pubblico. Verosimilmente questo è sato il "prezzo del compromesso" dettato anche da ragioni pratiche obiettive: la grande confusione normativa esistente in materia non permette, nell'avviso dei più (che non condivido), affidamenti ad enti pubblici ed aziende speciali. Un blocco relativo anche alle S.p.A. a capitale interamente pubblico condurrebbe oggi alla paralisi completa della gestione dell'acqua in Italia.
L'accordo del 30 maggio (data da ricordare), ricercato fin dall'impegno preso nel "programma dell'Unione" riguardo l'esclusione dell'acqua dai processi di liberalizzazione e di privatizzazione dei servizi pubblici locali, apre la via alla definizione e messa in opera con rigore di una politica idrica italiana centrata su "un governo pubblico dell'acqua, di tutte le acque".
E' una prima sconfitta del "neocapitalismo municipale delle multiutilities " ed è una sementita forte di tutti coloro che, in Italia in particolare, da destra e dal mondo degli autodefinitisi riformisti, tentano da tempo di legittimare la politica sbandierando una "crisi della politica" per esaltare invece il ruolo dell'economia e del mercato come soggetti più legittimi ed idonei per un governo delle società contemporanee, non solo a livello locale/nazionale.
Questo neocapitalismo, promosso non solo dai governi Berlusconi ma anche dalla maggioranza delle forze del centrosinistra, ha significato la trasformazione del sistema produttivo italiano, a partire dai sistemi locali, tramite la creazione di imprese multiutilities , quotate in Borsa, aperte ai mercati internazionali e fondate sull'alleanza tra capitale pubblico e capitale privato in seno a S.p.A. multiterritoriali. Il tutto in applicazione di tre principi, considerati lo strumento principale per "salvare" i servizi pubblici locali dallo "statalismo" e renderli più efficaci, efficienti ed economici.
1) l'abbandono della pubblicità della gestione ed il suo affidamento ad imprese private conformemente al credo che "il privato è meglio";
2) la copertura dei costi del servizio tramite il prezzo di mercato secondo il principio imposto dalla Banca mondiale del " Full cost recovery principle ";
3) aprire al capitale privato il finanziamento degli investimenti pubblici nelle infrastrutture e nei beni di utilità pubblica.
E così è stato.
Sostenuto, fino a poco tempo fa, anche dal grosso della classe dirigente sindacale, il "neocapitalismo municipale multiutilities " si è imposto in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Vento, Toscana e poi gradualmente nel resto dell'Italia. E l'accordo del 30 maggio è un arresto a tale processo. Il nuovo quadro normativo che emergerà metterà fine a una duplice colonizzazione da parte del neocapitalismo: la colonizzazione dei comuni ad opera della finanza privata; la colonizzazione dell'acqua delle regioni del Mezzogiorno ad opera dei capitali del nord.
L'accordo del 30 maggio, è inoltre uno schiaffo a tutti coloro che stanno tentando di delegittimare la politica perché esso ha confermato che, in democrazia, la forza della politica risiede nel legame stretto tra i cittadini e le istituzioni rappresentative. La prima sconfitta del neocapitalismo municipale è stata possibile proprio in Italia a proposito dell'acqua, perché nel nostro paese si è sviluppato uno dei più forti movimenti in Europa di lotta per l'acqua come bene comune e per il diritto umano all'acqua. Iniziata più di dieci anni or sono, fra gli altri, dal Comitato italiano per il contratto mondiale dell'acqua, la lotta per l'acqua vede oggi impegnati in un largo movimento italiano dell'acqua, migliaia di cittadini in sostegno della legge nazionale sull'acqua di iniziativa popolare. Forti di questa mobilitazione, i rappresentanti di Rifondazione comunista, Verdi e Comunisti italiani, in seno al governo ed alle istituzioni rappresentative, sono riusciti a tener duro e sconfiggere i promotori degli interessi privati, specie finanziari. La res publica ne esce rinforzata. E' un bel giorno di incoraggiamento per il futuro. Tocca ora alle forze progressiste e di sinistra di non perdere il capitale politico così ottenuto e di agire rapidamente in favore di un sempre più stretto coordinamento tra loro. Non è tempo di giocare alle prime donne, da nessuna parte.
*Contratto mondiale dell'acqua


Dal movimento
al Parlamento
Vincere si può!

Walter Mancini*
La moratoria, una vittoria netta che rappresenta un passo avanti importante, per la battaglia ancora tutta aperta per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Questo è il risultato del lavoro congiunto e sinergico tra partito, movimento e livelli istituzionali che ci dice che ce la possiamo fare solo se movimenti e istituzioni riescono a stabilire una costante e proficua relazione. Le istituzioni da sole non bastano, di fronte ai forti interessi in campo (vedi il caso Cip 6); il movimento da solo non la sfanga.
La vertenza acqua è riuscita ad avviare un circolo virtuoso tra i diversi livelli di intervento politico. E' così per la raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare che vede ancora moltissimi nostri eletti presenti ai banchetti per l'autentica delle firme, è stato così ieri l'altro alla Camera dei Deputati, dove grazie ad un attento e puntuale lavoro parlamentare siamo riusciti a portare a casa un risultato importante, per alcuni versi al di sopra delle nostre aspettative.
Non era scontato, ad esempio, che si stabilisse per legge che la moratoria resti in vigore fino all'approvazione di una nuova legge sul regime idrico, che sarà inserita nei decreti correttivi di modifica del decretone ambientale.
Il testo dell'articolo, inoltre, non solo blocca gli affidamenti alle società private e miste, lasciando la possibilità di affidamenti a società interamente pubbliche, ma interviene anche per gli affidamenti in corso, dando una chance in più alle compagne e ai compagni che in Sicilia hanno visto partire, nonostante la grande mobilitazione, l'iter di assegnazione del servizio idrico tramite gara. Un risultato importante soprattutto se letto insieme all'ottima mediazione strappata sul ddl Lanzilotta sui servizi pubblici locali.
Moratoria sull'acqua e aziende speciali, due risultati sui quali avremmo messo 10 firme ieri. Oggi possiamo dire che li abbiamo incassati grazie all'internità al movimento e alla sua capacità di intervento e di costruzione di massa critica su temi che rappresentano la nuova frontiera dell'accumulazione capitalista.
Non possiamo però abbassare la guardia, il cammino da percorrere verso il riconoscimento dell'acqua come bene comune è ancora lungo.
Dobbiamo continuare la mobilitazione e rilanciare il conflitto perché il passaggio al Senato, visti i rapporti di forza, potrebbe essere a rischio. Continuiamo a raccogliere le firme allargando il nostro campo di intervento su altri fronti a partire dalle concessioni alle multinazionali per l'imbottigliamento una forma subdola ma potentissima di privatizzazione di un diritto inalienabile.
*responsabile Vertenze Territoriali Prc


Acqua, l'Osservatorio venegonese torne all'attacco...



06-05-2007


Acqua, l'Osservatorio venegonese torne all'attacco

«La Convezione con Agesp non risolve il problema»
Ciantia:
«Tutte strumentalizzazioni
Come sempre smetite dai fatti»


GUARDA UN PO' COSA SUCCEDE IN PARLAMENTO.....

GUARDA UN PO' COSA SUCCEDE
IN PARLAMENTO.....


Fonte www.verdi.it
Il Faro

Acqua bene comune

04 giugno 2007
Ultimo aggiornamento lunedì 04 giugno 2007
Acqua bene comunePassa alla Camera un emendamento dei Verdi che blocca fino alla riforma dell'intero settore i processi di privatizzazione. La Camera dei Deputati ha approvato un subemendamento dei Verdi all'emendamento del relatore di maggioranza Lulli al decreto Bersani sulle liberalizzazioni, che blocca fino all’entrata in vigore della riforma complessiva i processi di privatizzazione dei servizi di gestione della risorsa idrica."Lo stop ai processi di privatizzazione dell'acqua, anche di quelli in corso, è una grande vittoria e un passaggio di straordinaria importanza per garantire l'accesso ad un bene che ogni anno diventa sempre più prezioso", ha commentato il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli, firmatario dell’emendamento.
La riforma cancella il limite temporale di 12 mesi della moratoria. Lo stop alla privatizzazione starà in piedi fino all'adozione della riforma complessiva del settore. L’effetto riguarda i processi di privatizzazione dei servizi idrici futuri e in corso al momento dell'entrata in vigore del provvedimento. L'emendamento prevede anche che entro tre mesi dal varo della legge, il governo presenti alle Camere una relazione sullo stato delle gestioni esistenti in relazione a una serie di parametri di salvaguardia."L'acqua - prosegue Bonelli - è un bene comune ed universale che non può diventare fonte di profitto per pochi grazie alle privatizzazioni. Affidare la gestione delle risorse idriche a società private è dannoso anche dal punto di vista del risparmio perché per aumentare i profitti si incentiva l'aumento dei consumi".
"Dopo lo stop alle privatizzazioni - conclude il capogruppo del Sole che Ride - sarà necessario puntare a serie politiche di accessibilità all'acqua e di tutela delle fonti idriche, messe a rischio da continue aggressioni e dai cambiamenti climatici in atto".